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La traduzione della corposa intervista di Brian Scot Johnson al logorroico (e simpaticissimo) Alfredo Castelli, apparsa sulle pagine del sito Khepri Comics Online.
(cliccate qui per leggerla in originale)

(Khepri Comics)
American Bonelli:
intervista ad Alfredo Castelli

a cura di Marco Gremignai & Fabrizio Gallerani
Text and logo by Brian Scot Johnson
(c) 1998-1999 Khepri Comics Online
Traduzione di Marco Spitella

Brian Scot Johnson: Benvenuto a Khepri.com, Alfredo. � un piacere averti qui, e vorrei ringraziarti sin d'ora per aver accettato questa intervista, la prima per te in America! Questo � certamente un onore...
Alfredo Castelli: Certamente! Non mi sarei mai aspettato che i tuoi lettori fossero interessati a Martin Mystery. Quindi, ti ringrazio per avermi dato l'opportunit� di presentare me stesso ed il mio amico Martin Myst�re, ovvero Martin Mystery, come � stato ribattezzato negli States!

BSJ: Nessun problema, Alfredo! Bene, una grossa parte del mio pubblico (ad esempio gli americani) non hanno idea di chi tu sia, visto che il tuo Martin Myst�re � appena uscito negli U.S.A. nell'ambito dell'accordo tra Dark Horse e Bonelli Comics. Parleremo del tuo lavoro fra un attimo, ma per adesso perch� non ci racconti qualcosa di te? Chi � A.C.? Quali sono le sue passioni? Quali i suoi crimini?
AC: Per quanto riguarda me stesso, sono nato nel 1947 e lavoro nel campo dei fumetti dal 1964, sempre sui due lati delle barricate, ad esempio come scrittore e come editore... Per quanto riguarda i miei crimini, parler� solo in presenza del mio avvocato.

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Castelli nella sua "umile dimora" :-)
(c) 1998-1999 Editoriale La Stampa
   
BSJ: Hah! Come sei arrivato a scrivere fumetti? Era un sogno nel cassetto o qualcosa che sentivi dentro?
AC: Ho cominciato molto presto, quando avevo 16 o 17 anni. Avevo l'idea (completamente sbagliata) che i "fumettari" fossero come le stelle del cinema: ricchi, famosi, affascinanti... Quando li ho incontrati per la prima volta ho scoperto che erano esattamente il contrario: in quel periodo, gli artisti erano pagati poco, quasi sconosciuti e tutto tranne affascinanti. Ma mi piaceva il lavoro e mi ci buttai. Ho venduto la mia prima storia nel 1964. Era una serie umoristica "riempitivo" per Diabolik - la disegnavo anche. Una cosa orribile, che dovrebbe essere dimenticata, ma che curiosamente viene ricordata ampiamente...

BSJ: Hai scritto per altri mezzi di intrattenimento - tipo romanzi o televisione?
AC: Scrivo regolarmente articoli e saggi su vari argomenti; ho pubblicato libri sulla storia dei giochi di carte, una Enciclopedia dei misteri, alcuni romanzi per ragazzi interpretati da Martin Myst�re , alcuni saggi sul fumetto, e cos� via. Ho scritto sporadicamente per la televisione nel 1966, iniziando con storie per bambini prodotte da Maria Perego e Federico Caldura noti per Topo Gigio (T.G. � stato ospite del Ed Sullivan Show). Di tanto in tanto, ho lavorato a spettacoli televisivi; lo scorso anno ho scritto i soggetti per una miniserie in sei episodi chiamata Alex, prodotta da un grande network (Italia 1, ndt), ma con il budget pi� basso dai tempi dei fratelli Lumi�re. Mi piacerebbe scrivere per la TV, ma odio l'atmosfera delle produzioni televisive, cos� non mi sono mai sforzato veramente per entrare nel giro.

BSJ: Cos'� dello stile di narrazione dei fumetti ad attrarti?
AC: I fumetti italiani danno pi� importanza alla scrittura, sicuramente pi� di quelli americani o francesi. Come diceva Walt Disney: - "il testo innanzitutto".

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Gli Aristocratici (da "Il Giornalino")
di Castelli e Tacconi, Edizioni Paoline

   
BSJ: Generi preferiti?
AC: Ho scritto storie di tutti i generi, realistiche e umoristiche, corte e lunghe. In effetti, una serie che apprezzo particolarmente � Gli Aristocratici, disegnata da Ferdinando Tacconi, che ho creato nel 1974 ed � tuttora pubblicata; le storie sono di appena 8/10 pagine. Quindi, non ho particolari preferenze; recentemente sono uso a lunghe storie d'avventura.

BSJ: A quali aspetti del raccontare storie ti ritieni pi� adatto? Criticati per un minuto... Qual � la tua pi� grande forza come scrittore? Ricerca? Intreccio? Caratterizzazioni? Dialoghi? Se tu potessi cambiare una cosa nel tuo scrivere, quale sarebbe?
AC: Ho la brutta tendenza ad usare troppe parole e poca azione; ormai questo � diventato lo stile di MARTIN MYSTERY, ed i lettori l'hanno accettato, ma �, in effetti, un difetto che dovrei correggere. Considerando quindi che scrivo tante parole, non c'� bisogno di dire che sono pi� forte nei dialoghi e nelle caratterizzazione dei personaggi.

