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" Il Baluardo"


Pagine correlate:
Sprayliz intervista Gea

E� la pi� giovane protagonista bonelliana; ed � una ragazza che si "far�", se manterr� quello che promette.

Welcome, piccolina!
recensione di Vincenzo Oliva



TESTI
Sog. e Sce. Luca Enoch    

E cos� � nata. La sorellina minore di Sprayliz � venuta al mondo in questo giugno 1999 ancora a met� del guado tra primavera ed estate, come ella stessa � a met� del guado tra la sua vita naturale di adolescente di questi nostri tempi un po� bislacchi e i suoi compiti "istituzionali" di "baluardo".

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Gea, dal frontespizio - disegno di Luca Enoch - (c) 1999 SBE

Si affaccia alla vita, Gea, sotto l�ala amorevole e protettiva di "babbo" Bonelli, che ancora oggi non ha perso la voglia di osare e ha lasciato mano libera a Luca Enoch per realizzare questo progetto di una serie da gestire completamente da solo: testi, disegni e copertine.

Sorellina minore di Sprayliz, si diceva; ma solo anagraficamente e cronologicamente,

"E' la sorella minore di Sprayliz, ma � molto diversa dall'ingombrante "parente"(...)"
   
perch�, al di l� di alcune similitudini superficiali e poche caratteristiche di fondo, i due personaggi appaiono sicuramente diversi (non perdetevi la scheda dell'intervista Sprayliz-Gea :-).

Certo, alla base c�� il fatto di condividere il proprio creatore, quel Luca Enoch che si conferma sensibile e attento osservatore, e interprete partecipe dell�universo adolescenziale: per cui alcune somiglianze sono naturali; e - certo - ad un primo sguardo le due giovanissime eroine sembrano condividere un certo ribellismo (positivamente connotato) nei loro atteggiamenti: per Sprayliz i graffiti e il Macondo, la sua forte carica di insofferenza per l�Autorit� (Elizabeth �, naturalmente, un personaggio pi� ribelle, per molti versi iconoclasta); per Gea la sua vita indipendente ed insofferente dei controlli degli adulti.

Qui si fermano, per�, le caratteristiche comuni tra i due personaggi: troppo diversa, tra l�altro, la struttura narrativa delle due serie. Sprayliz nasce sull�Intrepido - dove le sue avventure si dipanano frenetiche in storie di poche pagine - per poi approdare alla Star Comics - conquistandosi una propria testata mensile (che durer� meno di un anno) e le sue storie acquistano un respiro pi� ampio, mantenendo, per�, una sinteticit� incisiva grazie alla velocit� che Enoch imprime alla narrazione concentrando la sua attenzione su un tema alla volta - e giungere, infine, alla sua sparsa vita attuale - segnata dalle poche e intermittenti uscite nella collana "Nuvole" della Comics&Dintorni.

Una storia editoriale sofferta, che difficilmente Gea ripercorrer�. Questa bionda quattordicenne nasce, infatti, all�interno della maggiore casa editrice italiana di fumetti, in albi di molte pagine - che dunque permetteranno all�autore di sviluppare storie dalla trama molto pi� complessa e ricca di sottotrame che vanno in pi� direzioni, come � appunto il caso di questa prima avventura - e semestrali, una soluzione sinora riservata ad alcuni spin-off ma non a testate autonome; scelta giustificata, ovviamente, dall�impegno ciclopico di Enoch.

Ecco, quindi, che l�autore passa dall�affresco sulla giovent� dei nostri giorni (o forse su una giovent�) che ha saputo darci con Sprayliz - amorevole ritratto prima ancora che interpretazione - ad un personaggio per il quale questa dimensione narrativa non sar� che una delle molte componenti.

