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Sog. e
Sce. Tito Faraci
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Da uno sceneggiatore all'esordio su una serie
ampiamente consolidata come Dylan Dog non ci si
aspetta magari un capolavoro, ma quanto meno una ventata di aria fresca:
qualche idea singolare, uno stile narrativo diverso da quelli che si sono
succeduti in precedenza, un po' di entusiasmo che compensi le eventuali
incertezze in cui si pu� incorrere cimentandosi per la prima volta in un
compito nuovo. Ed � esattamente l'impressione che NON si percepisce dalla
lettura di questo "Il discepolo", prima incursione "full time" di Tito
Faraci. Di cui avevamo letto con grande soddisfazione il Grouchino "Sotto il vestito troppo"
, decisamente uno dei migliori della serie
dedicata al baffuto assistente di Dylan.
L� Faraci si era dimostrato perfettamente in grado di gestire alcuni
elementi tipici della serie, come il gusto molto "british" per l'assurdo,
per giunta in chiave diversa da quella del maestro Sclavi (assai pi�
"esistenziale", in questo campo). In questo caso, invece, siamo di fronte
a quello che sembra lo sforzo di un autore senza dubbio abile, ma un po'
distaccato da quello che sta scrivendo, quasi come avesse alle spalle
ormai decine di storie e stesse ricorrendo alle armi consolidate del
mestiere pi� che all'entusiasmo del novizio.
"...la tensione si assesta sui binari ben consolidati della
tradizione dylaniata"
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| La
storia funziona, specialmente nella prima parte quando si crea il morboso
dittico discepolo � maestro. Poi, con il dipanarsi della vicenda, la
tensione si assesta sui binari ben consolidati della tradizione dylaniata.
Insomma, un lettore abituale intuisce benissimo, di fronte a una pagina
come la 41, che la bella ragazza tutta persa dietro alle sue paturnie
amorose sta per fare un brutto incontro. Pi� azzeccato, invece, l'episodio
delle due autostoppiste.
Qualche colpo ben piazzato Faraci lo mette ancora a segno, fino alla
spiegazione finale, la "resurrezione" di Conrad Rathbone che, con
il suo improvviso ricorso a fantomatici e generici "poteri paranormali",
mi ha lasciato un po' freddo. Oltretutto non � per nulla esaminato il
progressivo "indebolimento" di Dave a favore del suo "maestro": il
ragazzo appare del tutto pimpante a pag. 55, per poi ricomparire
praticamente catatonico al momento del redde rationem con Rathbone.
Sottolineerei infine la scontata trovatina dell'ultima pagina, che non
contribuisce certo a trasmettere un buon ricordo della storia. Insomma, mi
attendevo meno facili "gimmicks" e un po' pi� di entusiasmo.
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Franco Saudelli
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"Un Saudelli non al meglio "
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Saudelli sembra un po' distratto nell'accostarsi a questa storia.
Anatomie tirate via, inchiostrazione piattina, non � certamente il meglio
di quanto questo bravo disegnatore ci ha fatto vedere in passato sia in
veste di autore completo con La Bionda o con le varie storie
bondage e fetish sulle riviste erotiche, sia sulle pagine dei suoi
precedenti Dylan (in particolare la storia breve apparsa sul settimo gigante "Duello all'alba").
Azzeccata l'idea di copertina, con la scelta di
mettere Dylan seduto sul pavimento che guarda dal basso, impotente, il suo
minaccioso avversario. Altrettanto valida la scelta dei colori, con la
camicia rossa dell'Indagatore dell'Incubo che spicca nell'insieme verde e
ocra.
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