BSJ: Come riesci a scrivere storie di 100, a volte anche di 200, pagine mentre la maggior parte degli autori americani riescono a produrre a malapena le 22 pagine (standard) entro il termine mensile? Qual � il tuo segreto?
AC: La frusta fa miracoli! Hah! Ho fatto un calcolo quando ho festeggiato i miei primi 25 anni di lavoro e ho scoperto di aver scritto pi� di 30.000 pagine. I fumetti italiani, ed i Bonelli in particolare, sono per tradizione voluminosi albi mensili di 96 pagine, per cui DEVI scrivere molto se vuoi mantenere il ritmo. Martin Myst�re da solo richiede (94x12) 1128 pagine per la serie mensile; 128 pagine per lo Speciale estivo; 224 pagine per il Gigante autunnale; 80 pagine per l'Almanacco invernale; 160 pagine per il Bis annuale; 160 pagine dal "tie-in" Storie di Altrove ("Altrove" � un'organizzazione governativa segreta che studia fenomeni paranormali - qualcosa come la base dei MIB, ma inventata molto prima) tutto questo senza considerare le storie come "testimonial" ed altre iniziative speciali. Questo porta a un totale di pi� di 1880 pagine ogni anno. Quando Martin Myst�re � iniziato nel 1982, scrivevo l'intera produzione; ora, dopo 18 anni, ho rallentato, in parte, perch� lavoro la met� del tempo come "editor" presso l'editore. Possiamo dire che scrivo un minimo di 500-600 pagine l'anno, pi� tutti i dialoghi negli albi scritti dei miei coautori: Vincenzo Beretta, Andrea Pasini, Carlo Recagno che mi aiuta anche nel lavoro editoriale, Enzo Verrengia, Marco Deplano, e Alessandro Russo.

BSJ: Wow. Un anno di lavoro per te potrebbe essere il lavoro di una vita per altra gente! Adesso cambiamo un po' marcia e discutiamo la tua posizione con i Bonelli. Sono un'impresa familiare o no?
AC: Nascono come impresa familiare, ma ora sono una piccola industria, che d� lavoro a circa 300 disegnatori e scrittori. Personalmente ho lavorato regolarmente per Bonelli dal 1972.

BSJ: Hai lavorato nei fumetti fuori dalla Bonelli? E fuori dall'Italia?
AC: Si, ho lavorato (e lavoro ancora) per altri: virtualmente ho scritto per tutti i maggiori editori del paese, lavorando per continuare personaggi creati da altri (incluse alcune storie per Topolino) e creandone di nuovi. All'estero, ho lavorato per le "Editions de Vaillant" a Parigi e per "Koralle Verlag" ad Amburgo, scrivendo in cattivo francese o italiano. Ho scritto un solo albo per gli States: un tie-in al Disneyano Ritorno ad Oz illustrato da Sergio Tuis, un disegnatore che ha illustrato anche alcuni episodi di MARTIN MYSTERY.

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Lo Zio Sam si confronta con i personaggi del fumetto italiano. (disegno di Lucio Filippucci). Questa � la copertina del catalogo "That's Fumetti", pubblicato in occasione dell'edizione 1998 della San Diego Comic Con da Gianni Bono, Alfredo Castelli, Mario Gomboli e Nessim Vaturi.

BSJ: Ma alla Bonelli hai ormai appeso il cappello, visto che pubblicano le tue avventure del Detective dell'Impossibile. Eccellente. Ci sono altri editori di fumetti in Italia? Dicci qualcosa di loro.
AC: Be', posso darvi una visione generale sull'industria del fumetto in Italia. Ci vorr� un po' per spiegare (come MARTIN MYSTERY, io parlo molto), per cui quelli che non sono interessati possono saltare alla prossima domanda.

BSJ: O possono restare qui ed imparare qualcosa su come i fumetti sono accolti in altre parti del mondo! Scusa, Alfredo, continua�
AC: Al 1999 circa l'80% del mercato dei fumetti italiano � diviso tra Sergio Bonelli Editore e Walt Disney Company Italia (Topolino e molte altre riviste Disney, 60% dell'80%), che vendono un totale di oltre 100.000.000 di copie ogni anno. "Linus" (30.000 copie mensili) � il solo sopravvissuto tra i rappresentanti delle cosiddette riviste "di prestigio" (pubblicazioni mensili che pubblicano fumetti scelti da tutto il mondo).

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La versione animata di "Diabolik" prodotta da Saban
International e presto trasmessa dalla Fox in televisione.
   

"Diabolik" � il solo sopravvissuto del cosiddetto "fumetto nero" - tascabili caratterizzati dal fatto che l'eroe � un criminale. Diabolik � un personaggio popolarissimo, creato nel 1962 da due sorelle, Angela e Luciana Giussani; la serie vende circa 125.000 copie al mese. Il pubblico americano far� presto la sua conoscenza attraverso una serie di cartoni animati, che sar� prodotta dalla Fox, e la traduzione delle edizioni italiane pubblicate da Skorpion. I settimanali "Skorpio" e "Lanciostory", che pubblicano pregevoli serie avventurose prodotte in Argentina, vendono circa 60.000 copie la settimana; il settimanale "per famiglie" "Il Giornalino", altra pregevole testata italiana, vende circa 150.000 copie; "Lupo Alberto", una striscia del genere "funny animals" creata da Silver nel 1974, e "Cattivik", dello stesso autore, vendono un totale di 100.000 copie mensilmente.

La branca italiana della Marvel pubblica la maggior parte dei fumetti "di supereroi", che stanno attraversando ora un piccolo "boom", con vendite combinate di circa 6.000.000 di copie l'anno. I "manga" - altro piccolo "boom" degli anni '90 - vendono circa 2.500.000 di copie l'anno. Alcuni, pochi, fumetti sono pubblicati in formato "cartonato" (tra loro, i lavori dei cartoonist italiani Crepax, Manara e Pratt, e le traduzioni dei francesi "Asterix", "Lucky Luke" e "Tintin") e venduti esclusivamente in libreria; le vendite raramente superano le 10.000 copie. I giornali italiani pubblicano poco o nulla fumetti. Dato che accordi di "sindacato" non sono possibili, a causa dello scarso numero di giornali in Italia (circa un centinaio), il costo di una serie realizzata per un solo giornale sarebbe troppo alto. Il merchandising ispirato ai fumetti italiani ha iniziato a diffondersi nei tardi anni '80; il personaggio "principe" � il "Lupo Alberto" di Silver, che ha scalzato "Snoopy" e "Garfield" nel mercato. Il prezzo medio dei fumetti italiani � pi� basso di quello americano; un albo Bonelli di 96 pagine in b/n costa 3.500 lire, meno di $2 americani. Il 97% dei fumetti italiani sono venduti nelle 37.000 edicole; sono distribuiti da tre distributori nazionali e 175 locali (la percentuale trattenuta dai distributori varia tra il 30 e il 50% del prezzo di copertina). Le edicole italiane sono pi� grandi di quelle americane, ed offrono una grande variet� di pubblicazioni: a parte i fumetti (non meno di 250 titoli), riviste e quotidiani, mettono in mostra serie di videocassette, dischi e software. Solo in anni recenti i fumetti hanno cominciato la vendita in librerie e grandi magazzini. Ci sono fumetterie in tutte le grandi citt�, ma non costituiscono, come negli USA, un'alternativa alla distribuzione nazionale. Ooof!

