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Sog. e
Sce.Tito Faraci
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Il libro
E un modo che ho io di scacciare la tristezza, e
regolare la circolazione. Ogni volta che mi ritrovo sulla bocca una
smorfia amara; ogni volta che nellanima ho un novembre umido e
stillante; quando mi sorprendo a sostare senza volerlo davanti ai
magazzini di casse da morto, o ad accodarmi a tutti i funerali che
incontro; e soprattutto quando lipocondrio riesce a dominarmi
tanto, che solo un robusto principio morale può impedirmi di
uscire deciso per strada e mettermi metodicamente a gettare in terra
il cappello alla gente, allora mi rendo conto che è tempo di
mettermi in mare al più presto.
Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola.
Con un gran gesto filosofico Catone si butta sulla spada: io zitto
zitto mi imbarco.
Questo è linizio di uno dei libri più
straordinari che siano mai stati scritti. Punto.
Chi pesca chi?, disegni di Brindisi - (c) 2001 SBE
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Chi è Moby Dick
Moby Dick è la balena bianca, la Sfinge di Edipo,
la Natura cattiva con cui dialoga lIslandese di
Leopardi, è il colombre; è il rivo strozzato
che gorgoglia, lincartocciarsi della foglia riarsa, il cavallo
stramazzato; è la diga del Vajont, lincendio di Chicago,
Pompei ed Ercolano; Moby Dick è Herman Melville, è
John Houston, è John Henry
Bonham.
Chi è Achab
Achab è luomo che non si arrende mai,
Ulisse oltre le colonne dErcole (infin che il mar
fu sovra noi richiuso), Beethoven il musicista sordo,
è Don Chisciotte; è la pazzia, lossessione, la
mania; è luomo di Maratona, gli Alpini che tornano dalla
Russia, Armstrong sulla Luna; Achab è Herman Melville,
è Gregory Peck, siamo noi.
Chi è Dylan Dog
Dylan Dog non è leroe di questa storia. Dylan
Dog è Ismaele, il cronista, il testimone, lunico
sopravvissuto. E poi comunque lui non ci voleva essere, sul
Pequod. Soffre persino di mal di mare. Dylan Dog, stavolta,
è solo un personaggio a fumetti: può solo stare a guardare.
Chi è Tito Faraci
Un autore coraggioso, che si misura con miti immensi, letterari,
cinematografici, fumettistici. Bisognerebbe rimproverarlo di
ciò? Rimproverarlo perché come Achab sfida
linsfidabile? Perché affronta, temerario o incosciente,
una sfida che sa di non poter vincere? No. Bisogna ringraziarlo
perché ci regala unaltra volta Moby Dick. Questo Dylan Dog
non può reggere il confronto, ma se convincerà qualche
lettore ad affrontare il capolavoro, avrà raggiunto uno scopo
alto; esattamente come questa piccola recensione. Accomunati a Faraci
almeno nellintento...
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Bruno Brindisi
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Chi è Bruno Brindisi
Luomo che scende sulla rotta di Dino Battaglia. Altro
bellincosciente... Un grande disegnatore, che però qui
risulta schiacciato da modelli e riferimenti più grandi di una
balena, risulta schiacciato dal mito, mentre lui vorrebbe solo
disegnare un fumetto; e, in definitiva, questo fa. Non gli
rimproveriamo niente, né laver ben presente il maestro,
né laver fatto denti alla balena, né il mancato
capolavoro. Invece ringraziamo anche lui, per una balena
spielberghiana, non priva, inevitabilmente, di una certa grandezza.
Come è questo speciale?
Ci tocca sospendere lincredulità di fronte a molte
cose... Dobbiamo accettare il siero che fa passare a Dylan il mal di
mare; mandar giù quella continua ricerca di battute tipica delle
prime pagine, che forse vuol fare tanto marinaio, ma che in effetti
cancella ogni possibile sensazione di realismo...; vedere
limprobabile essenza di Moby Dick, rappresentata come Myriam. e rivedere i morti che non
sanno di esserlo...; credere che capodogli addestrati ad uccidere
possano in qualche modo interessare a qualcuno, nellera delle
bombe atomiche...; constatare come il personaggio di Rachel sia
stereotipato; insomma, ravvisare gli elementi più tipici del
fumetto seriale, quella sana ingenuità che non solo non da
fastidio, ma anzi, è proprio quello che cerchiamo, per il nostro
ritorno allinfanzia. Solo che qui da un po fastidio:
è Moby Dick quello di cui stiamo parlando... Troppe falle in
questo Pequod. Eppure iniziative di questo genere, fumetti che
rivisitano classici, ci sembrano sempre da sostenere; magari poi
siamo noi a sbagliare, mettendoci a fare un impietoso confronto con
loriginale: non è questo il senso di queste operazioni:
qua non si creano capolavori, qua si fa sana divulgazione.
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