Morte perfetta, La

i morti parlano a chi li sa ascoltare
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Morte perfetta, La
Dr. Morgue 1
uBCode: ubcdbIT-DRMORG-1

Morte perfetta, La
- Trama

Yoric Malatesta lavora come coroner a Montreal. E' affetto dalla Sindrome di Asperger. Le sue indagini su una misteriosa serie di apparenti suicidi lo porteranno a dare il via ad un gioco forse più grande di lui...

Valutazione

ideazione/soggetto
 5/7 
sceneggiatura/dialoghi
 4/7 
disegni/colori/lettering
 4/7 
 65

Recensione

Anteprima

data pubblicazione Mag 2011
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbSilvia Mericone
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbRita Porretto
copertina di ubcdbFrancesco Bonanno
copertine
dr. Morgue n.1<br><i>(c) 2011 Star Comics</i>
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Annotazioni

Note e citazioni

  • Nuova mini-serie per la casa editrice Star Comics, cui è stata dedicata qui una corposa anteprima.

La parola alle autrici

D.: Come autrici di un nuovo personaggio, quanto avete pianificato a tavolino la "costruzione" di Yoric Malatesta (a cominciare dal nome), e quanto invece avete seguito l'ossessione nel cercare di dare vita ad una figura quanto più possibile originale?

R.: In realtà è stato tutto molto più naturale. Ad esempio il nome è nato dal desiderio di sceglierne uno che iniziasse con la "Y" perché volevamo fosse evocativo dell’incisione effettuata sua cadaveri all’inizio di un’autopsia..e abbiamo scelto "Yoric" come omaggio a Shakespeare, alcuni lettori infatti ci hanno scritto chiedendoci se fosse un omaggio al famoso teschio dissotterrato dell’Amleto; il Dr.Morgue in questo senso è particolarmente ricercato nelle piccole citazioni/omaggio. Il cognome invece molto più facilmente lo abbiamo scelto da un ceppo di cognomi italo-canadesi che abbiamo cercato sul web. Yoric Malatesta insieme suonava bene e quindi abbiamo deciso così. Tutto il resto lo abbiamo studiato a tavolino, nel senso proprio che..abbiamo dovuto studiarlo. Poiché la sindrome di Asperger è protocollata, il margine di invenzione era comunque subordinato alla realtà di una patologia definita. Le reazioni burbere di Yoric, l’apparente senso dell’umorismo quando non capisce le metafore o le frasi fatte, la misoginia che in realtà maschera una difficoltà di relazione col sesso opposto e con le persone in generale, e molti altri aspetti fanno tutti capo a delle testimonianze che realmente abbiamo appreso da chi soffre di questa sindrome. Andando avanti coi numeri emergeranno anche gli aspetti più propriamente psichiatrici come l’ansia, la difficoltà di coordinazione e via dicendo. Noi raccontiamo il romanzo di un asperger che fa il medico legale: chiaramente non c’è la pretesa di farne un trattato psicodiagnostico, ma sicuramente di tratteggiare qualcosa di credibile. Se il lettore percepisce tutto questo come artefatto o "ostentatamente" originale è perchè probabilmente non conosce questo ambito di studi. Spesso noi poniamo l’accento sull’incomunicabilità che esiste tra Yoric e gli altri, ma che in maniera molto più ampia rappresenta la mancanza di comprensione, di empatia, di ascolto che esiste di norma tra le persone, e che in lui è solo esasperata. I tratti prettamente noir, se così possiamo definirli, sono giunti solo dopo molti anni, preceduti dall’idea e dalla voglia di raccontare dei casi di omicidi dal punto di vista dei tecnici, la morte dal punto di vista di chi la "vive davvero" nei suoi colori, nei suoi odori e nei suoi mille aspetti, che troppo spesso vengono romanzati e giungono a noi attraverso filtri poco realistici. Noi volevamo raccontare la morte per quello che è..e chi meglio di un medico legale poteva rappresentare questo?

