Il piper di Mister No


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Il piper di Mister No: il suo "pedigree".

Sergio Bonelli ha avuto l'idea del personaggio di Mister No in occasione di un viaggio in Messico negli anni '60. Nel piccolo aeroporto di Palenque incontrò un curioso individuo, che sembrava uscito dritto dritto da un fumetto: un certo Capitano Vega, pilota d'aereo. Questo "hippy" utilizzava il suo piper come taxi aereo per trasportare merci, ma anche turisti e uomini d'affari in gita nella penisola dello Yucatan. Sergio Bonelli dirà in seguito:

"Mi piace questo piccolo piper perché si tratta di un aereo un po' rozzo, semplice e anche un tantino scassato, ma anche più umanizzato.. Dove agisce Mister No il velivolo è indispensabile. Senza di esso non riuscirebbe a vivere, non solo per la sua professione di pilota ma perché non potrebbe sfuggire a certe situazioni di quel mondo che è la foresta amazzonica. Da qui un tipo di rapporto quasi tra due individui più che tra l'uomo e il mezzo meccanico.."

Ma Bonelli, poco ferrato per quanto riguarda la meccanica ("non sono un amante dei mezzi meccanici", secondo le sue parole) sarà piuttosto reticente sul modello di piper utilizzato da Mister No. Cerchiamo di vederci più chiaro seguendo il tratto dei disegnatori.

Il piper in volo
Vignetta di Franco Bignotti, Mister No n.11, pag.5

(c) 1976 Sergio Bonelli editore

Il piper in volo<br>Vignetta di Franco Bignotti, Mister No n.11, pag.5<br><i>(c) 1976 Sergio Bonelli editore</i>

Le ali alte, sostenute da due tiranti laterali, il carrello d'atterraggio e il ruotino di coda indicano chiaramente che l'aereo di Mister No fa parte della famiglia dei piper Cub della ditta Piper Aircraft. All'origine, il nome Cub indicava il celebre J-3, un piccolo aereo molto leggero costruito in migliaia di esemplari. Poi, per estensione, tutti i piper con carrello classico e ali alte entreranno nella categoria dei Cub. Il J-3 era utilizzato soprattutto per missioni di osservazione. Si trattava di un biposto in tandem, poco adatto al trasporto dei passeggeri o delle merci. Inoltre, quando il pilota era solo a bordo, doveva occupare il sedile posteriore per scrupolo di centraggio. Ora, fin dalla prima storia di Mister No, Gallieno Ferri disegna un piper con un interno biposto fianco a fianco. Ecco dunque il J-3 come aereo di Mister No. Ma ecco anche il PA-11, che è una variante del J-3 in tandem.

Piper biposto
Vignetta di Gallieno Ferri, Mister No n.1, pag.85

(c) 1975 Sergio Bonelli editore

Piper biposto<br>Vignetta di Gallieno Ferri, Mister No n.1, pag.85<br><i>(c) 1975 Sergio Bonelli editore</i>

