La vita di Gipi disegnata male
fumetti che riconciliano coi fumetti / 2
Recensione di V.Oliva | | italia/

La vita di Gipi disegnata male
Un freddo, analitico creatore di emozioni palpitanti e calde
Nel leggere questa ultima opera di Gipi si percepiscono con immediatezza due fenomeni: il suo ego smisurato e il suo talento. Gipi riesce, in apparenza con irrisoria facilità, in un'impresa che è già ardua di suo, ma nella quale da lustri gli artisti italiani falliscono con regolarità (e gli autori di fumetti in particolare): raccontare l'osservazione del proprio ombelico senza mai risultare noioso. Forse perché dal rimirarsi non trae l'obiettivo di enunciare i Massimi Sistemi; ma proprio non ponendosi tale obiettivo riesce ad accompagnare il lettore a trarre lui stesso quei Massimi Sistemi dalla storia - e lo sa perfettamente.Affrontando la paura
Quando la vita è disegnata male e uno...
(c) Coconino Press / Fusi Orari, disegni di Gipi
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La storia e la sua narrazione sono l'elemento centrale: racconto non lineare, eppure il filo logico che lega gli eventi narrati e rinarrati, nascosti e rivelati, è unitario e lampante. Il filo di una vita introspettiva all'eccesso; di uno spirito contorto e contraddittorio; di una crescita spezzata, mai certa e comunque conquistata con fatica; di un ego enorme e insicuro, che tuttavia racchiude l'intera identità di sé dell'autore. L'egocentrismo, in una mente analitica, non è ostacolo a una chiara osservazione e decodificazione della realtà: anzi rappresenta una spinta all'analisi e uno strumento privilegiato, seppure dal punto di vista del proprio ego. E' il narciso interiore a far narrare Gipi; è la freddezza analitica a permettere a questo narciso di scomporre la realtà - dei fatti come delle emozioni - nei suoi elementi di base e di ricomporla in una storia coerente, con tutta l'eleganza della vera semplicità; è, infine, l'intimità insistita con le proprie emozioni, come analizzata e oggettivata nel racconto, a rendere universale l'esposizione di sé, il pubblico denudare la propria anima. A dare un significato e un valore a ciò che altrimenti resterebbe epidermico esibizionismo. La consapevolezza del processo traspare dal racconto, quasi da ogni singola pagina: sottolineata dalla storia nella storia, la storia del ragazzo prigioniero dei pirati che non sa amare e impara ad amare: a conoscere e riconoscere i propri sentimenti ed emozioni, e dar loro forma narrativa.
Al cospetto della paura
Quando la vita è disegnata male e due...
(c) Coconino Press / Fusi Orari, disegni di Gipi
La perfezione della bruttezza
La forma dell'opera si adatta al suo contenuto e lo modella. Gipi ci racconta una storia sgradevole e lo sa con certezza: perché è quello che vuole fare. Per questo è "La mia vita disegnata male". Sin dal titolo deve essere evidente al lettore che non troverà consolazione nella lettura del volume. Ma il valore di questa rudezza, di questa sgradevolezza e perfino brutalità formali e sostanziali diviene ancora più evidente nel finale, che lungi dall'essere consolatorio racchiude un incoraggiamento etico che informa di sé tutte le pagine precedenti, e indica con sommessa fermezza un senso del vivere: il protagonista Gipi si ricongiunge al ragazzo/Sharāzād della storia piratesca. Un senso, personale: non il senso universale del vivere. Eppure il riconoscerne l'individualità lo rende molto più universale, perché indica a ciascuno di noi la possibilità di trovare un senso proprio alla nostra vita.
Esorcizzando la paura
Quando la vita è disegnata male e tre...
(c) Coconino Press / Fusi Orari, disegni di Gipi
Gipi ha ormai assunto uno status di "rockstar" del fumetto, e di rockstar internazionale: è bello scoprire che vi è un fondamento assai concreto per tutto ciò.
La mia vita disegnata male (LMVDM), testi e disegni di Gipi, edito 2008 da Coconino Press / Fusi Orari - prezzo 12,00.