Milo Manara, disegnatore, illustratore, a volte sceneggiatore/3

parte terza: la perfezione e la sterilità
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Milo Manara, disegnatore, illustratore, a volte sceneggiatore/3
 

Milo Manara, disegnatore, illustratore, a volte sceneggiatore/3

Scheda

Il gioco

Nel 1982 inizia la pubblicazione a puntate del racconto che segnerà la carriera futura di Manara. Playmen Italia, infatti, dopo aver pubblicato sulle pagine della rivista Playmen, una storia di Guido Crepax, decide di puntare sull'autore che sta diventando un punto di riferimento per il fumetto italiano. Inizia così la pubblicazione de Il gioco, il cui spunto Manare pare l'abbia trovato proprio nella redazione di Playmen, osservando un collaboratore della rivista brutto e sgraziato oltre ogni misura, eppure sempre circondato da donne stupende. L'idea che quel personaggio potesse essere in possesso di una prodigiosa macchinetta capace di eccitare sessualmente le ragazze diviene la trama de Il gioco.

Gli altri articoli dell'analisi della carriera artistica di Milo Manara:

parte prima (gli inizi);
parte seconda (verso la maturità).

Il racconto di Manara si distingue per l'uso sapiente dell'erotismo, adoperato in dose massicce ma sempre con la cautela di non sfiorare neppure i confini prossimi alla volgarità. Ne nasce una storia leggera e divertente che ha però un effetto dirompente nel panorama fumettistico italiano. Quel che colpisce e coinvolge è l'approccio che l'autore riesce ad avere con il mondo dell'erotismo. Un approccio non solo disinvolto ma anche originale. Siamo negli anni Ottanta, in Italia le cronache hanno registrato almeno un paio di rivoluzioni sessuali ma la produzione fumettistica, seppure libera dalla oppressiva censura degli anni precedenti, non pare ancora in grado di offrire composizioni equilibrate che rappresentino validamente l'immaginario erotico.

Manara - Il gioco
Il volume raccoglie l'avventura pubblicata su Playmen

(c) 1984 aventi diritto

Manara - Il gioco<br>Il volume raccoglie l'avventura pubblicata su Playmen<br><i>(c) 1984 aventi diritto</i>

Negli anni precedenti gli editori si erano serviti di temi erotici per la vendita di prodotti estremamente commerciali i quali facevano leva sul gusto del torbido e del peccaminoso e sfociavano spesso in una pornografia di utilizzo meramente onanistico. In questo erotismo da macelleria si distinsero pochi autori dal tratto originale come Angiolini, Magnus e (come abbiamo visto) lo stesso Manara. Altri, come Guido Crepax, con l'indipendenza che nasce dalla consapevolezza dei propri mezzi artistici, avevano cercato una strada opposta, dirigendosi verso una ricercatezza intellettualistica, tanto raffinata quanto lontana dal gusto del lettore medio. Negli anni Ottanta le due strade, quelle porno-popolare e quella intellettualistica, si andavano oltremodo separandosi.

fantasie che attingono da un immaginario erotico condivisibile, eppure estremamente trasgressivo per quegli anni

Il gioco ha il merito di percorrere una strada mediana. L'opera di Manara rappresenta fantasie che attingono da un immaginario erotico condivisibile da quasi tutti che è pure estremamente trasgressivo per quegli anni. Questi due fattori sono essenzialmente alla base del successo di Manara. Si aggiunga il fatto che Il gioco, grazie alla magia del tratto, grazie alla forte componente di ironia, grazie a un geniale senso della narrazione, grazie a un naturale buon gusto narrativo, offre una visione allo stesso tempo piena e leggera dell'erotismo come ricerca del piacere nel divertimento, visione che è scevra da sensi di colpi o pesanti morbosità.

Manara e Pratt

Ad ottobre del 1983, Il gioco deve ancora essere ristampato in volume (sarà pubblicato in collana l'anno successivo a cura dell'editore della rivista Totem). Manara, pertanto, non è ancora l'autore erotico italiano per eccellenza quando Corto Maltese, rivista della Milano Libri (lo stesso editore di Linus) si presenta al suo pubblico con un fumetto epocale in quanto rappresenta l'incontro fra Milo Manara e il suo riferimento da sempre, Hugo Pratt. Tutto ricominciò con un'estate indiana battezza la nuova rivista, che si rivolge a un pubblico amante della cultura, del buon fumetto e dell'avventura, con un esordio mozzafiato. Il primo episodio, presentato da Hugo Pratt con un breve testo, è costituita da una lunga sequenza formata da nove tavole deliziosamente colorate. Nel corso della sequenza gli autori non sporcano con balloon o didascalie il corso dell'azione che pure è fluida e veloce, esaltata dal genio dello sceneggiatore e del disegnatore.