In seguito, è apparso il PA-12, un Cub da turismo a tre posti. Nella cabina di pilotaggio il pilota si posiziona nel sedile anteriore, mentre i due passeggeri siedono fianco a fianco nei sedili posteriori. Nemmeno in questo caso l'abitacolo corrisponde al disegno di Ferri, in cui il passeggero è chiaramente seduto a fianco del pilota. Ecco quindi il PA-12 con la sua configurazione a triangolo.
La ditta Piper Aircraft modificherà il PA-12 per farne un quadriposto. Esteriormente, il profilo non cambia, in quanto soltanto la cabina viene allargata. Si tratta del piper PA-14. Il pilota è seduto sul sedile anteriore sinistro e può imbarcare tre passeggeri, di cui uno seduto al fianco, alla sua destra. Questa configurazione, naturalmente, ci riporta ai disegni di Ferri e della sua cabina di pilotaggio biposto, fianco a fianco. Tuttavia, la configurazione biposto fianco a fianco non esiste nei Cub originari. Bisogna perciò escludere il PA-14 ?
Il modello successivo fu il PA-18, che ereditò la cabina spaziosa del PA-14 ma in modalità biposto tandem. Inoltre, la sua commercializzazione inizia nei primi anni '50 e in questo periodo Mister No acquista il suo piper d'occasione. Ecco dunque il PA-18 e i successivi.
Un altro elemento potrebbe darci indicazioni sul modello di piper: il cruscotto. Ma si tratta di un elemento che non può essere preso in considerazione, tanta è stata la libertà, la fantasia e la variabilità con cui i disegnatori modificano tale elemento in modo irrealistico (mentre si accordano all'unisono per il look esterno del piper).
In conclusione, il piper di Mister No è verosimilmente un PA-14. Ma allora, perché Ferri, Diso e gli altri hanno disegnato all'inizio un abitacolo biposto invece di un quadriposto? Il piper del Capitano Vega era così all'interno? All'apparenza, è semplicissimo. Era frequente, per i piloti che trasportavano merci, il desiderio di aumentare l'abitacolo. A tale scopo, niente di più semplice che smontare i sedili posteriori per guadagnare spazio comodo a favore delle merci. Così la configurazione quadriposto diventava una configurazione biposto fianco a fianco, molto spaziosa. Di conseguenza, l'abitacolo disegnato da Ferri diventa conforme a questa realtà. Bonelli e i disegnatori di Mister No, sicuramente ben documentati, erano al corrente di questo "trucco", alla creazione della serie? Oppure è stato un caso? Senz'altro, in seguito, gli autori daranno un sacco di lavoro a Mister No e ai suoi meccanici. In effetti, con il susseguirsi di storie e di passeggeri trasportati, si passa allegramente dal biposto al quadriposto. Un sacco di lavoro in vista per montare/smontare i sedili posteriori...

Il piper in configurazione biposto
Vignette di Bignotti, Mister No n.23, pag.78 e Mister No n.3, pag.72

(c) 1975-1977 Sergio Bonelli editore

Il piper in configurazione biposto<br>Vignette di Bignotti, Mister No n.23, pag.78 e Mister No n.3, pag.72<br><i>(c) 1975-1977 Sergio Bonelli editore</i>

Piper quadriposto per il trasporto dei passeggeri
Vignette di Roberto Diso, Mister No n.6, pag. 29 e pag.31

(c) 1975 Sergio Bonelli editore

Piper quadriposto per il trasporto dei passeggeri<br>Vignette di Roberto Diso, Mister No n.6, pag. 29 e pag.31<br><i>(c) 1975 Sergio Bonelli editore</i>

Il piper bianco di Mister No
Vignetta di Donatelli, Mister No n.16, pag.58 e una foto di un hangar di Manaus

(c) 1976 Sergio Bonelli editore

Il piper bianco di Mister No<br>Vignetta di Donatelli, Mister No n.16, pag.58 e una foto di un hangar di Manaus<br><i>(c) 1976 Sergio Bonelli editore</i>

Qualche aneddoto

  • Per i disegnatori, un adulto in piedi nella cabina di pilotaggio non pone alcun problema. Ciò è invece completamente irrealistico. L'altezza del piper è di appena due metri dal suolo nella parte alta delle ali.
  • Certi disegnatori, come Donatelli nei n. 16-17, Uno sporco affare, si trovano a disagio con il posto di pilotaggio, ponendolo talvolta a sinistra, talvolta a destra, come pure con i sedili, talvolta un lungo sedile unico, talvolta con sedili separati, come anche nei n.20-21, Evasione.
  • Il cruscotto è molto fantasioso, a seconda dei disegnatori.
  • La superficie vetrata della cabina di pilotaggio varia a seconda dei disegnatori.
  • L'interno del piper è talvolta più vasto di quello di un cargo, come nei n.22-24, Destinazione Haiti.

L'elenco sarebbe lungo... ma Bonelli ha sempre affermato che non era un maniaco della precisione.
(Grazie ad Alain, pilota istruttore di aeroclub, per il suo aiuto)