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" La creatura che venne dall'inferno"

TESTI
Carlo Recagno
DISEGNI
Esposito Bros.


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Si scomodano addirittura i demoni dell'Annwn per cercare di distruggere gli Stati Uniti. Fortuna che il presidente era un'altro!..

Annwnciazione! Annwnciazione! Gli U.S.A. sono attaccati!
recensione di Marco Spitella




Prosegue a saltelli, come promesso e premesso, il racconto delle Storie da Altrove. In questo albo ci ritroviamo indietro rispetto ai fatti narrati nel precedente, a circa venti anni dopo la creazione del gruppo di maghi/scienziati/agenti che anima la nostra mysteriosa base. Ritroviamo qui i protagonisti del primo episodio di Altrove, "Colui che dimora nelle tenebre" tranne "il povero Richard" (Benjamin Franklin) morto nel frattempo e che rivediamo solo in flashback.

Sembra, però, che i salti avanti e indietro nel tempo non facciano bene alla qualità delle storie narrate. Abbiamo qui, infatti, quello che (per chi scrive of course) è il più deludente episodio della saga altroviana. Intendiamoci, niente di illeggibile, ma certo niente di paragonabile agli episodi, ad esempio, con protagonista Sherlock Holmes o allo splendido "L'uomo che raccontava storie". E ci dispiace molto. Sembra quasi che, soltanto dopo sette numeri, Storie da Altrove sia stata colpita dalla "maledizione" che ha già colpito il suo padrino editoriale, quel Martin Mystère le cui avventure non riescono ormai più da tempo a suscitare entusiasmi.

"niente di paragonabile agli episodi con protagonista Sherlock Holmes o allo splendido L'uomo che raccontava storie"
   

L'idea di partenza della storia, in se, non sarebbe male ed avrebbe anche potuto ottenere un risultato migliore, viste le premesse, ma lo sviluppo che a questa idea è stato offerto non è stato certamente all'altezza.

Ritorna (se di ritorno si può parlare, visto che è un immortale...) uno dei cattivi più minacciosi (ma nella sostanza, purtroppo, più inoffensivi) dell'universo legato al Detective dell'Impossibile, quell'Algernon Mabus che abbiamo incontrato per la prima volta nel team up tra Martin e Dylan Dog e poi nella vicenda che ha visto protagonista la giovane Diana Lombard, ma viene vergognosamente sbertucciato.
Viene evocato un demone tra i più importanti dell'inferno celtico per poi, però, usarlo come un cagnolino (vedere per credere la traduzione dei dialoghi nella mysteriosa lingua magica).
Vengono spalmati qui e là effetti speciali con il solo scopo, almeno così sembra, di mantenere lo standard di "stranezza" di Altrove.
La sensazione finale che si ricava dalla lettura del settimo capitolo delle Storie da Altrove è di insoddisfazione. Non si capisce che bisogno abbia Mabus di aprire la porta dell'Annwn, non si capisce perchè sia così facilmente ingannato da Marlowe, Amanda e Neftis (neanche si trattasse di un Mago Otelma dell'epoca) nè il perchè accetti di allearsi con i cospiratori. Le premesse del personaggio, i poteri che di volta in volta, nelle sua varie apparizioni, ci sono stati presentati dovrebbero far supporre che il sinistro individuo non dovrebbe avere bisogno di nessuno per portare a compimento i suoi nefandi progetti. E invece ce lo troviamo alle prese con l'inetto rampollo di una famiglia nobile inglese o seguito senza che se ne accorga da umanissimi informatori dei servizi segreti inglesi. Per non parlare poi della doppia figuraccia che rimedia con Neftis e con Amanda. Tocco finale, il suo "No, ti prego, non farlo!" rivolto a Cernunnos che lo sta portando in quel mondo da lui tanto anelato. Battute degne dei peggiori film dei Vanzina, citazioni holmesiane buttate lì (Recagno non riesce proprio a rinunciarvi, pare...), sterzate horror, una Amanda ossessionata dalla vecchiaia come una qualsiasi diva del cinema completano il non esaltante quadro.

Sul fronte disegni, i fratelli Esposito si riscattano dalla "mezza figuraccia" rimediata con l'albo precedente, e mettono una cura maggiore nel loro lavoro, raggiungendo così un risultato all'altezza delle loro indubbie qualità tecniche. Anche se la loro Amanda Janosz "versione 1803" è fin troppo somigliante alla ex datrice di lavoro del John Doe della Eura Editoriale, il suo volto più che invecchiato sembra smunto e l'abbondante Neftis, da giovane, era troppo povera per permettersi un ampio guardaroba (vedi scheda della storia)...

Andrà meglio la prossima volta(?).
 

 


 
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