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" Generazioni"

TESTI
Carlo Recagno, con la supervisione di Alfredo Castelli
DISEGNI
G. Alessandrini
Esposito Bros.
L. Filippucci
G. Vercelli


Pagine correlate:

Le celebrazioni del ventennale del BVZM si chiudono con una puntata speciale di Star Trek...

Lunga vita e prosperità \\//_
recensione di Marco Spitella

Il debito verso la storica serie di fantascienza è, infatti, evidentissimo (per i dettagli vedere la scheda della storia), a dimostrazione evidente della passione di Recagno per l'universo narrativo ideato da Gene Roddenberry. Sono moltissimi gli elementi di questa storia dei Detectives dell'Impossibile (il plurale è d'obbligo, anche se il Docteur Mystère è più un eroe da romanzo d'appendice che non un detective...) ad essere strettamente legati alla saga spaziale dell'Enterprise, a partire proprio dall'idea centrale dell'anomalia spazio-temporale.

Come riportato nella scheda, nell'episodio conclusivo di "Star Trek-The Next Generation" il Capitano Picard veniva trasportato avanti e indietro nel tempo alla caccia delle origini di una distorsione dello spazio-tempo che avrebbe potuto distruggere il genere umano, riuscendo alla fine a "salvarci" tutti. Nella storia di Recagno nessuno dei Martin viaggia nel tempo (se ignoriamo le velocissime incursioni nel passato o nel futuro compiute da Cigale, Martin e il BRZM) ma la sostanziale similitudine resta valida, considerando che alla fine i nostri eroi riescono, in qualche modo, a "salvare il mondo" (anche perchè l'anomalia si rivela essere assai meno pericolosa di quanto paventato...).

"La storia è ben scritta, godibile, ma forse non adeguata alla conclusione di un ciclo celebrativo."
   

Certo, da una storia che aveva il dichiarato intento di concludere le celebrazioni del ventennale della pubblicazione delle avventure di Martin Mystère ci saremmo aspettati qualcosa che avesse una maggiore continuità con il mondo del "solo" Martin Mistère, qualcosa che ne rafforzasse la figura e sciogliesse, ad esempio, alcuni dei numerosi nodi lasciati ancora ben serrati nelle vicende vissute dal Detective dell'Impossibile (i "nuovi" rapporti con Orloff, per citarne soltanto uno...). E' questo il principale difetto che abbiamo riscontrato in un testo senza dubbio difficile da amministrare vista la presenza di ben quattro (Martin, Cigale, Docteur Mystère e il cyborg) protagonisti, ognuno con le sue peculiarità, ognuno da far agire coerentemente. Le altre pecche di questo lavoro si evidenziano nella presenza di Dee e Kelly, due macchiette inutili e irritanti (ben più di quanto, a volte, siano i loro discendenti nostri contemporanei), nello scarso rilievo dato alla figura di Dickens, che sembra essere stato inserito solo con il ruolo di pretesto per la presenza dell'ebdecaedro nel 1849 e nel senso di fretta generalizzato che ha portato a concludere la vicenda in un modo, tutto sommato, banale (l'anomalia è chiusa in un time-loop, per cui non può fare danni...).

Un discorso a parte, in quanto non strettamente legato al "nostro" Martin Mystère, va fatto sulla personalità del Martin robotico. Nel corso delle sue apparizioni in Nathan Never il cyborg sembrava avere deciso di non continuare a "cercarsi" come Martin Mystère del XX secolo e di avere accettato pienamente il suo essere, la sua propria vita. Qui, invece, troviamo una persona straziata da dubbi e rimpianti che soltanto quando viene messa davanti ad una scelta che avrebbe distrutto totalmente, nel passato, nel presente e nel futuro la sua stessa esistenza riesce ad accettarsi... E' certo che i fans del BVZM non debbano per forza essere anche tra gli estimatori dell'Agente Alfa (e quindi non è detto che comprino gli albi a lui dedicati), ma una maggiore coerenza ed una più severa continuità non avrebbero guastato.

Di contro, abbiamo apprezzato il "minimalismo" adottato per quanto riguarda il regalo degli "dei" a Martin, che a prima vista può sembrare ben piccola cosa (una riappacificazione tra Martin e Carol) ma che, in effetti, rappresenta un nuovo corso della vita passata del Detective dell'Impossibile creato, come già avvenuto in MM n.185, dall'intervento dell'Ebdecaedro. In questo nuovo corso temporale, quindi, Martin e Carol non hanno mai litigato dopo il chiarimento, ma sono rimasti sempre in contatto, presenti anche se a distanza ognuno nella vita dell'altro.

La sceneggiatura è nel complesso ben strutturata, considerando la difficoltà che si può incontrare nel rendere omogenea una vicenda che vive di continui spostamenti temporali, e chi scrive ha particolarmente apprezzato il senso di ulteriore confusione creata dal fatto che gli incontri tra gli agenti temporali e Rose non avvengono, come per logica (se di logica si può parlare in una vicenda di paradossi temporali...) ci si aspetterebbe a partire dal 1849 (prima manifestazione dell'anomalia, secondo il nostro calcolo lineare del tempo). Il risultato ottenuto da Recagno è, quindi, buono, ma risente certamente dei difetti riscontrati nel soggetto, pur riuscendo ad essere armonico ed organico nonostante i numerosi flashbacks e flashforwards che, se mal gestiti, avrebbero potuto certamente rivelarsi fonte di numerosi problemi.

(9k)
Passato, presente,
futuro e... futuro anteriore ;-)

disegni di Filippucci, Alessandrini,
Esposito Bros. e Vercelli (c) SBE 2003
   
 

I disegni sono senza dubbio il vero punto di forza di questo albo. Filippucci ci regala una prova superba, realizzando immagini molto intense e suggestive (una su tutte il "volo" su Londra di Rose) e confermando, se mai ce ne fosse bisogno, la sua maestria. Notevole anche l'apporto di Vercelli che crea assai validamente le atmosfere cupe di un ventiseiesimo secolo che ci appare carico di problemi. Buono, ma senza particolari guizzi, il lavoro di Alessandrini (forse da lui ci saremmo aspettati qualcosa di più...), adeguate all'atmosfera fantascientifica dell'epoca (e dell'epica) di Nathan Never le soluzioni grafiche degli Esposito Bros. Da apprezzare anche la copertina che, con i dovuti distinguo stilistici, è molto "supereroistica" ;-). Bella la scelta dei colori, efficace l'immagine scelta da Filippucci che presenta dinamicamente i tre protagonisti della storia (anche se, in effetti, al posto del Docteur dovrebbe apparire, per logica, Cigale...).

In conclusione: un ottimo albo commemorativo, con una storia che pur non arrivando all'eccellenza si dimostra decisamente valida, di piacevole lettura e appassionante. Cosa chiedere di più?
 

 


 
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