D.: Coincidenza o meno, siete in edicola con ben due storie, una delle quali su Dylan Dog. Qual è stato il vostro percorso di identificazione con un personaggio che, per quanto "flessibile" nella sua interpretazione, dopo ormai 25 anni presenta dei canoni dai quali non si può prescindere?

R.: Personaggi che esistono da così tanti anni, li conosci perché ti hanno accompagnato lungo il tuo percorso di vita, li hai seguiti e ti hanno seguito negli anni e si sono evoluti, nel bene e nel male, possiamo anche dire che si sono "usurati". Dylan ormai è talmente popolare da essere nell’immaginario collettivo anche di chi non lo ha mai letto. Per questo non c’è un vero e proprio processo di identificazione, altrimenti si rischierebbe di raccontare un personale Dylan Dog, una versione/visione arbitraria per certi versi, che magari poco ha a che fare con la "realtà" del personaggio che tutti condividono e pretendono di conoscere. L’approccio iniziale verso questo personaggio non può che essere accompagnato da una forte dose di umiltà, consapevoli di aver cercato di interpretare quelli che sono i suoi clichè più datati, nel rispetto per i lettori che hanno un’idea molto totalizzante di Dylan. Ci sono delle linee guida, diciamo così, da seguire e percorrere per scrivere di Dyd; dentro queste linee si ha un margine di movimento che abbiamo provato a "sfruttare" in modo un po’ metastorico per delineare un’istantanea dell’Old Boy.

D.: Capitolo mostre: da semplici fruitrici ad autrici che si trovano per la prima volta dall'altra parte della barricata, con l'intento letteralmente di vendere il proprio prodotto. Come vedete voi oggi il circuito fieristico nel confronto con il mondo in continua evoluzione del fumetto? Qual è oggi la sua capacità di strumento/veicolo di marketing?

R.: Crediamo sia necessario fare una distinzione tra i diversi eventi fieristici. Esistono fiere di portata enorme e piccole realtà che magari interessano o coinvolgono soltanto pochi addetti ai lavori. Poi ci sono alcune fiere che vengono presentate quasi come un’esclusiva per cosplayers. E ancora..molte fiere si accompagnano sempre di più a mostre tematiche che raccontano infiltrazioni nel fumetto da parte di arti molto più.. vogliamo dire pubblicizzate? Trattate dai grandi media? Ci ha fatto riflettere un servizio televisivo dedicato al Comicon che non parlava del Comicon, quanto delle mostre in atto al Comicon senza nemmeno un accenno alle proposte editoriali ivi presentate. È come se il fumetto - e non chiederci i motivi perché sinceramente non li conosciamo - debba essere relegato sempre di più a prodotto (o sottoprodotto?) di nicchia, riservato a una ristretta cerchia o tipologia di persone..che non sono nemmeno tutte quelle che partecipano alle fiere. Molte persone girano per gli stand, guardano con curiosità, ma in pochi si predispongono con coscienza critica di fronte alla lettura. C’è chi imputa questo allontanamento dal fumetto alla monopolizzazione del divertimento globale da parte delle tecnologie, non sappiamo fino a che punto questo sia vero, perché per altri versi pensiamo che sia stato il fumetto stesso ad allontanarsi da sé stesso perdendo in parte quella sua dimensione di "cane sciolto" nell’ambito dell’arte. Per questo, pur senza voler generalizzare, a volte le fiere sono più un’occasione di confronto per addetti ai lavori che un reale mezzo efficace di promozione per gli albi. Tuttavia, non si può prescindere da esse, ma se dovessimo parlare solo in termini di fiere/vendite, non sappiamo fino a che punto il bilancio possa risultare in positivo.

Incongruenze

Inviateci le vostre segnalazioni!

La frase

L'unica diagnosi certa della fine di un amore è l'autopsia
Yoric Malatesta, p. 69.

Personaggi

Yoric Malatesta
Ispettore Warren
Laverne, "amica" di Yoric
Mia, assistente di Yoric
Sergente Wong
Mason, Sindaco di Montreal
Sacerdote, amico di Mason

Location

Montreal


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