CRAK
Corto Maltese, anno 1, n. 1, p. 32

(c) 1983 Milano Libri Edizioni

CRAK<br>Corto Maltese, anno 1, n. 1, p. 32<br><i>(c) 1983 Milano Libri Edizioni</i>
lo sparo di una carabina squarcia il sottofondo di immaginarie sonorità sottili dei versi dei gabbiani, del soffio del vento, del mare

Il testo compare solo due volte, nella quinta e nella settima tavola, per raffigurare, con un "crak", lo sparo di una carabina che squarcia il sottofondo di immaginarie sonorità sottili dei versi dei gabbiani, del soffio del vento, del mare. Il rumore acuto, imprevisto e insostenibile che percepiamo con gli occhi e immaginiamo nelle orecchie, dello sparo, rappresenta una iato nella narrazione, il cambiamento repentino di un movimento musicale cui i nostri sensi si abituano velocemente ma con sofferenza.

Bellezza e brutalità
Corto Maltese, anno I, n. 1, p. 31

(c) 1983 Milano Libri Edizioni

Bellezza e brutalità<br>Corto Maltese, anno I, n. 1, p. 31<br><i>(c) 1983 Milano Libri Edizioni</i>

Il disegno di Manara, in questa sequenza, è chiaro e morbido, evidenziato dai colori del fondo pastello. Manara, portando a perfetto compimento una virtù della sua arte, riesce a far sì che le curve del suo tratto mettano in naturale movimento i contorni, mentre le rette, con la stessa disinvoltura, fissano l'immobilità di statiche figure.

La storia narra della problematica convivenza, nell'America che nella seconda metà del Seicento inizia ad essere colonizzata, fra un villaggio puritano fondato a pochi chilometri a nord di Salem e la comunità di nativi. A complicare la situazione la presenza di una famiglia di bianchi che vive maledetta fuori dalle mura del villaggio.

Gli esiti della vicenda sono facilmente intuibili, sin dall'inizio, eppure la narrazione è potente e coinvolgente, in particolare perchè fa leva su un immaginario affascinante e cupo da cui ha tratto forza anche La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne.

Il racconto trova spazio per circa un anno e mezzo su Corto Maltese e si conclude nel maggio del 1985.

Solo nel 1991 il creativo sodalizio tra Manara e Pratt ha l'opportunità di formarsi nuovamente.

La rivista Il Grifo arriva più tardi rispetto alle numerose proposte, più o meno valide, che hanno proliferato negli anni Ottanta. Si presenta nell'aprile del 1991, con una gradevolissima veste grafica, con un direttore, Vincenzo Mollica, che è anche un critico cinematografico e con uno slogan ambizioso "il fumetto è arte". Il primo numero dunque ripresenta al pubblico italiano, dopo tanto tempo, una sceneggiatura di Hugo Pratt disegnata da Milo Manara. El Gaucho, una affascinante saga che ha inizio nel 1806 davanti alla baia di Buenos Aires, accompagnerà i lettori del Grifo per diciassette numeri, sino al 1994. La narrazione, esaltata dalla consueta maniacale documentazione curata da Hugo Pratt, parla del sofferto, tragico amore fra Tom, un tamburino dell'esercito inglese, e Molly, giovane irlandese, condannata dalla miseria al mestiere di prostituta. Sullo sfondo la guerra tra inglesi e spagnoli.

Molly
da Il Grifo

(c) 1991 aventi diritto

Molly<br>da Il Grifo<br><i>(c) 1991 aventi diritto</i>

Il risultato è un'opera a tutto tondo che si avvale di una perfetta fusione tra immagini e narrazione. Peraltro lo sviluppo narrativo appare più complesso, maturo e convincente di quello che si poteva apprezzare nel precedente frutto della collaborazione fra Manara e Pratt.

Manara e Fellini

La conoscenza con Fellini si deve far risalire al 1983, quando Manara realizza un fumetto breve come omaggio al regista. I due quindi si conoscono grazie a Vincenzo Mollica. E' l'anno in cui Fellini gira E la nave va e Manara, quando si trova a Roma, si reca più di una volta a Cinecittà per curiosare sul set del film.

Manara e Fellini

(c) 2008 Leopoldo Bloom Editore

Manara e Fellini<br><i>(c) 2008 Leopoldo Bloom Editore</i>

La collaborazione si concretizzerà sulle pagine del Corriere della Sera, che pubblica, dal 18 al 23 di maggio 1986, in sei puntate, la sceneggiatura Viaggio a Tulun, di Fellini, scritta in collaborazione con Tullio Pinelli. Manara, su richiesta di Pietro Ostellino, allora direttore del quotidiano milanese, illustrerà il testo. Ciascuna delle sei puntate sarà corredata da un disegno in bianco e nero di Milo Manara.

Nel 1986 Manara realizza il manifesto del film di Fellini Intervista. Nel corso degli anni la simpatia e la stima tra il regista e il fumettista divengono sempre più forti. Fellini alfine si convince a trasformare la sceneggiatura di Viaggio a Tulun, che non sarebbe mai più potuto diventare un film, in un fumetto per le matite di Milo Manara.

Inizia il viaggio a Tulum
Corto Maltese, anno 7, n. 7, copertina

(c) 1989 RCS

Inizia il viaggio a Tulum<br>Corto Maltese, anno 7, n. 7, copertina<br><i>(c) 1989 RCS</i>

Il fumetto vedrà la luce, a colori, su Corto Maltese a partire dal mese di luglio 1989 con il titolo: Viaggio a Tulum da un soggetto di Federico Fellini per un film da fare.

