Necron è quanto di
più insolito si sia mai visto tra le collane erotico-pornografiche che
spopolavano negli anni '70-'80. Erano gli anni d'oro di "Zora la Vampira"
e "Cimiteria", il trash da edicola che sarebbe diventato, vent'anni
dopo, fumetto di culto.
Sulla scia di queste produzioni, a Magnus venne
proposto di disegnare un nuovo personaggio, partendo dai testi di Ilaria Volpe.
Si trattava dell'ennesimo tascabile fatto di sesso, horror e sadismo.
Perché un Magnus ormai cresciuto come autore avrebbe dovuto buttarsi su un
genere cosi 'volgarmente' popolare? Certamente per necessità
economiche, visto che Lo Sconosciuto e I Briganti non vendevano certo
quanto un Kriminal o un Alan Ford. Ma è
interessante vedere cosa è nato di originale dalla penna di Magnus anche
questa volta.
La protagonista femminile è una Frankestein in gonnella (anzi, in
mutande!),
un'affermatissima biologa tedesca. Frieda Boher, oltre ad essere un genio
della scienza, è anche un'inguaribile necrofila e per soddisfare i propri appetiti sessuali
da vita a Necron,
un mostro superdotato, assemblato con pezzi di cadaveri. Durante i 14
episodi delle serie, il mostro e la sua padrona girano
per il mondo seminando terrore e macchiandosi di ogni crimine immaginabile.
Magnus racconta come iniziò:
"mi ritrovai fra le mani il progetto di Necron, ma era troppo duro, non
poteva andare. Fu allora che capii con quali invenzioni potevo aiutarlo.
Dovevo tramutare il Necron di Barbieri nel Necron che intendevo io, il mio
Necron di ora; dovevo renderlo meno cupo e più ironico e buffo, senza
togliere nulla alla sua sfacciata pornofilia; farlo diventare un burattino
a suo modo pieno di allegria ,dal freddo assassino che era; dovevo
riscaldarlo, in pratica, di una certa simpatia. E il resto poi sarebbe
venuto da solo". Infatti Necron, nel corso degli episodi, si emancipa
dal ruolo puramente horror-splatter che gli era stato assegnato. Assume
delle caratteristiche incredibilmente comiche e trasforma il sangue e la
violenza in senso grottesco. Una sorta di precursore del genere
pulp. Necron diventa talmente simpatico e ammiccante che potrebbe quasi
essere il protagonista di un musical alla Rocky Horror.
Magnus adotta uno stile, che battezza 'elettronecronplastico', ispirato
alla ligne claire di scuola francese. Il classico Magnus dal
tratto marcato, ricco di chiaroscuro, non avrebbe potuto sdrammatizzare e alleggerire
l'incredibile accozzaglia di sesso e splatter che costituisce il nocciolo
di ogni avventura di Necron. Invece, con un tratto pulito ed essenziale,
senza fronzoli, pornografia e orrore si intingono di grottesco e
alla fine diventano un irresistibile intrattenimento, creano una comicità paradossale. |