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| Dialoghi nella rete |
Quanto � tradizionalista Bonelli? E i suoi lettori? Se non seguite abitualmente i newsgroup non perdetevi questa bella discussione tratta da it.arti.fumetti.
Marco Pesce:
Moreno Roncucci:
Kumagoro:
MR:
K:
MR: Che a Bonelli piacciano Torpedo (ma perche' non lo pubblica lui in Italia, allora? Sigh...), Conan e il Punitore (piu' come personaggi che come ultime storie, penso...), non e' una novita', l'ha detto tante volte, e' puo' stupire solo quelli che non avendo mai letto nulla di suo lo considerano un vecchietto fermo agli anni 50.
K:
MR:
K:
MR:
K:
MR:
K:
Gea ha movimentato il layout? Speriamo, non l'ho ancora preso.
Intanto Faraci ha messo ben in chiaro che la sua sceneggiatura per
Dylan Dog � stata revisionata varie volte, perch� erano state dette
"alcune cose non consone alla politica editoriale vigente". Ha ammesso
che alla Disney � abituato a regole ben pi� selettive, ma comunque �
passato da un Manualetto del Perfetto Sceneggiatore Rispettoso a un
altro.
E questa "politica editoriale vigente" da quanto vige? Sono passati i
decenni, la societ� � cambiata, la gente � cambiata, i lettori sono
cambiati, ma i personaggi continuano a darsi del voi? (Gea da del voi
alla gente? O Enoch � riuscito a ottenere anche questa PAZZESCA
innovazione?). Negli anni Novanta si pensa ancora che i lettori si
scandalizzerebbero se Dylan Dog a un certo punto esclamasse "Merda!".
(Coro di "Oooooh" dei lettori bonelliani...). Non comprerebbero pi�
quella pubblicazione di Satana?
MR:
K:
MR:
K:
E, soprattutto, non parlo assolutamente di esperimenti azzardati e
intelletualistici. Parlo di un sacrosanto "Merda!" quando il personaggio sta per essere
squartato da un demone. Parlo di Sclavi che scrive una sceneggiatura simile a uno dei suoi
romanzi e ne tira fuori un volume di 150 pagine in formato graphic
novel. Disegnato da un Roi libero di gestirne il layout come decide
lui, se ancora si ricorda come fare. E se opter� per la gabbia di 3,
saranno lui e Sclavi ad averlo scelto.
Parlo di criminali che non si esprimono come educande.
Parlo delle scene oniriche di Napoleone realizzate in maniera un po'
pi� spregiudicata.
Parlo di cose semplici che sembreranno mostruose al pubblico
bonelliano.
MR:
K:
MR:
K:
MR: Ci sono cose che non mi piacciono nella casa editrice Bonelli. Le tavole e i volti ridisegnati, per esempio. Ma non sono cosi' ingenuo da credere che il resto del mondo sia una culla di liberta' creativa. E se gli autori di fumetti in Italia hanno quel po' di indipendenza che hanno ora (per poca che sia) e' anche merito di Sergio Bonelli che a differenza di altri non li tratta come pezze da piedi... Inoltre, nessuno vieta ad un autore Bonelli di andare a fare una storia "come gli pare" per il centro fumetto Andrea Pazienza, o per Glamour, o per Blue. Certo, guadagnerebbe (solo per quelle poche tavole, fra una produzione Bonelli e l'altra) un po' di meno (o proprio niente). Perche' sono cose che si vendono meno. Pero', chissa' perche', non vedo la coda di autori che vogliono farlo. Si contano sulle dita di una mano. Sara' che il richiamo dell'arte e' minore del richiamo dell'artigianato ben retribuito? O il crimine di Bonelli e' appunto quello di pagarli troppo bene? Vuoi vedere Bonelli sperimentare di piu', aprire al fumetto francese, americano, a nuovi formati, ad autori come Battaglia, Bilal, Moebius? Arrivi tardi, l'ha gia' fatto. Con risultati (a suo dire) molto deludenti.
