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InteractiveDopolavoro




DOPOLAVORO
GIUGNO 1999

La posta di uBC
Parola d'autore
Dialoghi nella rete

In questa pagina:
Martin � cambiato?
di Vincenzo Beretta
Precisazioni su Steele
di Federico Memola


Dopolavoro
Parola d'autore  

Molta la carne al fuoco in questo numero: un lungo intervento di Vincenzo Beretta sul carattere del Martin Myst�re di oggi, rispetto a quello del passato, tratto dal newsgroup it.arti.fumetti.bonelli e la replica di Federico Memola (tratta dalla posta del sito ufficiale di Jonathan Steele) alle critiche rivolte alla sua nuova creatura.

Martin � cambiato?


intervento di Vincenzo Beretta dal newsgroup it.arti.fumetti.bonelli.

Cominciamo con il fare una premessa importante: Martin Myst�re e' cambiato, e' vero. Io me ne sto accorgendo proprio ora, e per un motivo molto semplice: sto scrivendo il secondo "Nathan Never & Martin Mystere", e il Martin del futuro non e' quello del 1999, ma quello del 1987. Questo "secondo Martin" si e' quindi evoluto indipendentemente per cinque anni, e il succo del discorso e' che i due "Martin" ora sono diversi.

La storia, come nel primo incontro, si apre e si chiude ai giorni nostri, con il Martin di "adesso", e, senza fare anticipazioni, posso dirvi che la chiave del prologo e dell'epilogo e' che il BVZM ne combina briosamente "una delle sue", una da Martin Mystere del 1999, di quelle che ormai Diana accetta con stoica rassegnazione. Nei dialoghi e nei comportamenti l'ho quindi tratteggiato esattamente come lo vediamo negli albi che sono in edicola ora.

Ma quando poi sono passato al futuro mi sono reso conto che il personaggio che avevamo davanti non poteva essere lo stesso. Egli e' un Martin Myst�re che parte da come era psicologicamente nel 1987 (e ho riletto tutti gli albi di quel periodo), e che che ha avuto davanti a se' cinque anni di evoluzione psicologica senza l'apporto di figure chiave come Diana o Java, senza la possibilita' di affrontare finalmente i demoni del suo conflitto su Orloff, senza avere incontrato figure come Korg o Adam (e quindi essere entrato in contatto con le originali ideologie degli Uomini in Nero), e, soprattutto, catapultato in un mondo per lui completamente alieno (per non parlare del resto, ovvero della sua stessa natura, che non rivelero' per non rovinare la sorpresa a chi non ha seguito la saga...) Il risultato e' che egli si e' comunque "evoluto" ma necessariamente su un "binario" diverso dal BVZM del 1999.

[Per fare un esempio banale e immediatamente visibile, il Martin del futuro va in giro su una "Ferrari" volante (idea che a Castelli e Serra e' subito piaciuta tantissimo!!]

Questa e' stata la cosa che piu', personalmente parlando, mi ha fatto capire quanto Martin si sia cambiato negli ultimi anni... e personalmente trovo straordinario, mentre lo scrivo, vedere nello stesso albo a tutti gli effetti "due" Martin Myst�re, perfettamente coerenti con se' stessi eppure profondamente diversi. Castelli, che sta leggendo e approvando tutto quello che il Martin del futuro fa, ha commentato "Senza dubbio il 'nostro' e' stato piu' fortunato", ma una mia amica appassionata di Martin Myst�re, che sta seguendo la sceneggiatura, ha preferito commentare "Si', ma il Martin del futuro e' TROPPO FIGO!" Il resto lo decideranno i lettori ^___^)

[Specifico subito qui, anticipando l'orrore cosmico che alcuni staranno per provare, che il Martin del futuro non e' diventato "Il Buon Vecchio Dark Knight" di Miller, "Il Buon Vecchio Zio Blade Runner" o altre cavolate. Egli e' e rimane * Il Detective dell'Impossibile *, ovvero logorroico, che spiega con gli occhi chiusi e il "mentone" puntando l'indice verso l'alto, ecc..., e che per puro caso si trova ad agire nel 2100... Inoltre, non dimentichiamolo, non ha problemi di eta', e non gli viene il fiatone :^) ATTENZIONE: Non che sia diventato un uomo d'azione o altro, ma semplicemente che quando corre per sfuggire ai proiettili non gli viene il fiatone, e nel futuro si corre di piu' tutto qui :))))]

Fatto questo lungo prologo, passiamo a quanto avete scritto...

