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Chi � l'autore dell'atroce ed efferato delitto del Saint George, ospizio alla periferia di Garden City? Ma, soprattutto, cosa si nasconde dietro le desolate vicende umane dei suoi ospiti? Aldil� delle apparenze, nessuno � quello che sembra.
Inutile sacrificio
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Con questo episodio, dietro un apparente semplicit� formale, Berardi introduce nella serie un tema assai delicato (e dal carattere prettamente "minimalista"), come quello dell'abbandono degli anziani, facendolo per� entrare non dall'ingresso principale, ma, per cos� dire, dalla porta di servizio. Il vero protagonista dell'albo � infatti il Saint George, casa di riposo dal destino segnato dalla imminente chiusura, vista quasi come metafora del destino che attende gli anziani ospiti, condannati dalla vita a finire i propri giorni nell'indifferenza generale. Questa soluzione narrativa non � affatto casuale, infatti, malgrado il rischio di cadere nella retorica sia sempre dietro l'angolo quando si affrontano temi come questo (ormai universalmente omologati anche se cos� poco frequentati dal fumetto seriale) � proprio grazie al parallelismo di cui sopra che Berardi, con consumata abilit�, riesce ad scongiurarne il pericolo.
E nell'epilogo si riuniscono i destini dell'ospizio e quello dei suoi ospiti: sia l'omicidio dell'amante del direttore che il suicidio/omicidio della vittima sacrificale, alla fine, non sono bastati a salvare la casa di riposo dalla demolizione ed i suoi occupanti dall'indifferenza della societ�. Ad un soggetto cos� ben strutturato fa il paio una sceneggiatura ineccepibile dal punto di vista formale, ma non particolarmente elaborata sul piano strettamente narrativo. L'attenzione di Berardi � rivolta a rendere al meglio le personalit� dei vari ospiti della casa di riposo (cosa che peraltro gli riesce egregiamente) senza curarsi troppo di costruire una vera e proprio "detection" all'interno della storia. Gli indizi raccolti durante l'indagine portano tutti a false piste e, come in altre occasioni, anche in questo caso Julia arriva alla soluzione esclusivamente grazie al proprio intuito. Per altre considerazioni, note, citazioni e incongruenze leggete la Scheda della Storia.
Inevitabile. Inevitabile che l'incontro di due autori dagli stili cos� personali come Toppi e Berardi, potesse avvenire esclusivamente al prezzo di qualche compromesso da parte di una delle due rispettive "filosofie" creative.
La ormai famosa "closure" (famosa almeno da quando Scott McLoud ne ha adottato ufficialmente il termine nel fondamentale Understanding Comics) orfana degli spazi bianchi fra una vignetta e l'altra, viene cos� ad essere inglobata nella pagina stessa, garantendo quindi l'efficacia narrativa, ma, allo stesso tempo, restituendo la senzazione di una generale unit� di tempo e di luogo, proprio come a teatro. Ed anche la sua regia, in accordo al personale stile di disegno, accentua in maniera evidente i contrasti visivi, affiancando campi lunghi a piani molto ravvicinati, con l'occhio attento pi� alla composizione globale che al ritmo narrativo.
La dimensione delle vignette, cos� come i campi lunghi e i piani ravvicinati, non svolgono affatto una funziona scenografica, ma servono a sostenere il ritmo del racconto, ad accelerarlo o a rallentarlo, quando serve. Nel suo approccio alla serie, Toppi, con estrema professionalit�, ha compreso alla perfezione queste esigenze, "limitando" di conseguenza il suo intervento a quello che restava fuori dalla diretta influenza di Berardi. Il risultato � un eccellente lavoro di caratterizzazione di ambienti e personaggi: i suoi netti bianchi e neri, mitigati solo dall'inconfondibile tratteggio, ben si adattano alle angosciose atmosfere della storia, mentre le rughe sui visi degli anziani ospiti del Saint George, ci raccontano i loro sentimenti in maniera molto pi� efficace di quanto non potrebbero mai fare le sole parole.
Vecchietti disperati, cinici ed assassini... l'agosto bonelliano appena trascorso rischia di essere ricordato proprio per questa ondata di rivendicazione della cattiveria senile. Infatti, in barba all'imperante buonismo, oltre a Julia anche Dylan Dog si � trovato nello stesso mese alle prese con un gruppo di spietati assassini della terza et�: nientemeno che gli invecchiati "Bimbi Smarriti", un tempo allegri compagni delle avventure di Peter Pan, ed oggi crudeli strupratori di Campanellino, in Il battito del tempo, bell'episodio scritto da un ispirato Medda per la testata dell'indagatore dell'incubo. Dopo i precedenti occorsi al povero Tex, speriamo soltanto che stavolta non sia l'associazione pensionati a rivolgersi al Codacons. :-) Molto suggestivo il soggetto realizzato da Soldi per la copertina di questo numero, anche se desta curiosit� la scelta di rappresentare un episodio della storia assolutamente marginale rispetto al tema dell'albo.
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