BSJ: Whew! Hai certamente il polso del mercato italiano� Ed il sistema distributivo italiano sembra molto migliore del nostro unico distributore in USA - Diamond Distribution. Una piccola competizione amichevole non fa mai male�

Ora dicci qualcosa a proposito della tua creazione. Chi � Martin Myst�re? Quali sono le sue passioni? Quali i suoi crimini?
AC: Uno dei MIEI crimini � la pigrizia. Per cui far� un "copia e incolla" della descrizione di MARTIN MYSTERY dalla "bibbia" distribuita ai direttori della diffusione per le vendite all'estero: MARTIN MYST�RE � un insolito detective: archeologo, antropologo, esperto di informatica, � americano di nascita ma si � formato culturalmente in Italia. Non indaga a proposito di casi polizieschi, ma si occupa dei grandi enigmi mai risolti, da quelli archeologici (chi ha edificato il complesso di Stonehenge?), a quelli storici (chi era la Maschera di Ferro?), a quelli esoterici (qual � il segreto del Graal?), spaziando nel campo degli UFO, dei poteri ESP, della magia. Dalle sue esperienze trae spunti per volumi di successo e per una trasmissione televisiva intitolata "I misteri di Myst�re". Pur possedendo un fisico atletico, � un formidabile tuttologo esperto in mille discipline, e possiede una potente, e unica, arma (una pistola a raggi vecchia di diecimila anni in grado di paralizzare momentaneamente gli avversari), Martin non � un Superman; � dotato di grande autoironia (lui stesso non si prende troppo sul serio) e di molti difetti (la tendenza a tirare tardi, la verbosit�, la paura di invecchiare) che lo rendono un personaggio umano e accattivante.

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Martin Mystere come un Super-eroe Americano degli anni '40 - disegno di Lucio Filippucci

BSJ: Qualcosa sui personaggi di contorno. Raccontaci un po' della sua eterna fidanzata. E riguardo al suo amico neanderthaliano Java? O il suo arcinemico, il malvagio Sergej Orloff? Hai mai pensato che uno dei punti di forza delle storie risieda in questi personaggi, piuttosto che nelle abilit� del protagonista?
AC: Voil�! Cito ancora dalla "bibbia": "Java � l'inseparabile assistente e amico di Martin Myst�re, con cui condivide ogni scoperta e ogni avventura. Non appartiene decisamente alla nostra civilt�: pur semi nascosto da abiti moderni, il suo aspetto � quello inequivocabile di un uomo di Neanderthal cos� come lo raffigura l'iconografia tradizionale: tozzo, muscoloso, lievemente ricurvo, la fronte bassa e sfuggente. Java non parla: si esprime a gesti ed emette mugolii simili a quelli di un animale che si trasformano in veri e propri ruggiti quando � infuriato. Nei suoi occhi brilla un lampo di intelligenza acutissima ma totalmente diversa da quella dell'uomo del 20� secolo: in qualche modo misterioso Java vive un rapporto intenso e sottile con le forze della natura; pu� percepire un'esilissima traccia nel folto di una foresta o nel traffico di una citt�; pu� entrare nel corpo di un animale selvaggio e vedere quello che vedono i suoi occhi. Java ha scelto di abbandonare la sua natale Citt� delle Ombre Diafane nascosta tra gli inaccessibili monti della Mongolia per raggiungere e neutralizzare un diabolico nemico; con l'aiuto di Martin � divenuto cittadino americano. � economicamente indipendente e ha una vita sentimentale tanto misteriosa quanto intensa. Di caratteri opposti e complementari, Martin e Java riescono a convivere e a intendersi senza neppure bisogno di parole."

"Diana Lombard � la fidanzata di Martin Myst�re; i due sono legati da un rapporto profondo, nato molti anni addietro in situazioni drammatiche. Diana costituisce per Martin un fondamentale punto di riferimento, e riesce a temperarne i difetti grazie anche a una buona dose di pazienza, di ironia e di femminile saggezza."

"Sergej Orloff, proprietario del potente gruppo S.O.Communications, � considerato da tutti un mecenate e un benefattore; solo Martin Myst�re sa che, dietro la sua rispettabile facciata, si nasconde un assassino senza scrupoli. Martin e Sergej sono stati amici per molti anni, e condividono gli stessi interessi e le stesse conoscenze; poi, per ragioni mai ben precisate, Orloff ha volto la sua intelligenza al male. Rimasto sfigurato in un incendio, ha il volto coperto da una maschera, e un braccio artificiale in cui � inserita un'antica arma a raggi, analoga a quella di Martin, ma in grado di uccidere. � un personaggio contraddittorio e complesso e, comunque, sempre in progress."

Aggiungo una breve descrizione degli egualmente pericolosi Uomini in Nero: "fin dagli albori della civilt�, la setta degli UiN distrugge tutto quanto � diverso e potrebbe sconvolgere il modo di pensare della gente: le prove dell'esistenza degli UFO, le prove dell'esistenza di una civilt� evoluta precedente la nostra, i reperti storici e scientifici che non coincidono con quanto � comunemente accettato dalle discipline ufficiali. Sono infiltrati ad alto livello in organizzazioni politiche, industriali, culturali, religiose, e plasmano di nascosto l'andamento della storia. Devono il loro soprannome al fatto che, durante le loro missioni distruttive, indossano completi, cravatte e occhiali neri."