K:
MR:
K:
MR:
K:
Guarda, io sono convinto che la produzione seriale bonelliana sia
qualitativamente una delle migliori del mondo, se non LA migliore
(parlo delle serie lunghe pi� di 100 uscite, non degli esperimenti
coraggiosi e/o economicamente fallimentari come "Un uomo, un'avventura" o l'attuale "I grandi comici del fumetto"). Di certo
superiore a quella americana Marvel e DC. E anche alla media di quelle
giapponesi.
Eppure proprio in Giappone, tanto additata terra dei bampa, societ�
conformista e massificata, agli autori � permesso gestire la propria
creazione liberamente.
MR:
K:
Figurati che una delle svolte in Berserk � stata l'eliminazione di un
sacco di elementi inseriti per sdrammatizzare (l'elfetto malefico) o
esaltare (le avventure giramondo dell'invincibile guerrierazzo
spaccatutto) o attirare i bampa (i vari mostroni fine-livello).
MR:
K:
Ma non c'� un linguaggio predefinito, n� una struttura della pagina
predefinita. Se vuoi copiare Tezuka, e vendi, sei libero di farlo. Se
non vuoi farlo, e vendi, sei libero di farlo. Apri una rivista
nipponica e trovi comunque un sacco di stili selvaggiamente diversi.
Altro che "i manga". Hai visto Pulp. Ikegami si pu� confondere con
l'otomiano Yoshida o con quela sorta di underground di tal Matsumoto?
Ed � tutto materiale della stessa casa editrice, probabilmente
prodotto dalla stessa rivista (condividendo genere e tipo di
pubblico).
MR: Effettivamente, io credo che Bonelli abbia avuto in un certo senso un effetto deleterio sulle piccole case editrici italiane. I suoi fumetti sono fatti TROPPO bene, sono TROPPO innovativi, hanno un livello tanto alto da soddisfare anche il pubblico che vuole qualcosa di piu' di Dragonball. Alle piccole case editrici rimane poco da fare, e devono adattarsi negli spazi rimasti liberi (sperimentalismo estremo, traduzioni, cartonati, etc.) Se al posto di Bonelli ci fosse stato Bovini, o qualcun altro dedito a fare robetta commerciale pre-masticata, ci sarebbero molti piu' lettori schifati in cerca di altro... D'altronde, in qusto caso, non ci sarebbe nemmeno il fumetto in Italia, visto che nel periodo fine anni 70- inizi anni 80 Bonelli ha salvato il fumetto italiano (traduzioni comprese) praticamente da solo. Se non ci fosse stato lui adesso non ci sarebbe nemmeno un fumetto in edicola, solo Topolino e il Giornalino per abbonamento... Bonelli e' molto, molto piu' "moderno" del suo pubblico. Lo provano non solo Ken Parker, ma gli stessi Dylan Dog e Nathan Never (il fatto che sia venuta fuori una mezza schifezza non cambia il fatto che in Italia chissa' perche' gli esperimenti li fa sempre Bonelli, cioe' il piu' grosso di tutti. Non ti pare strano? Come se al cinema i film sperimentali e artistici li facesse tutti la Disney...)
