

IT-DD-268

Modulo A38, Il
- Trama
Groucho è scomparso e Dylan, nel tentativo di ritrovarlo, si imbatte in una fantomatica multinazionale con manie riorganizzative.
Valutazione
ideazione/soggetto






4/7
sceneggiatura/dialoghi






3/7
disegni/colori/lettering






5/7







sceneggiatura/dialoghi







disegni/colori/lettering







57%
data pubblicazione 23 Dic 2008
testi (soggetto e sceneg.) di 
disegni (matite e chine) di

copertine

tag
Iperuranium, caos, burocrazia, multinazionali
Annotazioni
Commento critico
Dopo le prove generali sul Color Fest, Roberto Recchioni esordisce sulla serie regolare con un delirio nonsense nel quale Dylan, unico ad aver memoria dell'esistenza diLinizio intenso, dalla sparatoria alla scomparsa di Groucho, nel suo essere epico e sopra le righe, fa ben sperare per levolversi della storia. Difatti il ritmo e linteresse restano alti per un racconto che scorre bene e propone, finalmente, un buon divertissement e una interessante visione dell'universo dylaniato. A ridosso della conclusione ci si chiede però dove porterà, e infatti, nel finale, Recchioni non risolve completamente la questione, lasciando quasi un senso dincompiuto, con gli imprenditori che vanno via, verso un altro universo, semplicemente perché Dylan è stato troppo bravo. Non lascia neppure intuire chi e perché aveva chiesto la loro consulenza. Rimane in sospeso così il ragionamento sul caos, sull'ordine universale e sulla ragione del fascino dell'imprevedibile e dell'irrazionale.
Recchioni dimostra in questa storia di aver fatto bene i compiti. È bravo infatti a cucire su Dylan una caotica avventura carica dei suoi soliti topoi, approfittando del surrealismo sclaviano, senza stravolgere lidea del personaggio che riesce a sopravvivere al marasma citazionistico che lo investe. Anche se, con eccesso di zelo, ci tiene a farlo presente ai lettori abituali inserendo ripetuti ammiccamenti che rischiano così di stereotipare Dylan. Lo stesso discorso vale per Groucho che, se pur al centro della storia, essendo il motore immobile di Dylan, non rende al pieno della sua essenza risultando, nelle oniriche scene in cui compare, talvolta grottesco e fuori luogo. Un risultato interessante che, seppur con qualche sbavatura, pone delle basi allettanti per il futuro.
A seguire lesordiente Roberto cè un senatore come Bruno Brindisi che si produce, come sempre, in un ottimo lavoro, regalando allalbo una buona atmosfera e una decisa sostanza.
Note
- Il titolo dell'albo è un omaggio al film d'animazione "Le dodici fatiche di Asterix" in cui il celebre guerriero gallico, nel "palazzo che rende folli", si scontra con l'ottusità e l'insensatezza della burocrazia per ottenere un fantomatico lasciapassare A38. Eventi simili Dylan li vive nella seconda parte dell'albo, in cui alcune sequenze sono chiaramente ispirate a quel film.Segnalazione di C.Di Clemente
- La ditta che si occupa dellammodernamento della terra si chiama Iperuranium probabilmente in riferimento alla zona al di là del cielo descritta da Platone nel Fedro.
- La scena che prende il via a pag. 53 con i dialoghi e i costumi ricorda molto una scena dal film "Nirvana" di Gabriele Salvatores.
- Le altre numerose, se non eccessive, citazioni presente nellalbo sono state rese note dallautore stesso nel suo Blog allindomani della pubblicazione dellalbo. Abitudine questa non nuova allautore che già su altre testate era solito occupare la terza di copertina per sviscerare le sue fonti dispirazione.
Incongruenze
- A missione compiuta Dylan riabbraccia commosso
Groucho ma dimentica, molto più in fretta del solito, la sua cliente.