Penso che un buon "cast" sia molto importante in ogni tipo di narrazione. Se i lettori si affezionano ad un personaggio apprezzeranno anche le storie.

BSJ: Martin Myst�re � chiaramente un personaggio autobiografico. In effetti, qualcuno sostiene che tu e Martin siate una sola persona! Condividete la data di nascita (26 giugno), sebbene lui sia di 5 anni pi� vecchio� Lui � conosciuto come "Buon Vecchio Zio Martin" mentre tu ti consideri il "nonno" di alcuni dei pi� giovani scrittori Bonelli�
AC: "Nonno"? Ehi, io mi ritengo un FRATELLO MAGGIORE! Devo indagare su questa cosa!

BSJ: Hah! Non voglio "bruciare" le mie fonti, ma forse avrei dovuto dire "secondo alcuni dei pi� giovani scrittori Bonelli�" e aspettare la tua risposta. Non dir� altro!
AC: Si, certo, il mio amico Martin ed io certamente condividiamo alcune caratteristiche. Anch'io sono una persona curiosa interessata a quasi tutto (qualche detrattore dice "impiccione"). Anche io ho la casa sommersa di libri e oggetti completamente inutili comprati ovunque. Anche io ho la tendenza a rimandare a domani ci� che avrei dovuto fare l'altro ieri. Anch'io ho la tendenza a parlare, parlare e parlare (o a scrivere, scrivere e scrivere, come in questa intervista). Anche io tento di vivere positivamente la mia vita, senza prendermi troppo sul serio. Vorrei dire - specialmente alle ragazze che avranno la ventura di leggere questa intervista - che anche io sono bello, alto, biondo e giovanile come Martin, ma non � cos� Naturalmente, ho il fascino magnifico della saggia maturit�. In breve, dovrebbe venire alla mente un'immagine di Sean Connery.

BSJ: Perch� queste similitudini? Martin � l'eroe ed avventuriero che ti sarebbe piaciuto essere? O ci sono le somiglianze perch� ti � pi� facile di scrivere di cose che conosci?
AC: Hai indovinato: dato che sono pigro, � pi� facile scrivere di quello che conosco, cos� ho dato a Martin alcune delle mie caratteristiche (inclusa la data di nascita) visto che sono un modello sempre a portata di mano... Ma c'� una cosa che devo spiegare ai pochi fortunati che hanno avuto la sorte di leggere gli albi americani di MARTIN MYSTERY: le storie che sono state tradotte sono tra le prime pubblicate in Italia, nel 1982; dopo molti ripensamenti, ho deciso di sceglierle perch� sono state create con lo scopo di presentare i personaggi, l'ambientazione, lo scenario, i temi e gli scopi della serie. Ma in queste prime storie Martin � molto "musone" (qualcuno in alcuni Newsgroup ha correttamente scritto che non sorride mai), si prende molto sul serio, la sua fidanzata Diana � antipatica e gelosa come Minnie, e cos� via. Per farla breve, non mi piaceva molto "quel" Martin, cos� dopo circa un anno ho iniziato a dargli tanti difetti (i miei difetti) per renderlo pi� simpatico, affascinante e arguto (IO SONO simpatico, affascinante e arguto); le modifiche hanno funzionato bene, e le vendite hanno iniziato a salire. Ho riscritto (e fatto ridisegnare) alcune pagine della prima storia (pagine da 37 a 44 in MARTIN MYSTERY n� 1) per le traduzioni straniere ed in seguito per le ristampe italiane per rendere il "vecchio" Martin pi� simile a quello che i lettori conoscono. Questo spiega anche la differenza nel disegno: nel corso degli anni, anche Alessandrini ha cambiato (in meglio) il suo stile. Per fare la conoscenza del "vero" Martin Myst�re i lettori americani dovranno attendere il n� 6 di MARTIN MYSTERY (la storia � stata scritta nel 1992, e celebra il decennale della serie) e fiduciosamente una seconda serie Dark Horse. Oppure andare direttamente al sito www.bvzm.com dove troverete una breve storia a colori (in inglese) disegnata da Lucio Filippucci - "Il Viaggiatore del Tempo". Scoprirete un personaggio pi� umano e ironico, quello che i lettori italiani chiamano affettuosamente "B.V.Z.M." (Italiano per "Good Old Uncle Marty") e trattano come un "reale" vecchio amico.

BSJ: Quindi i lettori credono che Martin esista veramente?
AC: Gli piace crederlo. Ho fatto l'errore di dare a Martin un vero indirizzo (Washington Mews 3, N.Y - l'ho cambiato nella versione americana), e ho scoperto che molti lettori, visitando N.Y., si recavano a vedere se la casa di Martin esistesse e - peggio che mai - suonavano il campanello. Per cui ho scritto all'inquilino per scusarmi per questa non richiesta persecuzione. L'inquilino - un certo Mr.Claxton, che lavora per la N.Y. University - fu molto gentile con me, e rispose che, infatti, era molto sorpreso dallo strano pellegrinaggio alla sua casa, e ancora pi� sorpreso del fatto che i "pellegrini" fossero tutti italiani.

