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di Mauro Dollari Risponde ai microfoni di uBC uno dei "tesori" italiani esportati all'estero. Quando hai partecipato a UmbriaFumetto 2000 ti hanno descritto come il disegnatore che i giapponesi ci invidiano. Tu cosa ne pensi? Puoi darci una presentazione su chi � Stefano Tamiazzo? Sei un autodidatta o hai imparato da qualche parte o da qualcuno? Sono un autodidatta "mio malgrado"... questo ha i suoi pro e i suoi contro.
Sei costretto ad importi un autodisciplina ferrea, devi imparare ad essere "cattivo" se non vuoi arenarti e fare sempre le stesse quattro cose a vita. Ci sono infinite possibilit� di imparare ogni giorno qualcosa di diverso e questo � un aspetto fondamentale, almeno per quanto mi riguarda, vista la mia facilit� nell'annoiarmi. Che fumetti hai letto o leggi attualmente che ti hanno particolarmente colpito?
Il mio "colpo di fulmine" � arrivato a 14 anni con un volume della collana Un uomo n'avventura: L'uomo dello Zululand di Gino D'Antonio... sono rimasto folgorato!!! Un fumetto con l'aspetto di un libro, di grande formato, autoconclusivo, a colori, con un montaggio delle vignette diverso e affascinante e che parlava delle guerre tra Zul� e inglesi. Fantastico!!!
Dal Premio Pierlambicchi a Prato nel 1994 alla Francia: quanto tempo � passato e quante cose sono cambiate? Per me "nulla" nel senso che nel giro di poche settimane ho capito che aria tirava dalle nostre parti e ho approfittato immediatamente della fiera del libro di Bologna per fare un giro e consegnare alcune centinaia di fotocopie agli editori di mezzo mondo. Alla fine di una giornata estenuante ho puntato come un falco su un gruppo di giapponesi che stanziava indisturbato allo stand della Shogakkukan... erano i responsabili della VIZ Communications di San Francisco.
A proposito del Premio Pierlambicchi, chi � appassionato di manga e anime giapponese riconosce nel tuo tratto una somiglianza con quello di Hayao Miyazaki: quando � nata questa scelta stilistica e come mai proprio Miyazaki? Ci sono altre influenze stilistiche nel tuo modo di disegnare? All'inizio la mia idea era quella di "diventare" un disegnatore realistico... ma nel giro di poche settimane mi resi conto che non era decisamente la mia natura, che avevo una naturale predisposizione per il grottesco. Ritieni che la "fuga" degli autori/disegnatori italiani in Francia sia il modo migliore per esprimere davvero le proprie potenzialit�? Non � il modo migliore, � l'unico permesso a chi non disegni Disney o Bonelli... Una necessit�, che per� si sposa felicemente con un mercato con molti editori e una cultura di fondo che per quel che mi riguarda non ha pari nel mondo. Come mai non sei riuscito a pubblicare direttamente in Italia? Colpa del tuo tratto davvero cos� giapponese, del mercato o degli editori? Quando si fa questo mestiere � importante essere "sinceri"... bisogna seguire la propria natura, inutile cercare di disegnare o scrivere in un modo che si adegui al "mercato", perch� il risultato sar� sempre inevitabilmente lo stesso: fallimentare sia sotto il profilo personale che lavorativo.
Prima della Francia hai pubblicato su Animerica e hai vinto pure un concorso per giovani autori in Giappone. Sei riuscito a lavorare l�? Com'� Animerica? Dopo aver vinto all'unanimit� Prato nel 94' con una giuria che vantava i nomi pi� importanti dell'editoria italiana, non aver avuto nemmeno uno straccio di proposta e nemmeno un contatto, ho deciso di andare alla fiera internazionale del libro di Bologna, come gi� detto. Che prospettive ha il mercato giapponese per un europeo? Ti piacerebbe lavorare in Giappone? O preferiresti un altro Paese (esclusa la Francia ovviamente)? Direi nessuna, per i disegnatori. Diverso invece per uno sceneggiatore.