Osserviamo, infatti, come in questo "Il Baluardo" si stemperano le istanze pi� forti, pi� protestatarie. Ma � un fatto naturale: Gea � soprattutto una chiave di lettura fantastica del mondo adolescenziale:

"Gea rappresenta una lettura in chiave fantastica dei mondi dell'adolescenza(..)"
   
essere l�eroina drammatica (o l�eroe, ovviamente) che combatte per salvare il mondo � un sogno comune a chi si � appena affacciato all�adolescenza. Qui, per�, lo vediamo nel modo in cui un uomo adulto come Enoch pu� interpretare la cosa: Gea combatte i mostri venuti da fuori e lo fa anche col sorriso sulle labbra, facendo battute. Nulla di strano: con la sua nuova creatura, Luca Enoch pu� dare sfogo al suo desiderio di sbrigliare completamente la fantasia.

Mescola (addolcendoli) ai temi che lo hanno portato al successo con Sprayliz, tematiche fantastiche viste in un�ottica che sposa insieme i toni del dramma di fondo (la lotta contro i demoni per salvare il mondo) con quelli della commedia brillante (la sequenza nel limbo, o quella nel negozio di Gwrstk) o della farsa (la scenetta delle pagg.17-19); ma anche dell�orrore, sconfinante nello splatter, della sequenza con protagonista il demone Ardat-Lili alle pagg.89-93; o ancora, in poche e sobrie battute, una tematica dura e di attualit� come la pena di morte nel colloquio tra Gea ed i suoi amici alle pagg. 24-25.

Il tutto arricchito da un autentico tripudio di riferimenti, citazioni, rimandi, appelli alla memoria e alla fantasia del lettore, che Enoch sa mettere insieme creando un tutto organico che diventa l�insieme delle coordinate di riferimento di un universo narrativo e del gioco in cui l�autore vuole coinvolgere il suo pubblico; scavalcando la riduttiva dimensione della citazione fine a s� stessa o - peggio - della copiatura. L�originalit�, o meglio la sapienza, di Enoch sta nell�elaborazione di un amalgama coerente - e tutto suo - a partire dagli elementi fantastici e reali pi� disparati.

Vediamo dunque convivere in armonia l�amore di Enoch per Andrea Pazienza con personaggi che appartengono alla mitologia, come i centauri, o alla tradizione letteraria dei naturalisti latini (ma anche cinesi), come i Blemii; i continui rimandi cinematografici e la centralit� della musica nella vita di Gea e nel personaggio Gea; l�omaggio al fumetto bonelliano (il gatto di Gea si chiama Cagliostro, come una certa conoscenza felina di Dylan Dog ! :-) ) e i cartoni animati giapponesi. Per un�idea, forzatamente non completa, di quanto Enoch ha disseminato nell�albo, si rimanda alla scheda.

Di questa miscela di elementi diversi che prende forma unitaria sotto gli occhi del lettore, si fa collante il personaggio di Gea, ovviamente: protagonista dalla spiccata personalit� e fortemente caratterizzata dall�autore (anche fisicamente: rientrano certo in questa volont� di farne un personaggio "eccezionale", e perci� "fantastico" anche i suoi difetti alla vista), che lungi dall�essere, come si � detto, una riedizione di Sprayliz sotto rinnovate vesti, sembra farsi partecipe del gioco in prima persona e per la quale � aperta la "caccia" al modello (su IAFB, il newsgroup dedicato al fumetto bonelliano, si sono fatte varie ipotesi: vedere ancora la scheda).

Giovanissima, ma gi� con un passato - che sicuramente scopriremo in seguito, ma che Enoch ha per ora tenuto giustamente nascosto, accennandovi appena - Gea ci viene presentata come una ragazza indipendente e completamente autosufficiente, con gli interessi e le amicizie delle ragazze della sua et�, ma anche profondamente conscia della sua particolarit� e della sua missione e pertanto fondamentalmente sola, come risulta chiaro dalla sequenza del (mancato) incontro con un altro "Baluardo", che rende acuto il bisogno della ragazza di confrontarsi con qualcuno che condivida i suoi problemi, dato che la remota presenza telefonica rappresentata dallo "zio" appare ben lungi dal poter rappresentare una tale cassa di risonanza.