BSJ: Hah! Proprio incredibile, e deve essere molto lusinghiero, sapere che il tuo personaggio ha creato una tale frenesia tra i suoi lettori (e la loro immaginazione)! Che ci dici delle influenze? Martin Myst�re ha una atmosfera di "pulp-adventure", che segue le orme di DOC SAVAGE o INDIANA JONES. Il suo nemico agisce come il DR. DESTINO in contrasto al suo REED RICHARDesco eroismo scientifico. Quali personaggi dei fumetti e/o della letteratura hanno preso parte alla creazione di Martin?
AC: Molte influenze, e nessuna in particolare. I suoi antenati diretti sono probabilmente gli avventurieri "savant" resi popolari da Jules Verne ed i suoi molteplici imitatori all'inizio del secolo. Ha preso un po' dall'Allan Quatermain di Ryder Haggard (la prima incarnazione di MARTIN MYSTERY - stessi personaggi incluso Java - fu pubblicata nel 1978, prima di Indiana Jones, con il titolo "Allan Quatermain Jr."), dal Professor Challenger di Conan Doyle, dal Bernard Quatermass di Nigel Knaele e dal Doc Savage di Lester Dent. Per i fumetti, sono probabilmente stato ispirato da alcuni elementi "misteriosi" presenti nel Professor Mortimer di Edgar P. Jacobs, in Jeff Hawke di Sidney Jordan (con il quale Martin ha condiviso una storia di una pagina in "team-up"), nel Tintin di Herg�, nel primo Brick Bradford di William Ritt (l'aspetto fisico di Martin � un dichiarato omaggio a quel personaggio), e dalle storie di Zio Paperone e Paperino di Carl Barks.

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Copertina del libro dedicato alle celebrazioni di Jules Verne.
disegni di Giancarlo Alessandrini
   

In termini di narrazione sono stato influenzato dagli autori citati, pi� Gianluigi Bonelli (creatore del pi� popolare personaggio a fumetti italiano, un ranger chiamato Tex Willer, e padre di Sergio Bonelli, editore dei fumetti Bonelli), Lee Falk, e quell'incredibile genio di Will Eisner. La versatilit� di Martin deriva da The Spirit. Anche se non � possibile notarlo dalla breve linea delle traduzioni americane, Martin � stato interprete di ogni genere di storie immaginabile: fantascienza, educative, pastiches, umoristiche (anche in stile caricaturale) - restando sempre s� stesso, ad esempio senza minimamente cambiare la sua natura o il suo atteggiamento (questo � molto importante). Martin pu� indagare qualsiasi tipo di mistero, da quelli stile "Charlots of the Gods" (o se preferisci "X-Files"), a quelli esoterici, storici, geografici o persino quelli matematici (sto attualmente scrivendo una storia sull'Ultimo Teorema di Fermat). Ha incontrato perfino Yellow Kid e Kurt Katzenjammer - il terzo fratello, perduto, dei Katzenjammer Kids! Per questo motivo il personaggio viene spesso usato come "testimonial" per molte iniziative educative o promozionale al di fuori del mondo dei fumetti: presentare ai giovani visitatori mostre d'arte dedicate ai Maya o ai reperti di Pompei; incentivare l'uso del treno al posto dell'auto tra i pendolari; promuovere il riciclaggio delle lattine d'alluminio, e cos� via. A Torino, proprio in questi giorni ho presentato un bel libro a colori di grande formato per le celebrazioni di Jules Verne che si terranno in Francia e in Italia nell'anno 2000.

BSJ: Tu parli dell'influenza di Disney. Le mie fonti mi informano che tu sei un fan sfegatato di Disney - tanto che una volta hai sbertucciato appassionati e critici italiani - oltre ad un curatore Disney - facendo loro credere che ci fosse un disegnatore di Topolino chiamato Al Levin, che invece era inventato. Raccontaci la vicenda.
AC: Mmm... Non � una cosa di cui essere orgogliosi� Nel 1965 sono stato il cofondatore della prima fanzine sui fumetti in Italia, "Comic Club 104". Un numero venne dedicato ai personaggi Disney e ai loro autori. Nessuno, a quel tempo, aveva la pi� pallida idea di chi fosse il disegnatore americano che disegnava i personaggi Disney! Io riuscii ad identificare Carl Barks (triste aneddoto: Barks fu cos� gentile da spedirmi una auto-caricatura disegnata e firmata espressamente, la pi� ristampata nella quale lui ha la testa di Zio Paperone e Paperone ha la sua - Be', � andata smarrita dallo stampatore anni dopo!), Paul Murry, Tony Strobl e molti altri. Ma non riuscii ad identificare Floyd Gottfredson, cos� - che Dio mi perdoni! - ho INVENTATO un nome, Al Levin, e gli ho attribuito le storie di Gottfredson. Allora ero in contatto con molte giovani fanzine americane (scrissi un lungo articolo su di loro su Linus): "Alter Ego", "Rocketblast Comicollector", "Vanguard", "Capa Alpha", l'ultima linea di ristampe di Edwin April, ecc... cos� spedii il numero su Disney a Mike Barrier e Malcolm Willits di "Funnyworld". Corressero i miei errori e mi fornirono i dati esatti, ed io corressi le mie informazioni appena possibile. Ma la questione "Al Levin" si diffuse, ed in molte enciclopedie del fumetto (ed anche in pubblicazioni Disney) potete ancora trovare il nome di questo artista "fantasma" nel vero senso della parola.

