Cinquecento di questi Alan!
500 numeri di Alan Ford: ricordi di un appassionato ormai non più giovane
Articolo di V.Terzi | | italia/


Cinquecento di questi Alan!
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- Satira della società italiana
- Satira delleterna lotta tra il bene e il male
- Satira dellhorror
- Parodie per tutti
- Superciuk
- Da Superciuk allabbandono di Magnus nel 1975
Pagina 4
- Una voce fuori dal coro (la mia)
- Alan Ford, figlio del suo tempo
- Anche levoluzione di Alan Ford è figlia del suo tempo
- Fine dellera Piffarerio e logoramento
Pagina 5
- Il dilemma creativo: quali prospettive?
- Il "nuovo" Alan Ford
- Quale satira?
- La realizzazione grafica di Perucca, restitutor patriae
Pagina 6 Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l'omaggio che un grande appassionato di Alan Ford ha voluto tributare al fumetto che lo ha accompagnato per una vita intera e che ha raggiunto in questi giorni lo storico traguardo del cinquecentesimo numero.
Prologo
Correva lanno 1976. Allepoca avevo a malapena dieci anni e il mio orizzonte fumettistico non sconfinava oltre i ristretti confini di Topolino.I primi passi oltre luniverso, ampio e ristretto al tempo stesso, dei personaggi Disney li mossi guardando quella che oggi è considerata una trasmissione cult, una trasmissione che tutti coloro che allepoca erano giovani o giovanissimi annoverano tra i ricordi più belli: "Supergulp".
Supergulp, per chi lo ricorda, era sinonimo di supereroi Marvel, di Nick Carter, dell'Uomo Mascherato, di Johnny Logan, ma soprattutto di Alan Ford.
Almeno per me: della giostra di personaggi che ruotavano attorno alla famosa trasmissione di Rai Due, quello che più mi colpì fu proprio Alan Ford o meglio il Gruppo TNT.
Proprio quellanno le circostanze della vita mi fecero capitare su un traghetto della Corsica Ferries a bordo del quale, sulla rotta Livorno-Bastia, per ammazzare il tempo durante la traversata, cercai sollievo nei fumetti. Non me ne vogliano i fan di Tex, ma il primo albo che mi capitò tra le mani in quelloccasione fu un numero - datomi non so da chi e non so come, di certo non cercato né acquistato da me - del mitico personaggio di Bonelli. Sarà stata letà, sarà stata la mia mente non ancora pronta a recepire la bellezza e il fascino dellintramontabile Aquila della Notte. Fatto sta che lo misi da parte annoiatissimo dopo tre pagine, per recarmi a vedere che cosa offriva ledicola di bordo. Con mia grande gioia vidi esposto nella vetrina del giornalaio un Alan Ford. Allepoca per me era solo "Alan Ford", ma per la cronaca era il
Un colpo di fulmine
Nonostante oggi possa dire che della lettura dellalbo avessi capito poco o niente, il poco che capii fu sufficiente a far nascere in me una passione - o meglio, un amore - che sopravvive ancor oggi, un po come succede nei più smaccati e melensi romanzetti romantici da quattro soldi (o nelle fiabe dei fratelli Grimm).Sorvolerò su come, grazie allaiuto di mio padre (il quale, venuto a conoscenza della mia passione, iniziò a visitare i rivenditori di fumetti usati che a quellepoca costellavano il paesaggio urbano di Milano), misi assieme una prima variegata collezione "completa tra ristampe e originali". Sorvolerò anche su come entrai in possesso di una collezione originale con tanto di adesivi e poster, che posseggo ancor oggi.
Non sorvolerò invece sul fatto che nonostante le vicende di vita e di lavoro mi abbiano tenuto lontano dallItalia per tre lustri abbondanti, una volta ritornato in pianta stabile nel Bel Paese ripresi ad acquistare gli albi in edicola e a seguire le avventure dellamato fumetto.
Traguardo storico
Di recente, un antico compagno di merende, grande appassionato di Tex e del mondo delle nuvole parlanti in generale, consapevole della mia passione (avendola in parte condivisa con me in unetà in cui la barba era solo qualcosa che si faceva il papà), mi ha fatto notare il traguardo storico che questo fumetto genuinamente sui generis è in procinto di tagliare - il n. 500 - chiedendomi di esprimere, quale pluridecennale appassionato, un mio punto di vista (dire "recensione" mi parrebbe veramente troppo) sulla nascita, la vita e gli sviluppi di Alan Ford, dalle origini ad oggi. Una specie di rivisitazione critica (ove per critica non si intende "negativa"), della quale spero con questa mia di essere allaltezza.
Chi si aspetta di leggere qui "la storia di Alan Ford" farà bene a cambiar lettura, perché qui non troverà nulla di simile.
Questa lunga premessa solo per dire che chi si aspetta di leggere qui "la storia di Alan Ford", di leggere che fu creato da Magnus e Bunker (come recitava il riquadro delle copertine dei primi numeri) e che Magnus era lo pseudonimo di Roberto Raviola mentre Bunker era quello di Luciano Secchi... beh, farà bene a cambiar lettura, perché qui non troverà nulla di simile. Anche chi si aspetta di leggere il solito luogo comune secondo cui "i primi numeri erano i migliori" o secondo cui Luciano Secchi non sarebbe più allaltezza di gestire il suo personaggio, è meglio che vada altrove perché qui non troverà una cassa di risonanza per le sue idee.
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