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Scheda IT-MN-364-379

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Grazie Sergio, non ti odieremo mai abbastanza

di V.Oliva

Le avventure di Jerry Drake sono finite da alcuni mesi; ve ne saranno altre, ma nessuno crede che potranno davvero rappresentare una continuazione, o anche soltanto una ripresa: Mister No ha chiuso. Non è facile riprendere il filo di riflessioni fatte quando ancora l’ultima sequenza narrativa - il finale nolittiano - era in pieno svolgimento da una decina di albi, avendo perciò già dispiegato e mostrato la sostanza del suo potenziale.

Tant’è.

Recuperando quelle riflessioni..


Questa storia mi sta facendo incazzare. Perché è splendida: fluviale, intensa, ricchissima di umanità, di avventura pura, di spunti di riflessione, di tristezza malinconica, di personaggi vivi e vividi, quelli commoventi come quelli laidi. Perché questa storia riporta sulla scena il Mister No più autentico, quello provato da mille vicissitudini eppure mai domo, quello che ha cambiato il fumetto seriale da edicola dimostrando quale profondità potesse raggiungere la leggerezza, quale complessità umana potesse nascondersi dietro la vita senza pensieri apparenti di un avventuriero sciupafemmine. Quel personaggio modernissimo, new global nel cuore e nei fatti - d'istinto, per istinto di giustizia - prima che in una qualsiasi scelta meditata. Prima, molto prima che tutto ciò fosse fenomeno di massa.

Celina Camargo guida l'empate
disegni di Roberto Diso, da Mister No n.373

(c) 2006 Sergio Bonelli Editore

Celina Camargo guida l'empate<br>disegni di Roberto Diso, da Mister No n.373<br><i>(c) 2006 Sergio Bonelli Editore</i>

... ha cambiato il fumetto seriale da edicola dimostrando quale profondità potesse raggiungere la leggerezza, quale complessità umana potesse nascondersi dietro la vita senza pensieri apparenti di un avventuriero sciupafemmine
Mi sta facendo incazzare perché questo personaggio era stato lasciato ingrigire, inaridirsi, in una serie di storie prive di ispirazione, di nerbo, storie annoiate dove la noia primaria era quella dei suoi autori; storie che fornivano il solito alibi, al solito falso come una moneta di cioccolata: cosa volete che abbia più da dire dopo trent'anni (per altri saranno venti, per altri ancora cinquanta o sessanta)?
Ed ecco cosa ha (aveva :-/) da dire Mister No oggi. Basta leggere questa storia, i suoi drammi umani e sociali che ci scaraventano dritti agli albori di quella rivoluzione umana e sociale che stiamo vivendo; i drammi privati dei singoli che li vivono, li respirano, li soffrono, gli eroismi degli uni e le piccinerie degli altri. Il senso di questa storia è nell'avventura matura e complessa che essa racconta, avventura classicissima e modernissima, orchestrata con senso del ritmo perfetto, dosando pause e accelerazioni, scavando nei personaggi e lasciandoli liberi semplicemente di mostrarsi attraverso le loro azioni.

Epidemia tra gli indios Waimiri-Atroari
disegni di Stefano e Domenico Di Vitto, da Mister No n.377

(c) 2006 Sergio Bonelli Editore

Epidemia tra gli indios Waimiri-Atroari<br>disegni di Stefano e Domenico Di Vitto, da Mister No n.377<br><i>(c) 2006 Sergio Bonelli Editore</i>

Questo racconto che vorremmo infinito ci restituisce completo il senso profondo del narrare, esplorandone ogni piega, ogni possibilità, al servizio di - e servito da - un protagonista che come nessuno è in grado di farsi ritratto delle inquietudini, delle paure dell'uomo, e della sua capacità di superare le seconde affrontando con spirito positivo le prime, con il coraggio di pagare sulla propria pelle le inevitabili sconfitte che il pragmatismo del mondo esterno impone agli idealisti.


Un’ultima bottiglia di cachaça scolata al ricordo di una Manaus e un Brasile che non ci sono più. Ma anche a una Manaus e un Brasile letterari che avevano ancora infinite cose da dirci, ma che l’insipienza è riuscita a tacitare.
In realtà non c’è nulla di fondamentale da aggiungere: gli albi finali hanno ulteriormente sottolineato la grande forza narrativa e la modernità di un personaggio iconoclasta e sopra le righe; un uomo incapace di piegarsi alle convenzioni e sempre teso a oltrepassarle. Per ribellismo e amore della verità; per gli occhi di una donna o per la stretta di mano di un amico. Fino a un ultimo albo che è un fluire di malinconia e dolcezza, un precipitato della scrittura libera e anarchica e profondamente romantica di Guido Nolitta, creatore fino all’ultimo di personaggi che palpitano vita e soffrono amore. Un’ultima bottiglia di cachaça scolata al ricordo di una Manaus e un Brasile che non ci sono più. Ma anche a una Manaus e un Brasile letterari che avevano ancora infinite cose da dirci, ma che l’insipienza è riuscita a tacitare.

Grazie Sergio per questa ultima storia; non ti odieremo mai abbastanza per aver lasciato che uno dei personaggi più belli della storia del fumetto si riducesse al lumicino.


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