Shaggy:
Forse nessuno si ricorda storie come quelle dei primi numeri ma ormai come quelle non le fanno pi�. Martin � diventato studioso e ormai l'avventura e l'esotico sono un lontano ricordo. Io sono un lettore accanito da quasi 8 anni ma ho letto tutti i numeri passati e devo constatare che una volta era molto pi� Indiana Jones e molto meno Graham Hancock ("romanziere" e archeologo).

VB:
E' vero fino a un certo punto. Castelli, e' vero, dava una dimensione avventurosa alle sue storie, ma Castelli, per sua ammissione, non e' mai stato un grande scrittore di "azione", piu' che altro perche' e' una forma narrativa che per sua ammissione non gli interessa.... faceva sempre una grande fatica a creare scene di quel tipo, e piu' avanti spesso le sostitui' con le tradizionali didascalie "L'uomo primitivo si lancia in avanti ignorando i proiettili degli assalitori..." "...E con due pugni ben assestati li stende entrambi." Cio' che a Castelli (e ai lettori) interessava erano il mistero, l'esplorazione, il viaggio e la divulgazione culturale. Secondo me MM, anche agli inizi, raramente e' stato un vero fumetto alla "Indiana Jones", ma piu' spesso una specie di ibrido in cui le parti alla "Indiana Jones" entravano quasi per "dovere morale"...
[dai "Dialoghi tra Castelli e Beretta al Ristorante 'Da Nuccio'" 34:12]

Vincenzo Oliva:
Io ricordo quelle storie: ne amo il ricordo, le ho amate, hanno un posto privilegiato nella mia memoria, amo rileggerle. Nondimeno spero che quel passato di MM sia definitivamente morto e sepolto.

VB:
Sono assolutamente d'accordo... Anche se un po' mi spiace... Una volta ho proposto a Castelli di fare uno speciale "flashback" ambientato negli anni '80 con Martin che ha ancora la Ferrari e l'Arma a Raggi, e magari Orloff "cattivo" come nemico, e lui ha detto che ci avrebbe pensato... Io lo scriverei gia' domani :^)

VO:
E anche questo "nuovo" personaggio che si e' venuto cosi' sviluppando, deve evitare ad ogni costo di rimanere intrappolato in questa sua ormai stagionata "novita'". Castelli mi sembra cosciente del problema: ecco allora l'introduzione di una variante come quella di Docteur Myst�re...

VB:
In realta' il Docteur Mystere e' nato "involontariamente". Castelli lo aveva creato per la storia degli antenati di Martin, e li' doveva stare, poi, di botto, se ne e' "innamorato", ed eccolo diventato protagonista fisso!

VO:
... ecco i nuovi UiN; ecco, soprattutto, la radicalmente nuova impostazione del personaggio che gli da' Morales, col suo MM piu' defilato dall'azione, che agisce piu' da spalla o spettatore che da mattatore com'e' nella tradizione della testata; e con i riflettori oggi su Java e domani chissa'.

VB:
L'avventura con Diana in azione da sola uscita su Zona X era piaciuta, ma ora, con quella testata chiusa, sara' piu' difficile trovare spazio per storie di questo tipo...

VO:
Tanto che una storia pur buona, come quella di Beretta per l'ultimo gigante, denuncia chiaramente di essere stata concepita tanto tempo fa (e magari pensata ancora prima ^___^) proprio per il suo sapore anacronistico: "si', vabbe', quello ERA Martin Myst�re" - viene da pensare - "oggi e' un'altra storia".