L'opera si tuffa nel profondo dell'immaginario felliniano per trasportarci in un'atmosfera onirica e surreale, con scene di effetto maestoso, molto spesso autenticamente cinematografiche ma la cui realizzazione avrebbe messo a dura prova la perizia dei tecnici degli effetti speciali. Il supporto della trama è labile come in tutti i film di Fellini, pur tuttavia è evidente lo sforzo di offrire connessioni logiche e spiegazioni razionali di cui il soggetto originario mancava assolutamente. L'inserimento tra i protagonista di un Mastroianni-Snaporaz e di un buffo Vincenzo Mollica offre note ironiche utili alla sdrammatizzazione. Il tratto di Manara che si presenta con le sue migliori credenziali, ricco di luminosità, chiarezza e dettaglio, risulta in grado di offrirci erotismo ed ironia con spontaneità e naturalezza.

Dopo l’esperienza fumettistica di Viaggio a Tulun, Fellini si convince di ritentare l’avventura con un'altra sceneggiatura, mai trasformatasi in film, e cioè Il viaggio di G. Mastorna, inconcludente tentativo di regia protrattosi per ben tre anni, dal 1965 al 1968.

In questo caso Fellini affronta l'operazione con una attenzione ancora maggiore, rispetto alla precedente esperienza: tratteggia l'intera storyboard della storia che sarà disegnata da Manara ed effettua dei veri e propri provini fotografici, servendosi come protagonista dell'attore Paolo Villaggio.

Copertina de Il Grifo che presenta "Il Mastorna" di Manara e Fellini
Il Grifo, anno II, n. 15

(c) 1991 Editori del Grifo

Copertina de Il Grifo che presenta "Il Mastorna" di Manara e Fellini<br>Il Grifo, anno II, n. 15<br><i>(c) 1991 Editori del Grifo</i>

La prima parte della storia vede la luce nel 1992, sul n. 15 della rivista Il Grifo con il titolo Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet. Ma la storia non avrà un seguito. Per improvvisa volontà del regista il fumetto si concluderà con la prima puntata e non proseguirà mai più. La morte del regista, il 31 ottobre del 1993, metterà definitivamente la parola fine alla collaborazione fra i due.

Per raffigurare graficamente un soggetto bellissimo ma cupo, metafora di un viaggio nel regno dei morti per trovare la pace dalle dannazioni della vita, Fellini e Manara decidono di utilizzare la via dell'acquatinta. Fino allora nei propri lavori Manara si era servito soprattutto delle luci per delineare i contorni. In questo lavoro è costretto ad abbandonare il proprio tratto solare per privilegiare i chiaroscuri e modulare le luci con diversa intensità. Il risultato è lusinghiero e riflette appieno le atmosfere claustrofobiche dell'opera originaria, temperate dalla consueta ironia che lo sceneggiatore e il disegnatore non lesinano di offrire.

Manara contro Manara

Le collaborazioni di Manara con Pratt e Fellini tirano fuori il meglio dall'artista. Fra un lavoro e l'altro con questi due grandi Manara, intanto, prosegue il proprio percorso personale con le avventure di Giuseppe Bergman e numerose storie erotiche che non vanno oltre i limiti di un erotismo raffinato che cessa oramai di sorprendere.

Il profumo dell'invisibile, pubblicato nel 1986 sulla rivista Totem, è uno degli esempi più riusciti dell'erotismo di Manara successivo alla pubblicazione del Gioco, cui rimane legata per sempre la reputazione dell'artista.

Negli anni che seguono assistiamo alla realizzione di prodotti in possesso di una propria formale perfezione ma che cessano di stupire e di emozionare. Lo stesso Manara sembra consapevole di ciò e cerca di percorrere nuove strada che però non affrontano nuove barriere artistiche, bensi vanno verso la ricerca di innovativi sviluppi mediali. Nasce così Gulliveriana (1996), versione erotica del classico di Swift, che diventa successivamente un videogioco e Kamasutra(1999), concepito da subito come videogioco.

Parecchie perplessità lasciano le recenti opere di Manara come Fuga da Piranesi (2002) e Quarantasei, il fumetto pubblicato in collaborazione con Valentino Rossi, nel 2005/2006, sulle pagine della rivista Rolling Stone. I disegni sono come al solito perfetti ma le trame scipite e i contenuti superficiali.

Rolling Stone pubblica il fumetto di Manara e Rossi
Copertina della rivista

(c) 2005 aventi diritto

Rolling Stone pubblica il fumetto di Manara e Rossi<br>Copertina della rivista<br><i>(c) 2005 aventi diritto</i>

In questo secolo Manara non è riuscito a lasciare il segno. Spesso attivo come prestigioso illustratore o testimonial del fumetto italiano, non è riuscito a produrre opere che potessero essere termine di paragone con la forza creativa espressa nei suoi esordi e nella sua maturità.



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