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" Le sabbie dell'Asia Centrale"


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Il ritorno alle origini avventurose del BVZM...

Alla ricerca della città perduta
recensione di Cristian Di Clemente



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Vietti
   

Come aveva anticipato a Lucca Comics 2002 (vedere report), il "nathanneveriano" Stefano Vietti torna ai testi del BVZM con l'intenzione di recuperare le origini archeologiche ed avventurose del personaggio e gli scenari esotici.

Un intento di sicuro interesse poiché, in origine, Martin Mystère avrebbe dovuto continuare la tradizione della Grande Avventura dei film e fumetti americani degli anni '30 e '40 (come dimostrato da Allan Quatermain, personaggio creato negli anni '70 da Castelli e Busticchi, considerato una sorta di "prova generale" per il BVZM). Quando Martin esordì in edicola nell'aprile 1982, tuttavia, Indiana Jones era da poco arrivato nelle sale cinematografiche e allora il BVZM, pur rimanendo avventuroso, diventò meno scatenato e più intellettuale per evitare che il pubblico lo ritenesse, erroneamente, una "scopiazzatura".

Allo stesso tempo l'intento di Vietti non è semplice poiché, con l'invecchiamento del protagonista (inizialmente quarantenne, oggi Martin ha sessant'anni, anche se da qualche anno, grazie alle pillole dello Zio Paul, vedere n.174, il problema dell'età è stato congelato) le tematiche avventurose si sono progressivamente allontanate dalla serie (gli amici dicono che il BVZM è diventato "pantofolaio" :-)) e nuove caratteristiche si sono aggiunte al protagonista, prima fra tutte la sua leggendaria logorrea, che potrebbe contrastare con situazioni troppo avventurose o d'azione.

"I risultati di questo primo "ritorno al passato" sono piuttosto deludenti"    

I risultati di questo primo "ritorno al passato" sono, tuttavia, piuttosto deludenti. E dire che l'incipit, pur non brillando per originalità, non è male: una città perduta nel deserto, un'ambientazione esotica e di grande fascino che richiama antiche emozioni: alzi la mano il lettore di vecchia data che non ha provato un briciolo d'emozione nel rivedere Martin con il giubbotto da esploratore che indossava nei primi anni della serie (che però anche in questa storia ritorna presto nel cassetto :-(...).

Purtroppo allo spunto iniziale si susseguono soluzioni narrative poco "mysteriose" e all'insegna dei film d'avventura più classici (troppo): il mondo sconosciuto agli uomini dominato da un tiranno, i ribelli che lo combattono e il tradimento dei seguaci del despota.

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Meglio di Magico Vento!
disegno di Rodolfo Torti (c) 2002 SBE

A questo quadro poco stuzzicante si aggiunge l'ancor più classico elisir di lunga vita ottenuto da un fungo che cresce solo in quel luogo sconosciuto al mondo. Non mancano poi le situazioni paradossali: dalle modalità dell'attentato contro la città che ne ha provocato la scomparsa (vedere la scheda della storia) al fatto che, dopo secoli di lotta, i reietti non avessero compreso che il tiranno Hasan li teneva sotto controllo con un numero di persone davvero esiguo rispetto a quello dei ribelli (Martin, invece, lo intuisce in un giorno appena).

La sceneggiatura è sufficientemente scorrevole e con i tempi giusti. La caratterizzazione di alcuni protagonisti è resa efficacemente dai loro gesti (Miska, organizzatore di spedizioni, che ricorda molto Chris Tower per i modi bruschi e autoritari con i suoi addetti) o dalle loro frasi (Hasan, il tiranno, che non si lascia mai sfuggire occasione per esprimere verbalmente il suo disprezzo nei confronti dei reietti). Poco incisivi risultano, invece, l'antropologa Caterina, la schiava Sifaya e il nano Omar.

"Vietti è attento e abile a non stravolgere il BVZM di oggi..."    
Vietti strizza l'occhio al lettore facendo frequentemente citare ai protagonisti Indiana Jones e i film di avventura nelle sequenze più classiche (la porta decorata alle pag.95-96 del n.248), oppure ironizzando (Java che salva gli amici in difficoltà vestito solo di un asciugamano, pag.68-69 del n.248). In ogni caso, Vietti è attento e abile a non stravolgere il BVZM di oggi, tutt'altro che il classico avventuriero che arriva in un mondo sconosciuto e salva gli oppressi da una lunga tirannia. Martin impugna una pistola e spara contro i suoi avversari (elemento di per sé degno di nota, data la parsimonia con cui avviene nella serie da sempre) ma, per il resto, non è determinante ed è invece "utilizzato" dal tiranno e dai ribelli per raggiungere i loro fini. Martin, inoltre, non partecipa alla battaglia finale e, in altre situazioni di scontro fisico, è in forti difficoltà e necessita dell'aiuto altrui.

Segnaliamo la tavola conclusiva dell'episodio. In una sorta di gemellaggio con il "musone" Nathan Never, di cui Vietti è lo sceneggiatore principale degli ultimi anni, abbiamo un Martin che ci comunica le proprie considerazioni tramite didascalie anziché, come siamo abituati, dal monitor del suo computer. Le sue osservazioni suonano, tuttavia, troppo retoriche allo smaliziato lettore di oggi.



DISEGNI
Rodolfo Torti    

I disegni di Rodolto Torti presentano più ombre che luci, pur raggiungendo una sufficienza stiracchiata.

"Prova opaca di Torti"    
L'espressività dei personaggi è generalmente buona (con qualche eccezione, come il brutto Martin dell'ultima vignetta di pag.17 del n.248), ma ogni tanto i volti sono ai limiti del grottesco (il tecnico con gli occhiali nella prima vignetta a pag.43 del n.248) o con lineamenti differenti da una vignetta all'altra (Hasan nella seconda e terza vignetta di pag.81 del n.248).

E' comunque la povertà nei dettagli di troppe vignette ad abbattere il giudizio sui disegni: a titolo di esempio citiamo, nel n.248, la caverna con pareti luminescenti (ultima vignetta pag.73 e prima vignetta di pag.95) e, nel n.249, il panorama della prima vignetta di pag.23.

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Il terrorismo trecento anni fa
disegno di Rodolfo Torti (c) 2002 SBE

Torti realizza invece un buon lavoro nella sequenza della tempesta di sabbia (pag.47-48 del n.248) e in quella, la più spettacolare della storia, del crollo della città Laputa sulla gemella Lagado situata centinaia di metri sotto di essa (pag.82 del n.248): tavole che bene esprimono tutta la forza e la potenza del vortice di sabbia e del terribile schianto.



GLOBALE
 

Le due copertine di Alessandrini non sono indimenticabili ma illustrano adeguatamente il contenuto dell'episodio, pur presentando situazioni non presenti al suo interno.

Nel punteggio globale, restituiamo qualche punto a questa storia per dare atto a Vietti del coraggio dimostrato nel riscoprire le origini avventurose del BVZM. Ora lo attendiamo con soggetti più intriganti e "mysteriosi", convinti che il recupero dell'aspetto avventuroso nelle trame di Martin sia una buona carta da giocare, ma con molta attenzione per non snaturare il personaggio come si è evoluto nel corso degli anni.

Per ulteriori note ed informazioni, vedere anche la scheda della storia


 

 


 
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