Che vuol dire lavorare con un autore straniero? Boh... Che vuol dire lavorare con Morvan? E' uno degli autori pi� prolifici del momento: come ti organizzi per collaborare con lui? E' molto stimolante, perch� tutti e due siamo molto appassionati di quello che facciamo, non lavoriamo su personqggi creati da altri, ma su qualcosa che abbiamo tirato fuori assieme, e i ruoli non sono definiti fortunatamente. Potresti raccontarci com'� nata La Mandiguerre? Le "possibilit�" erano due: qualcosa di simile a Nausica della valle del vento, oppure una prima guerra mondiale spaziale... essendo tutti e due appassionati della prima guerra � stato facile scegliere!!! Da disegnatore intervieni su qualche aspetto della sceneggiatura oppure realizzi a spada tratta tutto quello che Morvan ti chiede? Io intervengo nel suo e lui nel mio. In questi tre numeri hai apportato qualche cambiamento radicale nel tuo modo di lavorare? Se si, quale? Il cambiamento � fondamentale e c'� anche se non lo porti coscientemente. I coloristi dei primi due numeri sono diversi: c'� stata una ragione in particolare che ha determinato questo cambiamento? Se si, chi l'ha deciso? Cambier� anche nel terzo numero? In realt� i colori dei primi due numeri sono della stessa persona dato che Christian Lerolle e Color Twins sono esattamente la stessa persona. Se si, com'� stata la tua esperienza con tre diversi professionisti? Con Christian c'� un bel rapporto umano ma non c'� stato feeling professionale. Con Christophe � simbiosi totale. Sicuramente hai avuto modo di leggere sia la versione francese che quella italiana: ritieni che la traduzione abbia reso bene quello che viene trasmesso dall'edizione originale? Sono soddisfatto anche perch� l'edizione italiana � stata curata da Dario Formentin, che � un traduttore professionista con un curriculum infinito alle spalle, e non un semplice appassionato improvvisatosi traduttore. Ora scendiamo un po' nel dettaglio della storia. I protagonisti sono delle figure estremamente diverse fra loro, ma in fondo tutti e tre vittime dei mali di una societ�. Proprio a causa di questa diversit�, ognuno di loro vive ci� che accade in modo differente: Dosnon � costretto a diventare un eroe, Tillois scopre l'inutilit� della guerra, ma si costringe a partire e Cousance insegue il sogno della sua vita. Quale dei tre, mentre li disegnavi, sentivi pi� vicino e perch�? C'� qualcosa che cambieresti in loro? In realt�, pi� mi distacco mentre lavoro, meglio disegno... mi fa simpatia Tillois, ma lo avrei desiderato meno "piagnucoloso" . La trama de La Mandiguerre consente di spaziare in molti ambienti e in altrettante situazioni: guerre sulla terra, battaglie nello spazio, locazioni anguste ed enormi citt�. Cosa ti piace disegnare di pi� e perch�? Disegno con naturalezza tutto ci� che sa di "discarica"... la trincea lurida nel terzo volume � protagonista con mia grande gioia!!! Cosa dobbiamo aspettarci nel terzo numero? Ma soprattutto a che punto siete arrivati? La prima guerra mondiale spaziale!!! Uno spazio siderale completamente rinnovato graficamente... un ritmo potente, regia curatissima, una pulizia della pagina... basta? La storia si conclude in 4 volumi? Assolutamente si... anche se una sorpresa per il mercato italiano potrebbe esserci: un'edizione integrale in B/N originale? Cominciate a disturbare Andrea Rivi affinch� si assuma le sue responsabilit�! Hai in programma qualcos'altro oltre La Mandiguerre? Qualche sogno nel cassetto, qualche collaborazione che ti piacerebbe avvenisse? Oppure un progetto tutto tuo? "Siamo nati per soffrire, e ci siamo riusciti..." Cercher� di rovinarmi la vita facendo tutto da solo!!!
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