VB:
La storia del gigante e' in verita' un po' piu' complessa. A parte l'idea base della "grande summa" dei luoghi comuni di Martin, fin dall'inizio volevo dare al mio modo di scrivere Martin un'impronta un po' piu' avventurosa, non alla Nathan Never, ma alla Mister No: ovvero, mantenere integro il Martin Myst�re di Castelli, ma, invece di risolvere l'azione con le solite due didascalie, perche' non metterci ogni tanto, che so? un'inseguimento dei camion alla Indiana Jones?

VO:
Insomma, la lettura del gigante e' un po' una nota stonata; ed e' un peccato, perche' la storia e' una bella avventura se ci si "dimentica" la sua data di pubblicazione.

VB:
In realta' nel quarto mysterone c'e' solo una scena in cui Martin Myst�re fa l'uomo d'azione, ed e' quando spara con la pistola mitragliatrice nel vicolo (e infatti quella scena e' stata scritta nel 1993!). In tutto il resto del racconto, se osservi con attenzione l'azione avviene * intorno * a lui, e in questo senso ho rispettato il Martin piu' recente, calandolo semplicemente in una situazione in cui volavano piu' pallottole :^))). [Piu' avanti mi capito' di vedere "Sotto il Segno del Pericolo" e trovai che quello era un ottimo esempio: Harrison Ford non interpreta un uomo d'azione, ma un semplice uomo della CIA, gia' sulla cinquantina, che per disgrazia si trova in mezzo a attentati, sparatorie ecc... ma che fondamentalmente lavora usando coraggio e cervello...]

Cio' che volevo fare, insomma, era scrivere un Martin (era la mia prima storia) con quelle cose delle quali da lettore sentivo un po' la mancanza, e Castelli stesso mi disse che contava sull'apporto di nuovi sceneggiatori per dare alla serie quel * pizzico * in piu' di dinamicita' che lui, onestamente, non si sentiva portato per scrivere... Poi e' venuta Magic Patrol, e ho un po' abbandonato il BVZM, ma a tutt'oggi credo che la chiave per dare un minimo di dinamismo alle storie senza per questo tradire il Martin "moderno" sia comunque fare accadere sempre un pochino d'azione * intorno * a lui, senza che necessariamente egli si trasformi nel Kenau Reeves di "The Matrix" ogni volta che un cattivo spara. ^____^

VO:
Terzo gigante che ha fatto storcere la bocca a molti e per vari motivi, ma che in realta', al di la' dei giudizi contingenti che si possono avere sulla storia in se', e' una storia fondamentale per l'economia della serie: e' da li' che parte la ridefinizione del ruolo degli UiN, ridefinizione tutt'ora in progress e della quale non e' dato sapere ancora gli sviluppi finali.

VB:
Sappiamo pero' dal primo MM&NN che esistono ancora nel futuro di Nathan...

VO:
Anche se si puo' forse azzardare una previsione: volenti o nolenti UiN e BVZM si ritroveranno dalla stessa parte nella lotta per salvare il mondo che si sta scatenando...

VB:
Posso riportarti una battuta fatta da Castelli non ricordo piu' se durante una conferenza o tra noi due al ristorante (nel secondo caso sto rivelando un segreto redazionale ^____^) CAPO DEGLI UOMINI IN NERO: "O cavolo, ma se ci distruggono il mondo, noi poi che dominiamo??"

VO:
1) Ipotesi continuista. Castelli & Co. ritengono che gli UiN siano cmq necessari come avversari e - finito il momento di emergenza - la loro strada tornera' a divergere da quella di Martin. Avendo cmq vinto la fazione "buona", essi saranno avversari piu' morbidi che in passato e nulla esclude che tornino a collaborare con il nostro.

VB:
A meno che la funzione buona non venga "sterminata" durante la risoluzione del conto alla rovescia :)))

VO:
2) Ipotesi del "balzo evolutivo" :-)) Un nuovo arcinemico si presenta (o rimane) sulla scena (magari una delle sette pro Rotor o pro Sator, sconfitta ma non doma) e Martin e gli UiN stringono una "santa alleanza" per combatterli: questo potrebbe aprire una lunga sequenza narrativa.

