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Come potevamo farci perdonare i talvolta biblici ritardi delle nostre recensioni? Ma naturalmente
proponendovene una in anticipo sull'uscita dell'albo!
La fantastica avventura di Ulisse Steele |
Innanzitutto dobbiamo un doveroso ringraziamento a Federico Memola, che ci ha permesso di leggere e recensire in anteprima questo primo capitolo della lunga saga fantasy che terr� Jonathan lontano dalla Terra sino a marzo del 2003. Cercheremo, nei limiti del possibile, di rivelare solo lo stretto necessario della trama, rimandando considerazioni pi� specifiche alle successive recensioni.
La scelta di collegare i due mondi con un portale dovrebbe gi� da sola testimoniare l'approccio estremamente classico che Memola riserva alla materia: nessuna sovversione delle convenzioni del genere fantasy, bens� una loro esaltazione, ottenuta a mezzo di un bricolage di situazioni codificate tanto epico quanto stereotipico.
Risulta chiaro, d'altro canto, che Memola sta cercando, attraverso questa succosa esca fantasy, di recuperare almeno una parte di quei lettori delusi dalle prime storie del biondo investigatore del futuro. A tratti sembra dunque di leggere un vero e proprio numero uno; pi� o meno dissimulati, ci sono infatti tutti gli elementi che caratterizzano un primo episodio bonelliano: una presentazione del personaggio, dei comprimari (qui persino il gatto Oliver ha il suo spazio) e dell'ambientazione, alcuni brevi saggi di abilit� e astuzia di Jonathan, alcuni richiami alla situazione sentimentale dei tre eroi e tanta magia, la cui presenza � enfatizzata qui dall'ambientazione. Pur nel tentativo di imitare cifre stilistiche altrui, Memola non rinuncia a filtrare la sceneggiatura attraverso la propria personale sensibilit� artistica: i personaggi, pur in un'ambientazione potenzialmente snaturante, non perdono la loro abituale attitudine all'introspezione. Nascono cos� ottimi dialoghi, che non a caso si situano nei momenti di stacco tra un episodio e l'altro: brevi riflessioni su quanto sta loro accadendo che esaltano la profondit� della caratterizzazione dei tre protagonisti. Ci piace in particolare questo Jonathan, novello Ulisse, talmente accecato dalla propria sete di infinito e sconosciuto, da sottomettere il vero fine della propria missione all'eccitazione per un'Odissea nell'ignoto (titolo azzeccatissimo) che realizza in pieno il suo spirito nomadico ed inquieto.
Per Gino Vercelli bisogna articolare il giudizio in due punti:
La copertina di Olivares non si fa ricordare come una delle migliori: Jonathan, tanto nella postura, quanto nell'espressione, � un po' imbalsamato; inoltre, la figura del licantropo e il ciclone sullo sfondo creano un fastidioso effetto caotico nella cover. In definitiva l'albo, pur con qualche riserva, ci � piaciuto; si pu� dire che la saga, dalla quale ci aspettiamo grandi cose, sia partita col piede giusto, soprattutto per quello che riguarda la gestione dei personaggi. Sull'ambientazione � presto per sbilanciarsi, in quanto questo primo albo ci ha offerto soltanto un aperitivo delle numerose locations che si susseguiranno nei prossimi mesi. Il consiglio, dato che l'albo deve ancora uscire, � dunque quello di acquistarlo: come al solito, quando lo avrete letto, saremo curiosi di sapere il vostro parere, che potete invarci compilando il form sottostante.
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