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" L'isola delle
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Avventura in solitario per Martin, il quale, volente o nolente, si ritrova ad affrontare un caso apparentemente impossibile.

Alla ricerca del terremoto perduto
recensione di Roberto Giammatteo



TESTI
Sog. e Sce. Alfredo Castelli    

Affermare, ancora una volta, che Alfredo Castelli sia riuscito a costruire una storia più che buona, equivale a dire di aver scoperto l'acqua calda. Eppure è proprio così. E' inutile andare per il sottile, Alfredo Castelli è Martin Mystère, e viceversa, e se solo per un attimo il BVZA (Buon Vecchio Zio Alfie) allenta un po' la presa dal suo pargolo prediletto, i risultati sono sul banco (degli imputati???).

Affermare che ancora una volta Alfredo Castelli sia riuscito a costruire una storia più che buona, equivale a dire di aver scoperto l'acqua calda.    
La storia riprende in considerazione il discorso delle invenzioni impossibili, già trattato in altre occasioni. L'avventura inizia con Martin che sta facendo ricerche per un programma televisivo sulle "Company Town" (sorta di piccoli insediamenti che si dichiarano indipendenti, divenendo una sorta di stato indipendente) e si ritrova alla fine a combattere contro una misteriosa organizzazione che cerca, studiando macchinari impossibili, di destabilizzare il mondo. L'autore orchestra al meglio tutta la trama, con un colpo di scena (si potrebbe definirlo anche un colpo di classe) finale, inaspettato, che ci permette di vedere gli Uomini in Nero sotto un'ottica diversa dalla solita a cui ci eravamo abituati.
Caso particolare, abbiamo un Martin che agisce in solitario, senza alcun intervento dei suoi amici più cari.

In fase di sceneggiatura, il BVZA utilizza una serie di flashback (metodo molto usato nelle ultime avventure di Martin Mystère) per raccontarci cosa è accaduto al Detective dell'Impossibile; ad un certo punto ci ritroviamo, addirittura, un Martin che ricorda di ricordare. Ci troviamo ad affrontare così numerosi cambi di ambientazione e ritmo che fanno risultare molto gradevole la lettura.
Alla fine dell'avventura è presente un riferimento a quel, ancora di motivo ignoto, conto alla rovescia che ci sta tormentando da qualche numero. Questa volta, però, a differenza dela storia precedenete, risulta meglio inserito (è la vignetta che chiude la vicenda!!) anche se dà ancora la sensazione di qualcosa inserita dopo che la storia fosse stata completata.

A proposito, avete provato a calcolare quando arriveremo a zero? Ipotizzando una media di due storie ogni tre albi (il n.200 sarà una storia singola), si arriva esattamente al gennaio del 2000. Chissà cosa avrà in mente il vulcanico Alfredo.

Per le varie curiosità vi rimandiamo alla Scheda della Storia.


DISEGNI
Rodolfo Torti    

Albo senza infamia e senza lode per l'autore romano. Sicuramente è tra gli autori che meglio si sono adattati allo stile di Alessandrini. Buono l'uso del contrasto tra bianco e nero, che non disturba la lettura e la comprensibilità delle varie vicende. Una curiosità, in tutta la storia fa un uso fequente di primi piani, forse non gli piacciono gli sfondi?



GLOBALE
 

Chissà perchè Giancarlo Alessandrini non riesce ad essere costante nella realizzaione delle cover. Bellissima per atmosfere e colori quella dell'albo n.193, completamente anonima, anche se non è proprio brutta, quella dell'albo successivo. nel momento in cui riuscirà ad ottenere una costanza di rendimento, potrà essere valutato sicuramente come uno dei migliori copertinisti italiani.
 

 


 
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