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" Il gatto che sapeva leggere"

TESTI
Alfredo Castelli
DISEGNI
Franco De vescovi

Nuove prospettive

Pagine correlate:

Dopo tante stranezze Manny Gould ritorna in se stesso ma è invecchiato e solo. La tragedia di un anti-Mystère.

Animal House
recensione di Daniele Calandra

Quando nel dicembre del 1989 (n.93-94, "Una storia di Natale") Manny Gould compariva Gesù bambino alla porta del clan Mystère, Martin stava affrontando con angoscia l'idea di invecchiare. E nel cuore della notte e di quella storia, lamentandosi con Diana, invocava un deus-ex-machina che gli restituisse la piena giovinezza. Fantasticava, il BVZM, di sovvertire l'ordine della natura (in quella storia il "diavolo" della serie Mister Jinx faceva pure un cameo), una fantasia che Manny Gould faceva realtà imponendo alle sue cellule di non invecchiare (non si è mai capito come...). Punito dalla natura poetica e bacchettona, il tracotante conosceva il contrappasso: invece di invecchiare ringiovaniva e il Natale del blasfemo uomo-Dio sarebbe stata la sua non nascita. Nel 1989 Manny scompare.

Queste le premesse de "Il gatto che sapeva leggere", seguito di quella storia, che ci restituisce Manny Gould sotto forma di gatto e racconta di come riesca infine a recuperare il proprio corpo. Alla fine della fiera gli anni perduti da Manny (quasi quindici) sono stati perduti, i suoi capelli sono bianchi ma di lui è cambiato l'atteggiamento: rivolgendosi alla vecchiaia nell'ottima scena finale (incarnata per l'occasione dal depresso signor Archer) si scopre ottimista perché ci sono da affrontare interi anni, con calma, senza catastrofismi...

"Manny è stato una delle tante nemesi del BVZM: simili le premesse, simili le conclusioni..."    
Manny è stato una delle tante nemesi del BVZM: simili le premesse, simili le conclusioni. Uomini moderni, coetanei, stesso ceto, curiosità intellettuale, rifiuto e "accettazione" della vecchiaia. Ma se il pensiero negativo logora il signor Archer e ha "distrutto" quindici anni di Manny convertendolo in un mystero, il detective dell'impossibile, applicando la propria attenzione al mondo fuori di se, è riuscito ad avere una vita ricca muovendosi, ci si immagina, verso una vecchiaia serena. "L'ottimismo è il profumo della vita!". Martin e lo scorrere del tempo hanno migliorato il loro rapporto e, nel negozio di giocattoli, il BVZM si limita solo a una breve e patetica riflessione sul proprio infantilismo senile: "si accorge" con nostalgia di non essere più un bambino e di invecchiare. La voce del diavolo sembra avere perso vigore (e Jinx stavolta non c'è).

La favoletta si legge con piacere: è ben sceneggiata e tutta la vicenda del gatto e l' "intrigo polacco" virano intelligentemente sul farsesco. Martin, Java e il gatto arrivano sempre al posto giusto guidati dalla "provvidenza" e salvati dai vari antagonisti che, perseguendo i loro scopi e comportamenti irrazionali, spianano la strada alla vittoria dei buoni. La megera (n.271), cattivo senza nome e grottesco, è ridicola e brillantemente caratterizzata da Devescovi: quando "parla solo polacco" è ai margini delle vignette, muta, espressione non certo minacciosa (pag.39); a pag.48 il lettore scopre che fingeva... parla perfettamente l'inglese ed è pronta a raccontargli tutti i retroscena. Altrettanto assurda l'interprete, anche lei senza nome, che inizialmente si segnala per una misurata ma ostentata ostilità verso Mystère e Java e alla fine si rivela il vero nemico gridando "Uccidili! Uccidili!" a Manny diventato pericoloso uomo gatto.

(19k)
Nuove prospettive
disegni di Franco Devescovi (c) 2004 SBE

I disegni dell'alessandriniano Devescovi sono assolutamente positivi. Tratto ordinato e regolare, si lascia confondere facilmente con Laura Zuccheri o Alessandrini, è molto bravo a descrivere i volti dei personaggi (risalta la "commedia umana" rappresentata dal patetico Archer). I disegni travestono abilmente i nemici di Mystère fino a quando la storia vuole farci credere che siano insignificanti e innocui. Ben realizzato il gatto Mehitabel.

Le copertine di Alessandrini sono molto simpatiche e divertenti; quella del secondo albo si fa perdonare per descrivere (come spesso capita) qualcosa che con l'albo non a nulla a che fare: Martin minacciato dai lupi...

Al di là della meccanica riconquista della vita di Manny, la storia sembra girare bene proprio per l'intima ridicolaggine dell'intreccio che risolve la vicenda. Questo non è un male ma è segno di una tendenza evidenziata anche dal recente n.268 (con la sua conclusione demenziale): la collana di Martin Mystère riesce ad oggi a proporre buone cose demolendo se stessa nel ridicolo più spesso di quanto non riesca a fare prendendosi sul serio.
 

 


 
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