Paradox Blue

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Paradox Blue
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E' difficile non interpretare come un "segno dei tempi" il fatto che nell'ambito della produzione giapponese si moltiplichino opere che nel loro sviluppo fanno degenerare un'apparenza scanzonata e ciarlatana o banale e quotidiana in un progressivo accumularsi di situazioni inquietanti, ciniche o proprio tragiche quando non apocalittiche.
La "Golden Age" di Osamu Tezuka vedeva eroi, grandi o piccini ma di immensa personalità, partecipare di trame epiche, l'epoca di Go Nagai e Tetsuo Hara mostrava eroi, non importa quanto umani o superumani, travolgere l'intera realtà con la loro forza esplosiva, la "New Wave" di Kya Asamiya, Masaomi Kanzaki e (in ambito completamente diverso) Mitsuru Adachi e Masakatsu Katsura poneva al centro del mondo gli adolescenti ed il loro incrollabile tendere al futuro e, infine, la "New Generation" di Eichiro Oda, Tite Kubo e Masashi Kishimoto, ha glorificato l'etica del gruppo di compagni come giustificazione di ogni sacrificio e ogni gesto eroico. A tutto questo tendere, dopotutto, positivo, inevitabilmente hanno cominciato ad opporsi autori che non riuscivano a non lasciar trapelare, in un modo o nell'altro, una certa angoscia.
Il primo titolo che viene alla mente è Lei: l'arma finale, più dichiaratamente inquietante Leviathan, più sfumato Rozen Maiden, più epico Hellsing. Tutti questi titoli sono accomunati da un dichiarato fascino per l'entropia e da un atteggiamento nichilista da parte dei, e nei confronti degli stessi protagonisti.
A questi titoli sembra volersi aggiungere, sebbene ancora in corso: Paradox Blue, giunto ora al suo terzo volume ed ancora in corso di pubblicazione.

La narratrice.
Izanamiel e (da destra), Shindo, Koda, Christia, Sojuro e Ai.

(c) 2010 GP Publishing

La narratrice.<br>Izanamiel e (da destra), Shindo, Koda, Christia, Sojuro e Ai. <br><i>(c) 2010 GP Publishing</i>

Level 1: Start

Non che la trama faccia pensare a nulla del genere. Nella terra contemporanea gli uomini si trovano a fronteggiare i Paradossi degli Angeli: prove di intelligenza ed abilità a cui vengono sottoposti da parte di gigantesche creature soprannaturali. Se il paradosso viene risolto, per coloro che sono messi alla prova è la prosperità; se si fallisce si va incontro alla distruzione indiscriminata.
Per una qualche combinazione, a fronteggiare con preoccupante frequenza questi paradossi, si trovano i Membri del Consiglio Studentesco dell'Istituto Superiore "A", un quintetto decisamente stravagante per essere chiave della salvezza di tutti quelli che gli stanno intorno.
Abbiamo infatti Tetsuo Koda specializzato nell'uso della forza bruta ma decisamente poco affidabile su qualsiasi altro aspetto. L'algida Ai Kujo, prodigio di logica, capacità atletiche e, comunque, pari al suo collega quando si tratta di ricorrere alle maniere forti. Tatsuya Shindo scansafatiche, mago del travestimento, donnaiolo. Sojuro Hijiri, definito "l'ultimo vero mago" senza che apparentemente se ne capisca il motivo, vista la sua vigliaccheria militante nascosta dietro scuse razionali quanto ciniche, compensata unicamente dal fatto che la risoluzione di ogni paradosso, infine, è quasi completamente merito suo.
A comandare questo gruppo di "non normali" (come sempre) studenti giapponesi c'è il personaggio probabilmente più strambo ed implausibile: la studentessa straniera Blue Christia Himekawa, eletta Rappresentante degli Studenti al suo primo anno di scuola nonostante sia sventata, infantile, iperentusiasta.
Anche gli antagonisti hanno le loro bizzarrie, e non ci riferiamo tanto all'aspetto mostruoso con cui si presentano, ma ad esempio al fatto che il narratore della storia è niente di meno che il capo degli Angeli: l'angelo (o angelessa) Izanamiel e che, dopotutto, paiono essere null'altro che esecutori di una missione di cui loro stessi sembrano non condividere completamente il fine. Introdotti i protagonisti, la narrazione procede con una struttura molto simile a quella dei "librogames" con il coinvolgimento del lettore stesso nelle prove da risolvere ed il rimando alle pagine corrispondenti all'esito di ciascuna risposta. Peccato che, man mano che la narrazione avanza, il lettore ha sempre meno possibilità di seguire le prove e, sopratutto, gli eventi cominciano a sembrare sempre meno alla portata degli spensierati protagonisti, la cui completa mancanza del seppur minimo buon senso (con la sola eccezione del pavido Sojuro) pare sempre di più una risposta alla situazione che non un difetto di caratterizzazione.

Grandi discorsi...
... futili motivazioni. I protagonisti alla prova.

(c) 2010 GP Publishing

Grandi discorsi...<br>... futili motivazioni. I protagonisti alla prova.<br><i>(c) 2010 GP Publishing</i>

Boss Incoming!

Dopo 3 volumi è divenuto abbastanza chiaro ai lettori che questa pubblicazione della GP Publishing possiede decisamente qualcosa di anomalo. Non si tratta della struttura "LibroGame", certo decisamente inconsueta, nè nel continuo interloquire della regina dei cattivi con il lettore. Quello che decisamente comincia a diventare disturbante, con una progressiva accelerazione, è il contrasto tra l'apparente luminosità dei protagonisti, i dialoghi sventati ed i siparietti comici, ed il modificarsi delle "regole del gioco", con antagonisti sempre meno comprensibili e squarci sul passato dei protagonisti stessi. La sceneggiatura di Tatsurou Nakanishi con una progressione costante va a sorprendere sia il lettore che i personaggi. Anche il tratto partecipa di questo contrasto: i disegni dell'artista che si cela dietro lo pseudonimo di Nini sono estremamente luminosi, i personaggi longilinei ed affusolati, le ragazze in particolare sembrano in alcuni momenti statue di cristallo. Trattandosi di un manga d'azione, le scene sono tratteggiate con estrema cura ed attenzione all'effetto, spezzando un singolo momento in una sovrapposizione di campi e piani in modo da ottenere dei "ralenty" o delle accelerazioni di potenza. Eppure, ciò che il lettore arriverà a ricordare saranno quasi certamente le espressioni dei protagonisti in alcuni momenti.

Bad End?

Nell'ambito dei videogames moderni "Bad End" è decisamente peggio del "Game Over". Non si tratta infatti di perdere per un momento di distrazione, per un avversario troppo forte o per un rompicapo troppo difficile, ma di aver ottenuto una fine più o meno tragica a causa di un accumularsi di errori da noi imposti al nostro alter-ego virtuale. Trattandosi di una pubblicazione ancora in corso, non possiamo dire se questo è ciò che ci attende al termine di Paradox Blue. Quello che è certo è che la narrazione finora, partendo da una tale rilassatezza da essere quasi monodimensionale, ha avuto buon gioco ad accumulare una tensione strisciante e promette solo di aumentare.
Per chi si fosse perso questo manga e non avesse remore a partecipare ad un gioco, probabilmente, truccato non possiamo che consigliare di sedersi al tavolo con noi. Paradox Blue di Tatsurou Nakanishi (testi) e Nini (disegni) - 176 pagine b/n - volume brossurato con sovracoperta - GP Publishing - 5,90€