![]() ![]() |
||
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() | ![]() ![]() ![]() | |
![]() ![]() |
| ||||||||
Tre ricercatori scomparsi in un bosco mentre cercano le tracce di una strega di un'antica credenza popolare... il ritrovamento di un video girato dai ricercatori durante la loro esplorazione... Vi ricorda qualcosa? :-)
The Dylan Witch Project!
|
![]() ![]() ![]()
Dopo il film "The Blair Witch Project" l'idea alla base di questo episodio dell'indagatore dell'incubo non pu� certo essere giudicata originale. Del resto, non avevamo dubbi sulla fonte di ispirazione dell'albo (sin dalla pubblicit� nel numero precedente) e non se ne fa mistero nell'horror club e all'interno del racconto a fumetti.
Chiaverotti (alla sua terza vacanza "dylaniata" da Brendon negli ultimi due anni) ci introduce sapientemente nell'atmosfera del piccolo paese di Brentford, nelle sue superstizioni e nelle angosce dei parenti delle persone scomparse, con dialoghi adeguati e generando una sottile inquietudine in chi legge. L'orrore, infatti, non � mai mostrato direttamente o spettacolarizzato ma viene lasciato alla nostra immaginazione dalle leggende locali o dagli sguardi privi di senno delle sorelle Leibnitz. L'episodio � fluido, scorrevole e riesce ad attirare l'attenzione del lettore per tutto l'albo, con un equilibrato utilizzo di rivelazioni, colpi di scena e depistaggi per far pensare a un possibile colpevole anzich� a un altro. Per esempio, a pag.72, Dylan rassicura la sua ragazza Claire, in ospedale, dicendole che non la lascia sola poich� accanto a lei ci sar� il padre di uno dei ragazzi scomparsi... ma nell'ultima vignetta di quella pagina la combinazione tra testo e disegno ci fa sembrare la persona fidata tutt'altro che rassicurante! ;-)
La sceneggiatura, a nostro avviso, ha tuttavia qualche punto debole. La prima riguarda padre Harris, che ha capito che Roxanne � in realt� la scomparsa Susan. Ci sembra poco credibile che le abbia proposto di incontrarsi senza prendere precauzioni (avvisando, magari, la polizia) e senza pensare che lei avrebbe potuto ucciderlo. E invece, appena lei mette mano al candelabro per tappargli la bocca, padre Harris � sorpreso e scappa in preda al terrore. Non prova a disarmarla, pur non avendo di fronte una persona possente armata di pistola o di un'arma da taglio (pericolosi anche in una collutazione). La sequenza con l'equivoco delle scale per il paradiso dipinte in canonica � comunque molto gustosa. Ci sembra, inoltre, strano che la polizia, pur avendo passato al setaccio per giorni il bosco e i luoghi nei paraggi del ritrovamento della tenda dei ricercatori, non abbia trovato le tracce di sangue nello spuntone di roccia (difficilmente eliminabili da Susan) che ha ucciso Russell, non lontano da l�. Un altro punto debole �, invece, un rammarico per le ultime due tavole dell'albo. Dylan ha capito che qualcosa non torna nella spiegazione razionale della storia, e solo a quel punto la strega di Brentford (fino ad allora dietro le quinte) si presenta al lettore e spiega tutto. Le ultime due pagine cancellano, quindi, quell'alone di mistero e sottili inquietudini che la vicenda aveva generato nel lettore.
![]() ![]() ![]()
La sceneggiatura della storia acquista vigore anche per merito dei disegni di Nicola Mari. I suoi volti lasciano trasparire le emozioni dei protagonisti (l'angoscia dei parenti degli scomparsi, la sorpresa e felicit� di Padre Harris davanti alle "scale del paradiso" a pag.77, ultima vignetta, il rammarico di Dylan che capisce di aver provocato sofferenza con le sue domande a pag.58, ultima vignetta) e i suoi bianchi e neri sono essenziali per l'atmosfera di sottile inquietudine a cui si accennava in precedenza.
Mari � particolarmente efficace nella caratterizzazione grafica ed espressiva di Deanna Dyxon, moglie di uno dei ricercatori scomparsi (pag.15, ultima vignetta, oppure pag.57-58 e pag.95, seconda vignetta) e di Roxanne (alias Susan), la ricercatrice ossessionata dalla strega di Brentford (vedi gli intensi primi piani di pag.92, seconda vignetta e pag.94, penultima). Uniche pecche: i volti della strega a pag.96 e alcune anatomie (per es., Dylan a pag.69, terza vignetta). Le ambientazioni sono sufficientemente curate e lo stile di Mari � al servizio della storia e ad essa funzionale, con un nero ancora meno marcato rispetto alle sue prove precedenti, nelle quali l'autore aveva abbandonato un segno eccessivamente artistico per renderlo pi� leggibile. Segnaliamo la sequenza di pag.20-24, in cui la storia della leggenda della strega � rappresentata con uno stile ottocentesco dai numerosi tratteggi e con i margini delle vignette disegnati a mano e arricchiti da un ornamento. Bella anche la soluzione grafica delle pag.42-48: Dylan visiona la videocassetta e i margini delle vignette spariscono, assorbiti dal nero del bordo dello schermo della televisione. ![]() ![]() ![]()
Copertina in parte ingannevole: illustra efficacemente il tema dell'albo (riprendendo la descrizione della strega fatta da chi, secondo le credenze popolari, sostiene d'averla vista), ma promette uno scontro con effetti speciali tra Dylan e la strega di Brentford che invece non avviene. La realizzazione di Angelo Stano � comunque buona, come pure la colorazione dello sfondo che aggiunge drammaticit� all'immagine scelta. Ci convincono poco le dita della mano sinistra di Dylan, che sembrano un p� troppo molli e prive di tridimensionalit�.
Il giudizio sulla storia � nel complesso positivo: l'albo si legge volentieri ed � caratterizzato da una buona coesione tra testi e disegni. Un'ennesima conferma del fatto che, pur partendo da spunti non originali, una storia scritta bene pu� comunque essere piacevole.
Vedere anche la scheda della storia
|
|