Tutto questo nasce dalla scelta primaria di una serie realizzata completamente da una sola persona; scelta che ha portato, di conseguenza, la necessit� di una periodicit� tanto pi� diluita dagli standard bonelliani. La conseguenza finale � una storia (e non � difficile prevedere che anche in futuro sar� cos�) per forza di cose densissima. Le storie di Gea saranno poche e dunque Enoch deve comprimere un alto numero di eventi per poter sviluppare il disegno complessivo senza far attendere al lettore tempi biblici prima che accada qualcosa di significativo.

Da qui l�impressione, visiva e di lettura, di un sovraffollamento dell�albo, di un eccesso di informazioni non completamente assorbibile ad un primo impatto, e che l�autore stesso, nonostante una buona regia complessiva, talvolta non riesce a gestire bene: ecco dunque che le scene del combattimento con il Fahrg prima, e col mutaforma poi, sembrano risolversi con una fretta eccessiva, per correre subito alla scena successiva (anche se la cosa appare giusta riflettendo sull�opportunit� di rimandare a quando il mondo di Gea sar� un dato maggiormente acquisito le scene d�effetto pi� particolareggiate). Ecco la brevit� eccessiva e il duro impatto della scena con il demone Ardat-Lili, che deve essere presentato in tutta la sua carica, ambigua ed inquietante, di violenza. Ecco, pi� in generale il sovrapporsi dei fatti, personaggi, storie, citazioni, che si rincorrono di pagina in pagina; a creare l�affollamento di cui si diceva.

Enoch sa il fatto suo, per�, e non si fa prendere la mano pi� di tanto. In sede di sceneggiatura lascia che siano i suoi personaggi - nel normale svolgersi della loro vita - e le immagini a fornire le indicazioni al lettore: niente spiegazioni inutili. Si aggiungano dialoghi vivi e frizzanti, adatti ai personaggi e allo stile di vita che questi conducono; si aggiunga la scelta di comporre un ritratto di adolescente per gli adolescenti, ma scrivendo una storia che possa interessare anche chi adolescente non � pi�, e trattando il tema in modo adulto e consapevole; non come se si dovesse avallare un�equazione che vuole che a un pubblico giovanile si debbano fornire storie melense, sempliciotte e - per farla breve - stupide.



DISEGNI
Luca Enoch    

Di grande effetto, ma soprattutto adatti alla storia ed al personaggio, i disegni.

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La mimica di Gea, disegni di Luca Enoch
(c) 1999 SBE
   
Ovviamente questo non deve stupire, dato che Enoch � autore completo e non deve porsi il problema di interpretare la scrittura altrui; ma resta il fatto di un tratto energico, nervoso che restituisce in pieno l�impatto di una storia narrata a ritmi sostenutissimi e popolata di personaggi di grande dinamicit�, a partire dalla protagonista stessa, la cui mimica facciale varia continuamente, narrandoci dei mutevoli stati d�animo della ragazza, interpretandone gli umori e i furori, le malinconie e la felicit�; nonostante l�autore - avendole messo gli occhiali scuri - rinunci spesso a quello strumento, fondamentale per l�espressivit� del volto, che sono gli occhi.

Luca Enoch ha saputo infondere vita vera in quel triangolo irregolare che � il visetto della sua Gea, plastica interprete di un�adolescenza un po� schizofrenica e in bilico tra realt� e fantasia pi� sfrenata, alla quale ha fornito una figuretta agile ancora quasi infantile, come a sottolinearne la dimensione simbolica: � al bambino che � in noi e alla sua innocenza che si deve far appello per resistere contro i mostri fuori di noi. E� quel bambino e la sua purezza che rappresentano il vero "baluardo".

Ma non � solo Gea ad essere ritratta al meglio:

"Enoch d� vita ad una galleria di personaggi espressivi e vibranti di vita(..)"
   
