Brancaccio - Storie di Mafia quotidiana

...genesi di un libro a fumetti
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Brancaccio - Storie di Mafia quotidiana
 

Brancaccio - Storie di Mafia quotidiana

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Recensione

La casa editrice BeccoGiallo, operante dal 2005 nel variegato mondo dei comics editati in Italia, si � contraddisitnta per la pubblicazione di storie in cui "il linguaggio del fumetto viene adoperato per raccontare le realt� di ieri e di oggi" (citazione dalla prefazione del catalogo BeccoGiallo 06/07).

Al fianco di titoli di Cronaca Nera quali Unabomber, Il Mostro di Firenze, Il Delitto Pasolini... di titoli di Cronaca Storica come Il Terremoto del Friuli, La Strage di Bologna, Il sequestro Moro e Ustica... e di Biografie come quella di Martin Luther King, � stata recentemente varata la nuova collana Quartieri - geografie del nostro tempo in cui protagonisti delle storie sono innanzitutto gli ambienti e non i personaggi.

Il primo volume di questa collana, Brancaccio - Storie di Mafia Quotidiana - � stato scritto da Giovanni Di Gregorio, gi� autore di storie per Dylan Dog, Dampyr, "Monster Allergy", "Lys" e un'altra serie in lavorazione per Red Whale e "Last Travel Inc." per la Pavesio, e disegnato da Claudio Stassi, autore della miniserie Avatar per le edizioni Cronaca di Topolinia, collaboratore con Hazard Edizioni e Pavesio, e attualmente al lavoro per l'editore francese Le Lombard.

Anche se con leggero ritardo rispetto alla pubblicazione dell'albo, siamo ben lieti di offrivi, pi� che un anteprima, un "dietro le quinte" dell'albo, un approfondimento.
Per descriverlo al meglio, Giovanni Di Gregorio ci ha resi partecipi del processo di stesura del soggetto che ha permesso alla storia di parlare di mafia senza rischiare di realizzare qualcosa di deja vu, focalizzando l'attenzione su di un intero quartiere alle prese con la vita quotidiana.
Il tutto corredato da studi delle persone comuni che popolano il quartiere e da alcune tavole tratte dall'albo stesso realizzate da Claudio Stassi.

Ringraziamo Giovanni Di Gregorio e Claudio Stassi per la disponibilit� mostrata. Cliccate sulle immagini per vederle ingrandite.

Cover
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Cover<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>

Cosa c'� prima di scrivere un soggetto

Autunno 2005.
Gli editori di Becco Giallo sono veneti e si occupano di cronaca a fumetti. Nella programmazione del prossimo anno vogliono un libro sulla mafia.
"Chi meglio pu� realizzarlo - pensano - se non un autore siciliano?"
Una riflessione intelligente e per niente scontata.
Contattano Claudio.
Io e lui volevamo fare insieme qualcosa da tempo, questa sembra una bella occasione, e cos� mi propone di occuparmi di soggetto e sceneggiatura. I Becchigialli ci propongono una rosa di 2-3 titoli: Falcone, Borsellino, Padre Puglisi, grossi nomi. Nomi che mettono soggezione, nomi difficili da trattare. Il rischio di cadere nel gi� visto o nella retorica � l� in agguato.
Padre Puglisi ha lavorato a Brancaccio, dove Claudio vive da anni. Ci sembra una felice coincidenza e ci decidiamo per il coraggioso parroco. Inizio a lavorarci su, poi mi accorgo che non lo conosco a sufficienza, e documentarmi su film e biografie varie significherebbe ripetersi. Fare una piatta trasposizione a fumetti di altre opere.

Angelina
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Angelina<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>

Carmelo
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Carmelo<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>
Mi consulto con Claudio e con i Becchigialli: e se parlassimo del quartiere?
La mafia vista dal basso, vissuta quotidianamente. Quella che assorbiamo ogni giorno, quella di cui nessuno parla perch� non ci sono morti ammazzati n� blitz della polizia. La mafia pi� pericolosa, quella che ci corrode dall�interno.
Va bene, si fidano e mi danno carta bianca.
Perfetto, adesso il problema �: cosa voglio raccontare?
D�accordo, il quartiere, ma da che punto di vista? Faccio un documentario sull�acqua che non arriva, le raccomandazioni, le connivenze con la politica? La storia di un killer che si � pentito?
Ci penso su: voglio raccontare delle conseguenze che hanno i piccoli gesti quotidiani, a prima vista innocui, in un quartiere di Palermo. Che invece non sono innocui per niente. Che sono impregnati di illegalit�, di violenza, di rassegnato fatalismo. E che hanno conseguenze tragiche, sempre. E poi voglio raccontare della nostra cecit�, del fatto che ormai nemmeno ce ne accorgiamo pi�, di essere le vittime di noi stessi.

Nino
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Nino<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>

Vito
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Vito<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>
Primo punto fermo:
i protagonisti devono essere persone ordinarie, il pi� ordinario possibile, niente poliziotti coraggiosi o sicari sanguinari. Nessuno di loro deve avere contatti diretti con la mafia. Diretti. Perch� chiunque abiti a Brancaccio deve fare i conti con la mafia, nolente o volente, consapevole o no.
La scelta � facile: un bambino, un venditore di panelle e una casalinga: cosa di meglio per rappresentare un quartiere popolare di Palermo?