VB:
Gia'... Una cosa che mi deprime sempre (perche' l'ho scritta io, uffa!) e' che nessuno ricorda che nell'albo "L'Ultima Caravella" Martin Myst�re e un Uomo in Nero, Erickson, GIA' si sono alleati per sconfiggere una minaccia ultramondo, e alla fine della storia Erickson * porta a casa Martin * e gli dice "e quanto a noi, ci rivedremo"... E che Erickson non e' il solito cattivo "in fondo buono" lo prova il fatto che su Zona X, ne "Il Segreto della Magia" per poco non riesce nell'impresa di sterminare la Magic Patrol. D'altro canto, vediamo come egli ne "L'Ultima Caravella" egli compia una specie di "azione di polizia" all'interno degli UIN, come se facesse parte di una specie di "Sezione degli Affari Interni" che si occupa di controllare e tenere in riga l'operato dei vari membri...

VO:
3) Ipotesi della "frattura traumatica" (troppo bella per essere vera...) Dopo la grande apocalisse che il BVZA e gli altri ci stanno cucinando, Martin diventa il capo dei "nuovi" UiN e la serie REGOLARE ha termine...

VB:
Ma per piacereeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!! E poi noi come mangiamo????? ^_______________^

VO:
Questo porterebbe a mooolte cose positive. In primo luogo eliminirebbe le troppe storie che ormai sono dei puri riempitivi (quante idee VERAMENTE buone si possono avere dopo oltre 200 albi?) e delle quali non si sentirebbe la mancanza. In secondo luogo Castelli potrebbe darci un nuovo personaggio (le due cose dovrebbero essere legate, ovviamente: non voglio vedere lo staff di MM a spasso! ^__^).

VB:
Mmmm.... Gia', magari Magic Patrol come serie mensile!!!!! ^_____________________^

VO:
In terzo luogo si potrebbero concentrare le energie per fare di MM qualcosa di veramente speciale: per esempio un gigante all'anno, nel formato attuale e in edicola; nel quale continuare lo sviluppo della serie secondo il tipo di situazione a cui sara' giunta, oppure, come sopra, rivolgersi ad eventi del passato.

VB:
Mah, io credo che il BVZM andra' avanti cosi'.... non credo che le idee siano finite, e lo dico sinceramente.... Non dimentichiamoci, parlando dei cicli evolutivi editoriali, cosa e' successo a Zagor...

E c'e' un'altra considerazione da fare, che in un certo senso contraddice molto di cio' che abbiamo detto fin'ora: e cioe' che il Quarto Gigante (e qui, seriamente, separiamo l'autore dal contenuto) a sentire le lettere giunte in redazione e i commenti raccolti, e' piaciuto davvero MOLTO proprio perche' era una specie di ritorno alle origini. Molti commenti sono stati del tipo "Cavolo, i temi e le avventure del MM di un tempo ma con la maturita' e la saggezza del personaggio attuale! Che bello!" Questo genere di commenti ci ha, sinceramente, lasciati un po' stupiti: non ce li aspettavamo. Comunque, un secondo Mysterone sullo stesso stile e' gia' in lavorazione (disegni di Filippucci) e, cosi' come questo riprendeva la saga dei Kundingas, quello riprendera le fila della "Citta' delle Ombre Diafane"... e vedremo cosa diranno i lettori :)))
 

 




Precisazioni su Steele


interventi di Federico Memola dal sito ufficiale di Jonathan Steele.

Giulio:
Per Federico Memola. Innanzitutto vorrei subito dirti che ti stimo moltissimo per i tuoi lavori veramente geniali per la loro originalit� in Zona X. Detto questo in assoluta sincerit� vorrei chiederti dei chiarimenti su quanto hai dichiarato nel corso di una presentazione di Jonathan Steele a Torino, riportato nel sito di uBCfumetti. In quella chiacchierata hai tra l'altro affermato di aver volutamente usato una narrazione ed un linguaggio molto semplice, per assecondare i gusti di un pubblico molto giovane. Ora, a mio modestissimo parere, io ritengo di non trovare Jonathan nel suo complesso cos� semplice (parola che mi fa venire in mente qualcosa tipo usa-e-getta), cos� distante dai tuoi precedenti lavori per Zona X.

