Una poesia per Dylan
come parlare dell’amore senza la A maiuscola
Recensione di T.Barone | | dylandog/


Una poesia per Dylan
Scheda IT-DD-g16d
- Febbre di ghiaccio
valutazione (3,2,3) 38%
Quindi, questa particolare scelta stilistica imprime alla narrazione una digressione sentimentale, che si fa dicotomia tra freddo e caldo, tra febbre e gelo, per poi ritornare concretamente ad una logica narrativa di tipo più materiale.
La visionarietà, necessaria ad un impianto stilistico di tale genere, in questo caso è una perdita progressiva di logicità senza che ad essa faccia seguito una più contemplata e meglio condensata profondità di sentimenti
Tuttavia, la risultante narrativa di questo dipanarsi per associazione di idee e sensazioni non sembra essere convincente. I blocchi narrativi che scandiscono la lenta discesa verso i concetti di caldo e freddo che si alternano e si (con)fondono non sono affatto folgoranti e profondi, e la poesia che sintende tratteggiare sembra circoscrivere sentimenti elementari, consegnando al lettore una trama priva di vero spessore narrativo. La penna di Enna scivola liberamente senza preoccuparsi di costruire la sostanza del pathos nelle immagini che man mano si succedono, nonostante la volontà di profonda contemplazione dellAmore. La visionarietà, necessaria ad un impianto stilistico di tale genere, in questo caso è una perdita progressiva di logicità senza che ad essa faccia seguito una più contemplata e meglio condensata profondità di sentimenti.
Sceneggiatura poco robusta
Bisogna considerare che il registro visionario di "Febbre di Ghiaccio" richiederebbe una strutturazione più coesa, approfondendo il legame un po' pretestuoso tra la donna incappucciata e Dylan, e non labbandonarsi ad una serie di deboli metafore, scarsamente evocative o poco coinvolgenti, che vanno a costruire un mosaico discutibile senza il fascino del surreale. Soprattutto, il lavoro avrebbe dovuto essere ispessito in fase di sceneggiatura, attraverso limature concettuali di rimarcato impatto onirico (anche un po' ossessivo, se vogliamo dirla tutta) evitando di mettere in luce la debolezza di un soggetto non particolarmente curato, e, quindi, proprio per questo tutto affidato al suo concreto svilupparsi nella fase sequenziale delle vignette.
Londra sottozero
disegni di Antonio De Luca, Dylan Dog Gigante 16d pag.234
(c) 2007 Sergio Bonelli Editore
Certi passaggi che cercano di (con)fondere in un unicum il dualismo febbre/ghiaccio paiono non essere stridenti ed emozionalmente carichi. Nonostante tutto, una certa vena cerebrale, di linearità, accompagna tutto il componimento e sovente la metafora delle parole (quelle delle didascalie) pare oscillare tra una "riflessione sullAmore" (come avrà modo di sottolineare il dott. George T. Russell nella penultima pagina) e quella della poesia più pura, mancando però di una ben strutturata idea dinsieme. In altre parole, la visione complessiva ottenuta non sembra esente dallopacità e oscurità di alcune parti. Inoltre, le sensazioni che innervano la storia appaiono più di circostanza che realmente studiate nel loro contesto. Quindi, al termine della lettura, ciò che ci resta in mano assomiglia più ad una semplice digressione sullamore che non sullAmore con la A maiuscola, come invece è dichiarato all'inizio della storia.
Antonio De Luca è un disegnatore dal tratto molto sperimentale e promettente
Vero è che se, nelle serie regolare, Enna è riuscito a centrare lo spirito dylandoghiano (e qui il riferimento non può che andare a "Il Guardiano del Faro", n.251), in questo gigante dimostra di aver preso con leggerezza la difficile arte di narrare per immagini o quantomeno d'aver puntato semplicemente a strizzare l'occhio ai lettori più giovani.
I disegni
Ai disegni abbiamo un esordiente, Antonio De Luca, che riesce ad imprimere alla storia un'intensa atmosfera, ispirandosi molto ai chiaroscuri di Roi (vedere, ad es., la bocca della donna a pag. 217; oppure lultima vignetta di pag. 223), ma non riuscendo a mantenersi costante nella rappresentazione delle fisionomie; trasfigurando spesso il volto di Dylan, e lasciando in bocca un certo sapore dincompiutezza, di indefinitezza. Antonio De Luca è un disegnatore dal tratto molto sperimentale e promettente, senza dubbio alla ricerca di uno stile più proprio che possa caratterizzare meglio e con più stabilità e padronanza il lavoro vignettistico di rappresentazione grafica.Vedere anche...
Scheda IT-DD-g16d
- Febbre di ghiaccio
valutazione (3,2,3) 38%