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Jerry contro il Mangiadita recensione di Andrea Bigi Approda a Manaus il Mangiadita, serial killer psicopatico in libera uscita da Manhattan. E' a Mister No, naturalmente, che tocca l'ingrato compito di sventarne i piani omicidi...
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"Faccio quello per cui sono stato messo al mondo... Sono un predatore! Vivo per uccidere, per cercare nuove prede...". Cacciatori e prede. E' su questa falsariga, ben tratteggiata dalle parole del protagonista negativo della vicenda, che scivola via l'ultima avventura di Mister No, il quale per l'occasione deve misurarsi con uno spietato serial killer newyorkese, il Mangiadita. Tema sostanzialmente nuovo, per Jerry Drake, quello del serial killer; un mostro psicopatico che Colombo ha l'intuizione, o se preferite il coraggio, di presentarci "in vacanza", nel cuore dell'Amazzonia, perch�, come spiega proprio il Mangiadita, "avevo bisogno di rilassarmi fra gente fidata..." e poi, siccome un serial killer non potr� mai essere davvero in vacanza, "mi ha divertito l'idea di far entrare di nascosto il male nel paradiso..."
Il commento del recensore �: vabbeh, crediamoci. E quello che � in realt� un pretesto per una discreta intro ambientata a Manhattan, nonch� trovare un nemico lievemente diverso nella nutritissima galleria di villain affrontata da Mister No in passato, diventi allora un motivo plausibile per un soggetto che, appunto, si sforza di essere "innovativo". Il vero problema � che, purtroppo, n� il soggetto n� la sceneggiatura ce la fanno a superare il livello di guardia dell'onesto prodotto di maniera. Tanto per cominciare, non funziona moltissimo il sottile velo di mystery che avvolge la prima fase della storia, dal momento che la vera identit� del Mangiadita � decisamente intuibile dopo poche tavole. Il gruppetto di "amici del Mangiadita" non � che insaporisca il brodo poi molto, n� la loro interazione con il pilota amazzonico o gli indios riesce nell'intento: un ciccione complessato, un fotografo che odia i tedeschi ed � il ritratto idrofobo di Walter Matthau, un gigol� decisamente fuori posto. Personaggi talmente tagliati con l'accetta (viste anche le poche pagine a disposizione dell'autore) che passano via senza lasciare assolutamente il segno. Buona invece l'idea del diario di Henry Stark che accompagna l'avventura in background; peccato che si perda molto prima del convulso finale. Aggiungiamoci poi un duello conclusivo in cui Mister No dispone in quattro e quattr'otto di un nemico che, lungo tutta la vicenda, aveva dimostrato di essere ben pi� temibile, ed ecco che chi ancora si rammarica per il ritorno in pianta stabile di Mister No a Manaus (come chi scrive), qui trova argomenti piuttosto validi alla tesi. E Colombo ci fa morire pure la bella Regina!
L'impressione � che Bruzzo si trovi pi� a suo agio nell'atmosfera di New York che in quella della giungla amazzonica. Non male comunque nel complesso la sua prova, anche se in pi� di una situazione il tratto sembra un po' "tirato via".
Una storia che certamente non entrer� nella galleria dei ricordi di Mister No. Un accettabile riempitivo in attesa del trecentesimo numero della serie? Sottoscriviamo l'idea, ma che ne dite di un referendum popolare per far tornare a spasso per il mondo Jerry Drake?
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