BSJ: Hah! Quindi anche da ragazzo, "Nonno" Alfredo aveva una qualche sfera d'influenza? Hah! Questa � bella. Solo il "Guru del fumetto italiano" poteva escogitare questa birichinata!
AC: "Guru"? Mmm� Questo � molto meglio. Di "Nonno", intendo! Comunque, Al Levin ha colpito ancora molti anni dopo. Nei tardi anni '80 curavo "Disney News", house-organ per l'Italia della Disney Company, ed ero leggermente disturbato dal loro atteggiamento "siamo una societ� perfetta, abbiamo personaggi perfetti, qualunque cosa facciamo � perfetta", e dalla loro pseudo-correttezza politica. Cos� decisi di scrivere un articolo che dimostrasse, senza ombra di dubbio, che Topolino era stato creato come personaggio di colore e che, dopo il suo spettacolare successo, Disney avesse avuto paura di continuare a raffigurarlo come Afroamericano e si fosse affrettato a trasformarlo in un WASP. Uno dei loro primi film fu il cortometraggio "La capanna dello zio Tom", nel quale Topolino si mascherava da negro. Spiegai che questo era il segreto pi� protetto di Disney e che, quando Michael Eisner divenne presidente della societ�, per evitare indagini accurate, la sua prima mossa fu di assumere un altro Topolino che da nero era divenuto bianco, Michael Jackson, che recit� nella primissima produzione di Eisner, "Capitan Eo". L'articolo fu firmato con un mio pseudonimo, Ronin, e presentato come un estratto da un futuro libro americano dedicato agli artisti di colore: "Una razza di stelle" di AL LEVIN. Con mia soddisfazione, venne ampiamente diffuso, acclamato ed anche duramente contestato dalla stampa. La storia del "Topolino negro" era, naturalmente, un prodotto della mia fantasia, ma tutte le "prove" [dall'ambientazione in Mississippi delle prime storie brevi, al titolo "Steamboat Willie" del primo cartone animato sonoro (gli "S.W." erano di solito bambini di colore che svolgevano lavori servili sui battelli a vapore), al fatto che appena prima di "La Capanna dello zio Tom" Ub Iwerks lasci� la Disney in polemica con la filosofia della serie e and� avanti nella creazione di un personaggio di colore, "Flip la rana".] che produssi furono talmente convincenti che cominciai a pensare che potesse realmente essere vero!

BSJ: Hah! Questo suona come una cospirazione che sarebbe meglio lasciare a Fox Mulder... o meglio ancora a Martin Myst�re! Ha-Hah!
Parlando ancora di influenze, alcuni degli altri scrittori di maggior livello in Bonelli ti descrivono come la loro ispirazione, il loro mentore e il loro amico. Che effetto ti fa "scoprire" le opinioni di Tiziano Sclavi e dei creatori di Nathan Never Serra, Vigna e Medda?

AC: Sono molto felice se mi considerano cos�: sono fortunato di avere molti buoni amici nel campo. In molti casi, ho avuto l'opportunit� di scoprire (e promuovere) diversi nuovi talenti. Io non credo nella competizione nel nostro campo: siamo pochi, c'� spazio per tutti. Ho incontrato Tiziano - un poeta nel vero senso della parola - quando ero uno dei redattori del "Corriere dei Ragazzi" negli anni '70. Scrivevo "Gli Aristocratici" per quella rivista, e Tiziano co-scrisse alcuni episodi. Nel suo si pu� certamente affermare che l'"allievo che ha superato il maestro": il suo Dylan Dog � un vero capolavoro. Ho incontrato invece Medda, Serra e Vigna nel 1983, insieme al mio amico Silver (un altro fantastico "fumettaro" che sono fiero di aver "lanciato" sul "Corriere dei Ragazzi": il pubblico americano incontrer� presto il suo divertentissimo "Lupo Alberto", non appena verr� diffuso in tutto il Paese da United Media). Ci recammo in Sardegna per un'intervista TV riguardante una rivista mensile, "Eureka" che Silver ed io curavamo insieme. Arrivati a Cagliari, decidemmo di telefonare ad un gruppo di lettori - che non avevamo mai incontrato - che ci avevano spedito saggi dei loro promettenti lavori. Cos� pranzammo insieme, iniziammo alcune piccole collaborazioni - Bene, come sai, le cose si svilupparono...

BSJ: Cosa pensi questi autori abbiano portato ai fumetti? Qual � la forza di ciascuno come narratore? Quali sono le qualit� che ammiri in loro, e nel loro lavoro?
AC: Nei fumetti italiani c'� uno stile di narrazione che noi, usualmente, chiamiamo lo "stile Bonelli" - visto che Gianluigi Bonelli ne � stato il rappresentante pi� rinomato. Questo stile di narrazione ha qualcosa in comune sia con il "feuilleton" francese sia con le "strip" avventurose dei giornali americani degli Anni '30: intreccio forte, personaggi ben sviluppati e lunghe storie da leggere come romanzi. Sergio Bonelli, che, oltre ad essere un editore � un ottimo scrittore, ha modernizzato lo stile del padre, adattandolo ai suoi tempi e alla sua formazione culturale: un po' pi� visuale ed un po' meno letteraria di quella di Gianluigi. Quindi io (essendo pi� giovane di Sergio) ho fatto lo stesso, adattandolo al mio tempo e alla mia formazione culturale, poi Tiziano (che � pi� giovane di me) lo ha riadattato al suo tempo e alla sua formazione culturale, e lo stesso � accaduto a Medda, Serra e Vigna, che sono pi� giovani di Tiziano. Puoi scoprire le nostre peculiarit� e le nostre differenze leggendo le nostre storie. Ci� che conta � il fatto che manteniamo lo "stile Bonelli" (o lo stile di narrazione italiano) vivo e al passo coi tempi. "Innovazione nella tradizione", come dicono i politici.

BSJ: Riguardo ai disegnatori? Con chi ti piace lavorare?
AC: Come ho detto prima, Bonelli pubblica tonnellate di pagine ogni anno. Nessun disegnatore, incluso Superman, potrebbe farcela da solo, cos� diversi disegnatori devono alternarsi. Questa � una delle ragioni per cui i fumetti Bonelli (e quelli italiani in generale) sono di solito associati al loro scrittore-creatore ("Diabolik di Angela e Luciana Giussani") piuttosto che al disegnatore. Giancarlo Alessandrini � stato il primo disegnatore di Martin Mystery; ho scelto di pubblicare solo i suoi lavori negli albi Dark Horse per alleviare il trauma che i nuovi lettori avrebbero potuto provare confrontandosi con storie di mani (disegnatori) diverse. E' uno dei miei preferiti, e dovresti vedere come si � evoluto ora il suo stile. Lucio Filippucci � un altro dei miei favoriti... E anche Franco Devescovi, Rodolfo Torti, Lucia Arduini, Luigi Coppola, gli Esposito Bros, Montanari & Piccoli, Paolo Morales, Enrico Bagnoli, Giovanni Romanini e Paolo Ongaro. Come un buon padre - va beh, un buon nonno - non posso avere preferenze. Sono tutti bravi.