K:
MR: Negli anni 70, mentre Bonelli rifiutava di accettare pubblicita' sui suoi albi (aumentava il prezzo piuttosto, senza calare il numero di pagine come faceva la Marvel...), tutti gli altri editori facevano a botte per essere i primi a far pompini alla TV. La Rizzoli trasformava l'"antiquato" corriere del ragazzi in Corrier Boy, la Corno metteva i poster di Fonzie e le rubriche di Fogar, La Universo puntava alle donnine nude in copertina (fare fumetti migliori? Nah, tanto i lettori di fumetti sono un branco di fessi...) Tutti falliti. Tutti questi "furbi", che erano "moderni", "alla moda", sempre alla ricerca delle "nuove tendenze". Kaput. Come si meritavano. Per anni, nelle edicole italiane si trovava SOLO Bonelli. L'ultimo rimasto. Che di fronte ai giornalisti che chidevano "si dice che perda un 10% di lettori all'anno: quando abbandona i fumetti, che non li vuole piu' nessuno?" rispondeva "io continuo a fare questo mestiere finche' c'e' qualcuno che me li compra. Poi andro' in pensione" E intanto lanciava sul mercato Martin Mystere, Dylan Dog, Bronco e Bella (emm... mica sempre si puo' far successo, no? :-)) Ora l'arrivo di SANDMAN fra i fumetti preferiti di Sergio Bonelli pone ora un nuovo dubbio: come faranno ora tutti quelli che leggono solo X-Men o Manga e schifano la Vertigo a dare ancora del "tradizionalista" al Sergione Nazionale? ;-)
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Moreno Burattini:
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MR: Comunque, non e' Bonelli in realta' che deve pagarmi. Sono io che sto pagando un debito. Il debito che io (ma non certo solo io) come appassionato ho nei confronti della persona che ha impedito che tutto il fumetto italiano facesse la fine del Monello (morto) o di Topolino (peggio che morto) Forse qui, veramente, mi merito la qualifica di Quarpa. Perche' mostro la mia eta'. Mostro che sono quasi trent'anni che leggo fumetti, e seguo quindi la situazione del mercato. Mostro che non sono arrivato fresco fresco in un edicola da pochi mesi convinto che lo spazio espositivo (limitato) che hanno ora i fumetti ci sia sempre stato. E mi ricordo. Mi ricordo quando tutti gli editori, meno uno, si sono sputtanati un patrimonio di milioni di lettori per inseguire ogni moda televisiva del cazzo che arrivava. Mi ricordo quando tutti gli editori, meno uno, trattavano gli autori come braccianti extracomunitari, costringendoli a cambiare lavoro od a emigrare. Mi ricordo quando tutti gli editori, meno uno, hanno dimostrato di non avere il minimo rispetto per i lettori. E quando tutti gli editori, meno uno, hanno mollato il fumetto perche' era stronzata per bambini ormai defunta che non rendeva abbastanza. Poi, quando "qualcuno" ha dimostrato che il fumetto non era morto e sepolto, ma poteva ancora rendere, sono arrivati gli altri. Quelli che hanno capito che vendere fumetti rendeva di piu' che fare album da colorare (ma ci hanno messo anni a capire che sono cose differenti), quelli che tutt'ora credono di vendere patate, quelli che ieri fumetto, oggi playstation, domani carta da pacchi, purche' se magni, quelli che hanno gia' le valige pronte per andarse dal fumetto quando quei fessi di lettori smetteranno di comprare "quelle cazzate dei fumetti"... Quelli che, come altre volte, come sempre, si dilegueranno non appena le loro politiche editoriali dissennate e a breve temine (stile "prendi i soldi e scappa") daranno i frutti che danno sempre: la delusione dei lettori e la crisi. E, come sempre, rimarra' solo Sergio Bonelli a mantenere in piedi la baracca, inventando ancora una volta qualcosa per far tornare almeno parte dei lettori. Poi, solo poi, come sempre, arrivanno a scopiazzarlo editori piu' "giovani", piu' "alla moda", piu' "nuovi", a dare al pubblico "le ultime travolgenti novita' che solo noi possiamo fornirvi, mica quel rudere di Bonelli!". Ma lo diranno, come sempre, con la valigia in mano e il biglietto pronto nel caso non guadagnino subito i mucchi di soldi a cui mirano... E, come al solito, troveranno tanti lettori, giovani o smemorati, ad acclamarli come quelli che "si', loro amano veramente il fumetto!" Ma se una di queste volte non ci fosse piu' il Sergione nazionale? Se una di queste volte Sergio Bonelli si rompesse i coglioni del pubblico italiano (sempre se non e' gia' successo...), e andasse in pensione a godersi i soldi invece di sperperarli in testate spesso in perdita? Il pubblico italiano non si merita Sergio Bonelli. Non se lo e' mai meritato. Il pubblico italiano si merita Bovini (sono fatti l'uno per l'altro). Si merita Corrier Boy, le Fantalire e le cartoline shojo. Si merita Jim Lee e Todd McFarlane. Perche' e' un pubblico bovino, gonzo e smemorato, di cui troppo spesso mi vergogno di far parte.
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