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Vecchia aria nuova per Mister No
Se ancora non lo avete capito, se ancora non lo avete letto su Fumo di China o Dime Press, ve lo diciamo noi: Mister No se ne torna a casina sua. Bye bye grigia New York, Jerry torna ad annusare i profumi della tropicale Manaus. Perch�? Gli autori, in quel di Lucca, sono stati un tantino reticenti, ma tra le righe era possibile capire che pi� che dal pubblico (diviso sulla nuova ambientazione, ma non ostile in massa, anzi), il ritorno � stato determinato dai mugugni di un recalcitrante editore, poco soddisfatto del trattamento riservato al suo "bambino". Dietrologia a parte, la lunghissima storia in corso di completamento, � stata riarrangiata nel finale: Jerry avrebbe dovuto lasciare la Grande Mela, che per lui diventer� off-limits dopo la messe di intrighi in cui il nostro � coinvolto, per viaggiare un po' on the road per le highways nordamericane. Invece, far� tosto ritorno in Brasile, dove la cara Manaus lo rivedr� all'opera con un'avventura firmata da Mignacco (e intitolata, paradigmaticamente, proprio "Manaus"). E le trame lasciate aperte? E i legami coi nuovi personaggi? E, guardandola da un punto di vista logistico, le storie gi� pronte o in produzione ambientate a New York che fine faranno? Sembra che stavolta, usciranno i Mister No Bis o Maxi Mister No gi� annunciati ai tempi del nuovo corso, e mai realizzati. Saranno volumazzi da 3 storie l'uno, trimestrali o quadrimestrali; ne usciranno probabilmente tre, e in uno di essi, finir� un'avventura importantissima per la biografia del nostro. Questa storia, una doppia, chiarir� il difficile rapporto tra Jerry e il padre, a cui il nuovo corso ha accennato in un paio di occasioni. Alle matite � gi� all'opera il bravissimo Giovanni Bruzzo. Altra news � che l'occhio privato Jerry Drake, visto all'opera nei racconti pulp (molto pulp, pure troppo ;-) "scritti" dall'amico Phil Mulligan (cfr. n.263, "Detective Story"): Colombo sta scrivendo una sua avventura che finir� in uno degli albetti allegati agli speciali.
Abbiamo accennato alla maxi-storia attualmente in corso: gi�, uBC si � scordata di Mister No? Ma neanche per idea, solo che la nuova linea editoriale ha giustamente deciso che una recensione completa si pu� scrivere solo su una storia completa. Ancora una volta mi permetto di lodare lo sperimentalismo e il coraggio di osare di Masiero & C.: sembra assolutamente folle programmare una storia su cui lavorano 2 sceneggiatori e ben 3 disegnatori (se non conoscete i ritmi "industriali" di un fumetto popolare... provate a immaginarli), uno dei quali cubano (con conseguente invio di fax e controfax Italia/Cuba Cuba/Italia). Che cosa abbiamo letto finora? Un plot complicatissimo scritto tenendo sulla scrivania i kilometrici tomi del James Ellroy seconda maniera (quello di "American Tabloid", nella fattispecie). Un battaglione di personaggi nella miglior tradizione del neo-noir, ugly & dirty. Un succedersi di avvenimenti fin troppo incalzante che avvince il lettore, e nel contempo lo confonde tra cento rivoli narrativi diversi. Come giudicare? Soppesando attentamente intenzioni e risultati. Non malaccio la prima parte, con un Masiero che si conferma buon ritmatore di dialoghi. "Gang" non � l'originalit� fatta fumetto, questo � certo: le bande, l'amore adolescenziale contrastato, una figura maschile forte e intraprendente che entra in un nucleo familiare "monco" diventando amante e padre, un innocente capro espiatorio di un omicidio, un tapino incastrato in un'ingranaggio pi� grosso di lui. Tanti (troppi) i riferimenti e le citazioni: da "West Side Story" al recente "Romeo+Giulietta", da "Il principe delle maree" (o qualunque altro film sull'amico della mamma)ai tanti film su bande & mafia, dal bel Leonardo Di Caprio (che presta nome e volto a Leo) a Dylan Dog (che presta nome e volto a Dylan).
Con la seconda parte, "Agli ordini della CIA" tutto si complica improssivamente, dopo 96 pagg. tutto sommato lineari. Sicuramente, � conseguenza del passaggio di consegna nei testi a Marzorati, inguaribilmente "frammentato" nelle sue storie. Pesanti alcune accelarate sul pedale della retorica (v. i dialoghi affettatissimi tra Jerry e Darlene o tra Jerry e Leo), pur nella drammaticit� degli eventi; francamente discutibili alcuni tocchi eccentrici (v. il cane amante delle vecchie foto, smaccato espediente per introdurre i ricordi del corpulento Myrtle Evans, una sorta di Pete Bondurant -cfr. American Tabloid- pi� malinconico). Il finale, con il coinvolgimento personale nella vicenda del povero Harvey Fenner, mi � sembrato eccessivo: era necessario mettere altra carne fuoco? Con la terza parte, un nugolo di facce nuove si aggiunge alle molte gi� viste in precedenza. Per�, un'azione pi� incalzante, e una maggior presenza in scena di Jerry aiutano il lettore a raccapezzarsi pi� agilmente. A patto che prima sia andato a sfogliarsi i due numeri precedenti...:-). Non vorremmo accanirci, ma un'impressione si fa via via una certezza: Marzorati riesce a sceneggiare in 96 pagg. quello che un qualunque altro sceneggiatore poteva scrivere in 60-70. Le vignette sono addirittura soffocate dai ballons. Quando proprio i personaggi non hanno nulla da dire, Marzorati li fa pensare, con delle cogitazioni cos� lunghe e dettagliate da far invidia al pi� produttivo dei filosofi. E' cos� eloquente il silenzio nei fumetti, perch� assordarci di chiacchiere? Pessimo l'effetto della citazione da Pulp Fiction, assolutamente fuori contesto e per niente buffa (se questo era lo scopo). I disegnatori. Valdambrini ci offre una New York molto "storica" (grande il lavoro di documentazione) col suo tratto graffiato e non convenzionale. Meravigliose le sue donne: mai vista una Delia cos� bella. Le chine del primo episodio sono pi� coprenti, il secondo suo nr. sembra pi� abbozzato e sporco. Da rivedere alcune anatomie nelle scene pi� dinamiche. Suarez � invece l'emblema della difficolt� nel coordinare il lavoro con matite tanto diverse tra loro: i volti sono ovviamente assai diversi da quelli di Valdambrini, soprattutto quello di Leo. Il cubano ci sembra stavolta meno preciso e rigoroso che in precedenti storie, con la faccia di Jerry che presenta poca uniformit�. Il dubbio amletico �: ma non c'era una matita italiana a disposizione per questa "quintupla"?
Volendo azzardare dei voti provvisori, diciamo 4/7 di stima al soggetto (nel senso che speriamo in bene, ma per ora l'effetto polpettone � in agguato...),
5/7 alla sceneggiatura di Masiero e 3/7 a Marzorati. 5/7 per Valdambrini e 4/7 a Suarez.
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