A quanto detto aggiungo che ho 25 anni, leggo Tex ed altri fumetti cosiddetti diversi della Bonelli e che soprattutto, per capirci bene, sono entusiasta di Jonathan Steele. Vorrei allora capire se ho male interpretato questo concetto di semplicit� o, se cos� non �, perch� oggi si tende ossessivamente a creare e soprattutto pubblicizzare un prodotto avendo in mente un target preciso, senza fare magari lo sforzo di presentarlo come un lavoro per tutti. E ci� non vuol dire creare fumetti tutti uguali, ma anzi creare tanti tasselli unici in se stessi facenti parte per� di un solo mosaico. E questo perch�, secondo me, il linguaggio di un fumetto e pi� di ogni altro universale in tutti i sensi. Spero di non averti annoiato e di non aver scritto un delirio! Un saluto con tanta stima!

Federico Memola:
Ehm, grazie per "genialit� e originalit�", anche se mi sembrano aggettivi esagerati... Comunque, visto che i discorsi sul linguaggio e sul pubblico mi interessano particolarmente, mettiti comodo.

1) Il linguaggio semplice. Prima di tutto devo fare una precisazione, che molto probabilmente non ho fatto a Torino (mea culpa!). Io scrivo le storie di Jonathan con lo stesso spirito con cui scrivevo quelle di Zona X. La semplificazione di cui ho parlato si riferiva principalmente al fatto che in Jonathan Steele le storie avrebbero avuto sempre lo stesso protagonista, e non un gruppo di personaggi alla pari e nemmeno stabili. Questo perch� le serie di Zona X (e soprattutto La stirpe di Elan) erano strutturate come avventure a termine, cio� destinate a una conclusione. Ci� permetteva una struttura che non sarebbe ammissibile in una serie regolare (unica eccezione, quel capolavoro che � stato La storia del West di Gino D'Antonio, che per� � stata anch'essa pubblicata la prima volta all'interno di un'altra testata, ovvero la Collana Rodeo). Il fatto che la struttura di Jonathan Steele sia pi� lineare (o tradizionale, se preferisci), non significa che le storie debbano essere pi� ingenue, sono due discorsi diversi.

2) Il target. Anche qui sgombriamo subito il campo da un equivoco. Fare storie per ragazzi non significa fare storie per cretini, come molti invece pensano. Questo pregiudizio nasce a mio parere da due elemnti. Il primo � la concezione di "ragazzo", rimasta quella di svariati anni fa (potremmo discutere a lungo sul perch� certe tradizioni si tramandino immutate negli anni). la seconda, ben pi� grave, � l'atteggiamento dei media oggi nei confronti degli adolescenti. Mi spiego: oggi la preoccupazione pi� grande, di medici, sociologi e psicanilisti, � quella di censurare e semplificare ogni prodotto che potrebbe suscitare nei bambini e adolescenti dubbi e problemi, e tutto ci� si riflette, in un modo o nell'altro, nei mezzi di comunicazione. Ebbene, io non voglio certo insegnare il mestiere a tutta questa gente, ma un dubbio mi sorge: ai miei tempi (e io ho solo poco pi� di trent'anni!) mi avevano insegnato che affrontare dubbi e problemi fa parte della crescita e della maturazione di un individuo. E allora? E allora io sono cresciuto leggendo e guardando prodotti per ragazzi fatti in un certo modo (e che oggi sarebbero irrimediabilmente censurati!), ed � proprio lo spirito che trovavo in quei fumetti che voglio cercare di trasmettere ai ragazzi di oggi.