BSJ: Stai diventando piuttosto diplomatico! Ma questo ci porta ad un'altra serie di domande... Qual � il tuo accordo con Bonelli riguardo Martin Myst�re? I diritti degli autori sono forti in Italia?
AC: In Italia non c'� una legislazione specifica relativa ai fumetti, ma molti editori aderiscono ad una "interpretazione" alla quale sono orgoglioso di aver contribuito negli Anni '70, dopo lunghe lotte con gli editori del "Corriere dei Ragazzi". La retribuzione media per la prima edizione varia tra 200.000 e 700.000 lire [100 e 350 dollari] per pagina (disegno) e tra 70.000 e 200.000 lire [35 e 100 dollari] (testo); le pagine originali restano di propriet� del disegnatore; i profitti netti delle ristampe sono divisi al 50% tra l'editore e gli autori. Alla Bonelli, al creatore di una serie (come sono io per Martin Myst�re, Tiziano per Dylan Dog, Medda Serra e Vigna per Nathan Never) � garantita una percentuale sulle vendite. I diritti di utilizzo sono usualmente spartiti al 50% tra editore e autore. Siamo proprietari dei nostri personaggi, e dobbiamo seguire alcune regole riguardo il loro utilizzo, nel caso non siano pi� pubblicati da Bonelli. I contenuti sono gestiti dall'autore, ma devono rimanere nei confini che caratterizzano la filosofia dell'editore. Nel mio caso, ho completo controllo sul merchandising.

BSJ: Parlando di controllo e merchandising, il tuo personaggio ha uno dei siti Internet pi� belli del World Wide Web. Quanto di questo controlli?
AC: Grazie. L'ho scritto quasi interamente, e ho provato a gestirlo col mio amico e co-autore Andrea Pasini all'inizio. Niente da fare! Il compito prendeva troppo tempo. Quindi ora � gestito da Alicenelpaese, uno studio specializzato, sotto mia supervisione.

BSJ: Sembra grandioso! Hai messo nel sito un intero fumetto di Martin Myst�re online - pensi che i fumetti "in linea" siano il futuro del settore?
AC: Spero vivamente di no. Credo nella carta. Non puoi incartare un pesce in una pagina elettronica!

BSJ: Ora Alfredo, io trovo strano che alcune icone ed eroi dei fumetti americani prosperino pi� oltreoceano che negli U.S.A. Ad esempio, Disney � ancora potente in Italia; L'uomo Mascherato in Europa e Australia. Cosa ne pensi?
AC: La Disney Company pubblica il settimanale "Topolino" (il nome italiano di Mickey Mouse) e moltissime riviste mensili, quasi interamente prodotte da scrittori e disegnatori italiani. La Disney ha anche tentato interessanti ed innovativi esperimenti, come PK, versione super-eroica di Paperino; o il Mickey Mouse Mystery Magazine, versione "noir" di Topolino. Sono entrambi destinati ad un'et� di 15 e pi� anni, e pubblicati in forma di romanzo illustrato, su carta patinata, con una impaginazione "moderna". Alcuni altri personaggi americani, come Braccio di Ferro o Felix il gatto, che - almeno nella forma stampata - non sono pi� cos� popolari negli States vanno ancora forte in Italia, in versioni disegnate localmente. L'uso di continuare (dietro licenza) personaggi americani risale agli Anni '10, quando Attilio Mussino, uno dei migliori disegnatori italiani dell'epoca, continu� (benissimo) il fantastico "Mr. Twee Deedle" di Johnny Gruelle. Durante la Seconda Guerra Mondiale l'importazione di personaggi americani venne proibita dal fascismo, cos� i disegnatori italiani si ingegnarono a creare dei perfetti cloni: Federico Fellini scrisse alcune puntate di "Flash Gordon". Per anni ho scritto una striscia per bambini, "Piccola Eva", disegnata da Antonio Terenghi, senza sapere che lui (Terenghi) non ne era il creatore.

In effetti si trattava di una serie americana, chiamate "Little Eve" e pubblicata negli Anni '50 da St.John. L'albo (un'imitazione di "Little Lulu") dur� appena qualche numero negli States, ma funzion� bene in Italia, per cui venne continuato qui sotto licenza. � durato fino ai primi Anni '70! Riguardo a "L'Uomo Mascherato", � stato (insieme a "Mandrake") estremamente popolare fino agli Anni '70. In Australia "L'Uomo Mascherato" � ancora in cima alle vendite; la maggior parte dei disegni � realizzata a Roma da due artisti italiani - Felice Mangiarano e Giuseppe Ferri - che iniziarono illustrando nuove storie per l'editore italiano de "L'Uomo Mascherato", quando era a corto di materiale americano (per le ristampe). Sul fronte fumetti e super-eroi, "Superman" fu il primo importato con successo: negli Anni '50 fu chiamato "Nembo Kid", un nome strano persino in Italia (il "nembo" � un tipo di nuvola); lo leggevo da bambino, e quando rilessi quelle storie le trovai molto na�f, ma anche molto fantasiose, proprio come favole. I personaggi di Stan Lee cominciarono a comparire negli Anni '70 (ho scritto uno dei primi, se non il primo, articoli sull'argomento su "Linus" nel 1967), e per alcuni anni funzionarono molto bene. Attualmente si trovano molti albi americani di DC, Marvel, Image, Dark Horse, ecc. tradotti in italiano; hanno un forte seguito di appassionati ma, numericamente parlando, sono un segmento minore del mercato italiano dei fumetti; riescono a sopravvivere anche con vendite relativamente scarse perch� non pubblicano materiale "originale", ma "di seconda mano", che � molto meno costoso.