Secondo punto fermo:
niente spettacolarizzazione. Non ci dovranno essere scene forti. O meglio, non bisogner� calcare sulle scene forti (ch� scene forti ci sono tutti i giorni, a Brancaccio). I cadaveri riversi sui marciapiedi e crivellati di colpi, le volanti che sgommano e i poliziotti in assetto di guerra lasciamole ai film di cassetta. Vogliamo raccontare la vita quotidiana, e gli omicidi non ne fanno parte. Tutto qui. Altrimenti si rischia di scambiare la mafia con quella che � solo la sua manifestazione militare. Che non � nemmeno il suo aspetto pi� pericoloso.

Tavola 01
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Tavola 01<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>

Tavola 02
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Tavola 02<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>
E poi a livello narrativo voglio provare altre strade, mi sono stancato delle storie che hanno il loro climax in uno scontro armato. Anzi, mi sono proprio stancato dei climax. Nelle storie di Gipi, per me un grande punto di riferimento, non c�� un vero e proprio climax. E ci� non le rende affatto meno avvincenti, semmai pi� vere. Forse perch� la nostra vita non procede di climax in climax, chiss�.
Vabb�, per� io non sono Gipi, inutile fare finta del contrario. Non reggo nemmeno due pagine se non sono sostenute da una struttura solida. Allora faccio un compromesso: ancorer� tutta la storia a un finale forte. Per il resto, cercher� di essere il pi� lieve possibile. E di evitare la retorica.

Questo � difficile, io scivolo spesso nella retorica, � un mio punto debole. A maggior ragione con un tema che mi tocca molto da vicino. Uno dei metodi sarebbe stemperare il tutto con l�ironia, ma qui non andrebbe bene. Mi viene di nuovo in aiuto Gipi: nelle sue storie spesso l�attenzione del lettore viene spostata, distratta, proprio sul pi� bello. E io far� cos�: quando succede qualcosa di troppo forte chiudo l� il racconto, sul pi� bello.
Magari faccio pi� episodi. D�altronde il formato dei libri di Beccogiallo � libero, si possono fare storia composite, intercalare vignette a foto o a testi scritti, usare stili grafici diversi. S�, ne approfitto per fare una storia a pi� episodi, vediamo come viene. Altro problema, un macigno di problema: il linguaggio. A Brancaccio si parla spesso dialetto, o quel misto tra italiano e dialetto che � diventato comune in gran parte del nostro paese. Io non parlo dialetto, n� tanto meno so scriverlo. Pazienza, penso, mi faccio aiutare. Il libro per� � destinato a essere distribuito in tutta Italia. Si capir�? Metto delle note a pi� di pagina, massacrando la leggibilit� della storia? Uso un sistema misto? Ma io mica sono Camilleri, mica sono capace di inventarmi un linguaggio nuovo. Anche qui un compromesso, a malincuore: uso l�italiano, conservando dove posso la struttura del siciliano.

Tavola 03
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Tavola 03<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>
C�� un altro fatto da tenere in conto, ancora pi� sottile. In Sicilia la comunicazione avviene spesso per codici non verbali. Sguardi, gesti, segni. � difficile spiegarlo a uno di fuori, ma due siciliani potrebbero parlare per ore di una cosa intendendone un�altra. Eppure un siciliano lo capisce: dalle espressioni, dal tono della voce, da impercettibili segnali. Tutta roba che in un fumetto � impossibile rendere, soprattutto se il lettore non sa decodificarli. Un siciliano non va ascoltato ma interpretato. Che fare per il libro? Decido di rendere il pi� scarno possibile i dialoghi, affidandomi alla bravura di Claudio per le espressioni.
E Padre Puglisi, che fine ha fatto Padre Puglisi in tutto questo? Non oso metterlo dentro la storia: come lo farei parlare? Cosa gli farei dire? Io non l�ho nemmeno conosciuto. Eppure come si fa a parlare di Brancaccio, di mafia a Brancaccio, senza incontrare Don Pino? E allora la nostra storia inizier� l�anno dopo della sua morte, esattamente un anno dopo.

Tavola 04
disegni di Claudio Stassi

(c) 2006 Becco Giallo

Tavola 04<br>disegni di Claudio Stassi<br><i>(c) 2006 Becco Giallo</i>
Nei volumi Beccogiallo c�� la possibilit� di aggiungere al fumetto degli approfondimenti scritti. Potremmo dare spazio a chi ha conosciuto Don Pino e ne pu� parlare in prima persona: il suo vice Gregorio Porcaro e Rosaria Cascio, che recentemente ha fondato un�associazione con il suo nome. Glielo chiediamo, accettano.
Saranno loro e Rita Borsellino a parlare di Brancaccio e di cosa vuol dire testimoniare la legalit� in un quartiere mafioso (Edoardo Zaffuto estender� la sua riflessione al problema del pizzo). Mi piacerebbe per� che Don Pino aleggiasse sulla storia, senza mai apparire. Penso a una soluzione. Spero di esserci riuscito. Fatto, finito. A questo punto si tratta di imbastire il soggetto. Lo mando agli editori, piace. A gennaio firmiamo il contratto, si parte.
Mi metto a lavorare sulla sceneggiatura.
Adesso tocca a Claudio.
Brancaccio - Storie di Mafia Quotidiana
di Giovanni Di Gregorio & Claudio Stassi, 96 pp, b&n, f.to 17x24, brossura
BeccoGiallo


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