Questo, a mio giudizio, significa scrivere avventure "leggere", scorrevoli e divertenti, ma non ingenue o superficiali. Se continuerai a seguire Jonathan, probabilmente ti accorgerai di due cose. La prima � che le avventure sono semplici e fini a se stesse solo apparentemente, mentre in realt� nascondo una trama piuttosto complessa che emerger� poco a poco. La seconda � che ci sono temi ricorrenti nelle storie, temi a cui tengo molto e che, sotto aspetti diversi, ho affrontato anche nelle storie pubblicate su Zona X: la crescita, la difficolt� nei rapporti interpersonali, il senso di responsabilit�, e altri ancora. Temi che mi stanno a cuore e a cui non intendo rinunciare. Poi devo tenere conto per chi sto lavorando, ovvero la sergio Bonelli Editore, e quindi non posso far prevalere questi temi sull'avventura. Ma di certo (almeno questa � la mia intenzione), le mie storie hanno due piani di lettura, uno universale (la trama avventurosa) e uno pi� nascosto, che pu� scoprire chi vi � interessato. Detto ci�, ribadisco che il pubblico che io intendo raggiungere (ma per mia scelta filosofica, non per ordini superiori) � quello dei ragazzi, poi � chiaro che il fumetto pu� essere letto da chiunque a qualunque et�.

Alessandro:
Carissimo F. Memola, mi chiamo Alessandro, sono l'anonimo che le ha scritto (per 2 volte, temendo che il primo messaggio fosse stato cancellato) dicendosi "deluso" da J.Steele. La mia critica, riferita peraltro al primo numero non voleva essere offensiva, ma costruttiva. Io sarei felicissimo se Steele avesse successo, dal momento che le sue innovazioni (vignette irregolari, retini, et� del protagonista) porterebbero una "ventata d'aria fresca" nei rigidi schemi del fumetto bonelliano. La mia maggiore preoccupazione era che Lei, pensando di attirare un pubblico molto giovane, puntasse su storie tutte azione, "per bambini". Il numero uno presenta una storia corretta come un compito scolastico, ma priva di quel mordente, di quel pathos che piace ai lettori. � probabile che le storie dei prossimi numeri saranno di ben altro livello (perch� altrimenti S.Bonelli, il pap� di Zagor e Mister No non le avrebbe dato fiducia), ma, ahim�, molti lettori avranno gi� giudicato l'intera serie dal primo numero. Nella prima storia i cattivi compivano azioni terribili EPPURE NON SONO RIUSCITO A ODIARLI, forse perch� le sequenze della tortura e delle altri assassinii sono state "liquidate" in pochi minuti! Inoltre nella storia non c'erano gag o battute di spirito, che fanno il successo di Zagor e Legs. Ci faccia odiare i cattivi, sia pi� sadico con la sua creatura (i giapponesi mettono spesso alla berlina i protagonisti dei manga), e descriva anche quelle azioni quotidiane (mangiare, lavarsi, curarsi una ferita) che, anzich� annoiare il lettore, gli premettono d'identificarsi coi personaggi. Non sono un idiota che pretende di dare consigli a un autore professionista, ma ho paura che Steele non avr� vita facile in edicola.

FM:
Per prima cosa, non mi sono sentito offeso dalle critiche che ho ricevuto su Jonathan. Alcune posso non condividerle, altre magari mi sembrano pi� fondate, ma finch� si rimane nel campo della discussione civile, va tutto bene. La mia intenzione, comunque, � quella di fare un fumetto per ragazzi, non per bambini. Esiste una differenza di tono e di contenuti fra questi due generi, ma in Italia sembra scomparsa: per l�opinione pubblica, il target di film, fumetti e letteratura si divide fra maggiorenni e minorenni, senza tenere presente che fra un ragazzo di diciassette anni e un bambino di sette c�� una bella differenza! Eppure, implicitamente, si ritiene che pensino allo stesso modo. Per fare un esempio, trovo che la violenza e il sesso, tanto per citare quelli che sono ritenuti i due elementi pi� scabrosi, non siano censurabili nei fumetti per ragazzi (come possono invece esserlo in quelli per bambini) perch� fanno parte del mondo che ci circonda (non dimentichiamoci che la natura ci mette in grado di procreare sin dai tredici/quattordici anni) e vanno conosciuti e affrontati per saperli evitare (la violenza) o assecondare (il sesso). Certo, devono essere funzionali alla narrazione, ma comunque trovo pi� fastidiosa una scena di violenza gratuita piuttosto che una di sesso o di nudo. Le scene di violenza omesse dal primo numero, perci�, non sono saltate per questioni di target, ma -molto pi� banalmente- per problemi di spazio.
 

 


 
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