BSJ: Qual � la tua impressione su ci�? Pensi che l'ossessione americana per e super-eroi abbia "legato le mani" alla creativit� nel fumetto?
AC: Quando scoprii i Supereroi Marvel nei tardi Anni '60, mi piacque abbastanza l'idea "super eroi con super problemi", come se l'atmosfera di favola presente in Superman (e, pi� di tutti, in "Captain Marvel", il mio supereroe preferito, mai pubblicato in Italia) fosse stata aggiornata, ma non smarrita. Riguardo ai Supereroi odierni, so che verr� odiato dalla maggioranza dei tuoi lettori, che mi chiameranno "nonno" o peggio, ma - con un mucchio di debite eccezioni - non sono un grande fan di Supereroi. Penso che gente che indossa buffi vestiti e mantelli policromi faccia parte del mondo delle favole, e quando vengono messi a confronto con i problemi di tutti i giorni, e si tenta di farli sembrare realistici, il risultato finale e abbastanza ridicolo. A Torino ho incontrato Jean "Moebius" Giraud, che conosco da quando ho lavorato per la "Vaillant" a Parigi. Qualcuno gli ha chiesto come si sentisse a disegnare Silver Surfer. "Non sono un appassionato di Supereroi" - ha risposto - "e li trovo 'un petit peu dingue', un po' infantili. Ma non sono un integralista anti Supereroi, per cui ho deciso di provare". Questa � esattamente la mia posizione: anche se non apprezzo molto i Supereroi, non sono un integralista. Avessi l'opportunit� di scrivere una storia di Supereroi, ci proverei. Non sono cos� sicuro che riuscirei a farlo bene. Non credo che l'ossessione con i Supereroi abbia appannato la creativit�, visto che altri generi possono prosperare intorno a loro

BSJ: Qual � il tuo prossimo impegno? Cosa devono aspettarsi da te i lettori anglofoni? Ci sar� una seconda serie di MARTIN MYSTERY?
AC: Non lo so, e a dire la verit�, non sono cos� sicuro che funzioner� negli States. Come dicevo, troppe chiacchiere, troppo poca azione. Vedremo... Al momento sto scrivendo un libro che ha qualcosa a che fare con l'America, qualcosa a che fare coi fumetti, e niente a che spartire con la scrittura di sceneggiature. Voglio precisare che lo sto facendo come una specie di passatempo, e come un tributo al mezzo che mi fornisce le finanze per vivere: So gi� che non vender� pi� di 5 copie in tutto il mondo, alle cinque folli persone (ce ne saranno almeno 5!) interessate all'argomento. Il libro � intitolato "Here We Are Again" ("Siamo di nuovo qui") e tratta dei primi 25 anni dei fumetti sui giornali americani (1895-1919). Traccia la storia dei media, della politica e della societ� al passaggio del secolo e di come fossero legati ai primi fumetti americani. Ho raccolto una enorme quantit� delle prime Sunday Sections, riviste, spartiti, cartoni animati, dischi e paraphernalia relativi al periodo (non � stato cos� facile, un Oceano mi separa dalla loro fonte). Ho rivisto circa 1500 (1500!) serie e personaggi pubblicati in quella era straordinariamente creativa. Ogni cosa immaginabile nei fumetti � stata inventata allora: tecniche, temi, personaggi, ambientazioni. I cinque acquirenti di "Here We Are Again" scopriranno "veri" Supereroi creati nel 1904, fumetti disegnati realisticamente nel 1907, licensing e merchandising che furoreggiavano gi� negli Anni '80 del 1800, e cos� via. Credetemi, � un lavoro di amore e pazzia. Abbastanza fortunatamente ho trovato un editore pazzo e innamorato come me, ed il libro (pi� di 500 pagine, riccamente illustrate a colori) sar� pubblicato alla fine del 2000.

BSJ: Whew! Bene, hai superato la fase delle 20 domande della nostra intervista. A questo punto concludo sempre con alcune domande a bruciapelo. Questo fornisce alla gente una specie di riassunto sulle tue preferenze: "Icona americana" preferita: Superman o Batman?
AC: Batman

BSJ: "Signore della Giungla" preferito: Tarzan o l'Uomo Mascherato?
AC: L'Uomo Mascherato.

BSJ: editore di fumetti americano preferito: Marvel o DC Comics?
AC: Dark Horse. (Hah!)

BSJ: disegnatore di Silver Surfer preferito: Jack Kirby o Moebius?
AC: Moebius. Per solidariet� europea.

BSJ: Albo a fumetti di tutti i tempi:
AC: Hai detto "domande a bruciapelo". Troppe risposte!

BSJ: piatto italiano americanizzato preferito: pizza o pasta?
AC: Pizza. La pizza americana dovrebbe avere un altro nome, ma ha un buon sapore!

BSJ: formaggio da condimento preferito: parmigiano o pecorino?
AC: Parmigiano, senza dubbio!

BSJ: Storia di Martin Myst�re ristampata in inglese preferita:
AC: La spada di Re Art� (forse).

BSJ: Storia di Martin Myst�re scritta da te preferita:
AC: Il mistero delle nuvole parlanti. (forse)

BSJ: Storia di Martin Myst�re scritta da altri preferita:
AC: Tutte (potrei offendere qualche mio co-autore?).

BSJ: Ce l'hai fatta! La tua prima Intervista negli U.S.A.! Come ti senti?
AC: Stanco!

BSJ: Hah! Siamo in due! Bene, grazie per il tuo tempo, Alfredo. � stato un vero piacere.
AC: Il piacere � stato tutto mio, mio caro Alphonse. No, � stato mio, mio caro Gaston!

BSJ: Hah! Bene gente, cos� si chiude questa prolissa intervista! Sentitevi liberi di mandare commenti cliccando qui. Sappiate che le vostre note saranno spedite al mio buon amico, Nonno Fredo! Hah-ha! Grazie a Stefano Priarone e Michele Medda per i loro contributi (informazioni e commenti su Castelli) a questa intervista. Grazie!

 

 


 
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