Enoch ha messo in campo una galleria di personaggi ricchissima, caratterizzandoli tutti con cura estrema: da Luciana, l�assistente sociale, amorevole e preoccupata; a Clint, il sadico secondino la cui malvagit� � incisa in ogni pi� piccola piega del suo laido volto; dalla tenebrosa e ambigua Ardat-Lili, che ci � stata solo presentata in questa avventura, ma che potrebbe diventare l�avversario principale di Gea e protagonista di una breve sequenza splatter in cui il talento di Enoch per rappresentare la violenza non � mitigato da quegli elementi grotteschi che altrove era solito usare; a Slag, che attraversa in poche tavole un intero universo espressivo, dalla disperazione della lunga sequenza dei suoi ricordi (pagg. 110-114) alla sorpresa e all�imbarazzo (per il lettore divertenti) della seguente scena nel Limbo.

Adatto appare anche l�uso massiccio dei retini, a bilanciare ed arricchire l�universo grafico della storia, la cui frenesia dinamica avrebbe finito per essere mortificata dal solo uso del bianco e nero. Lungi dall�essere, in questa storia, una comoda scorciatoia, tale uso viene a connotarsi in un mezzo per evitare l�appiattimento grafico ed il rallentamento del ritmo incalzante dei testi, fornendo una sorta di "protagonista" intermedio, di vero e proprio trait-d�union, tra la giovanile solarit� della Gea "ufficiale" ed il suo lato in ombra, la sua vita di "baluardo".

Giustificato, poi, il liberarsi in pi� occasioni, dalla "gabbia bonelliana".

"Un'impostazione della tavola pi� libera del consueto (bonelliano), adatta ad una storia piena di dinamismo(..)"
   
Se una simile operazione apparirebbe incongrua ancor prima che azzardata in una serie come Julia , pensata e costruita per la rigidit� della griglia fissa della tavola bonelliana, certo non lo � qui. E� la storia stessa ed i suoi ritmi a volere una maggiore libert� ed indipendenza di schemi, ed Enoch asseconda questa necessit�, elaborando in modo personale i vari influssi grafici che sono nel suo bagaglio di esperienze, primo tra tutti quello giapponese.



GLOBALE
 

E� difficile dire sin da ora se Gea rappresenti un esperimento riuscito. Certo della qualit� di questo n.1 (che pare tra i migliori della SBE) non ci si pu� lamentare; ben pi� arduo ipotizzare il riscontro che potr� avere nelle vendite.

Con questa pubblicazione Sergio Bonelli conferma di aver ritrovato il gusto di battere strade inedite, almeno per il fumetto di largo consumo, coniugando alla struttura classica dei suoi albi un tipo di personaggio sostanzialmente nuovo per il suo pubblico pi� affezionato, abituato a leggere storie in cui scrittore e disegnatore sono individui ben distinti (poche davvero le presenze di autori completi in SBE). Con Gea il lettore bonelliano pi� tradizionale (e spesso tradizionalista), si trova a confronto con un personaggio che � espressione totale di una sola persona, che ne cura tutti gli aspetti creativi (tranne il lettering.. :-) ) e che appare come un perfetto "complice" dell�editore in questa ricerca di strade poco battute: Enoch � infatti un autore che rappresenta pienamente il gusto di questi anni �90.

Questo ha portato alla scelta della periodicit� semestrale della testata, fortemente atipica per la casa editrice, che solo da pochissimo sta evadendo con una certa continuit� dalla usuale e tranquillizzante cadenza mensile (e comunque con testate bimestrali), albi speciali a parte.

Inutile nascondersi che questo � un aspetto rischioso: lo stacco temporale tra un�uscita in edicola e l�altra � forte, e forte � il rischio che il lettore, magari disattento, si disamori rapidamente di un personaggio che vede una volta ogni tanto. Cos� come appare certo che sar� necessario, ad ogni nuova uscita, riprendere in mano l�albo precedente almeno per sfogliarlo e rinfrescare la memoria; cosa comunque piacevole finch� le storie si manterranno frizzanti come questo esordio.

 

 


 
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