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Sog. Riccardo Borgogno
Sce.Pierfrancesco Prosperi
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Storia un po' particolare quella di questo mese, visto che, sicuramente, ha due
chiavi di lettura differenti. Il primo approccio alla lettura, è quello
che comunemente si ha nei confronti di una storia che avrà una sua conclusione;
il secondo, tenendo conto che la storia è un piccolo tassello di un progetto
che ancora non è stato presentato nella sua interezza. Fautore di
questo grande affresco è di certo il vulcanico Castelli. Il soggettista, Riccardo
Borgogno è al suo primo lavoro per la Bonelli, mentre lo sceneggiatore,
Pierfrancesco Prosperi, è già noto ai lettori di Martin Mystère
e Zona X. Il soggetto è un po' fiacco, privo di pathos, con pochi,
e alquanto prevedibili, colpi di scena e con personaggi privi di personalità. Neanche una buona sceneggiatura,
scorrevole e mai noiosa, riesce a risollevare una storia blanda che non riesce a trascinare
il lettore. L'unica pecca della sceneggiatiura sta nel finale un po' affrettato, dettato, probabilmente, da problemi redazionali spazio/temporali.
Neanche una buona sceneggiatura,
scorrevole e mai noiosa, riesce a risollevare una storia blanda che non riesce a trascinare
il lettore.
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Un dubbio, inoltre, si è insinuato come un tarlo nella mia mente, quando sono arrivato
a leggere il finale. L'impressione è che la storia non c'entrasse
nulla con il fantomatico progetto di Castelli (per chi non lo sapesse, mi sto riferendo
allo strano conto alla rovescia che è cominciato con la storia del
191/192Il caso Majorana) e che sia stata adattata in seguito, in fase di sceneggiatura.
Speriamo almeno che il grande affresco mysteriano che si profila all'orizzonte
mitighi un po' l'amara delusione che assale il lettore dopo aver letto questa
storia, questa è l'impressione, riempitiva
Per le varie curiosità vi rimandiamo alla Scheda della Storia.
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Giuseppe Montanari e Claudio Piccoli
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Seconda prova ai disegni della coppia Montanari & Piccoli nella collana di
Martin Mystère. Gradevoli i disegni, ben realizzati i vari ambienti, dai
siti archeologici ai quartieri iperaffollati di Bombay. Ben caratterizzati anche
i vari personaggi. Una prova più che sufficiente. Le tavole di Montanari & Piccoli
sono migliori qualitativamente di quelle realizzate dallo stesso Montanari, in coppia con Grassani, sulla pagine di Dylan Dog.
Giancarlo Alessandrini realizza una copertina che, per i colori utilizzati,
ricorda quella del n.174 Affari di Famiglia. Ma l'effetto
finale ottenuto non è lo stesso, anzi io direi che la cover di questa storia è
propio una delle più scialbe degli ultimi tempi.
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