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Il punto di incontro
di tutti gli
zagoriani in rete

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intervenite numerosi!

Pleasant Point Giu. 2003
prima precedente seguente ultima
a cura di Daniele Alfonso

Messaggio di: Adriano
Cico Moschettiere: Divertente, veramente divertente lo speciale "avventure di cappa e spiedo". Molte sono le trovate geniali del nuovo autore Cichiano dagli "intrighi orditi dai cortigiani" ai nomi dei comprimari, per non parlare del tormentone "Danimarca" (esilarante) ! Condivido solo in parte il giudizio di Alessandra, che dopo aver riconosciuto alcuni aspetti positivi dice: "Però, sono dell'idea che il tutto sia molto fuori tema. Questo è uno speciale di Cico... e allora dov'è Cico? Dove sono le sue gag e i suoi incredibili guai? La sua presenza è marginale, e anche quando interviene è spesso così... serio, che quasi non lo si riconosce".
Secondo me il Cico che partecipa alla gara dei mangiatori di Torte è il vero Cico, poi... bè poi c'è il racconto del suo avo, a cui l'autore ha riservato una personalità leggermente diversa (non so quanto volontariamente) rispetto a Felipe Cayetano Lopez y Martinez y Gonzales... il vero protagonista della storia sembra più Luigi dod... cioè tredic... forse quattordicesimo! Ad ogni modo ho gradito l'opera di Faraci! L'introduzione all'albo ci anticipa che fra dodici mesi Cico tornerà in prima persona, se lo sceneggiatore sarà ancora lo stesso, avremo modo di valutarlo ed apprezzarlo più compiutamente.
Ps - complimentoni a Gamba!


Messaggio di: Max
Zagor è il più grande fumetto (insieme agli albi della marvel sui Supereroi) che sia mai stato inventato, specialmente gli albi scritti dal mitico Nolitta e disegnati da Donatelli e Ferri!!! Saluti a tutti gli zagoriani doc da uno zagoriano che possiede tutti gli albi regolari (tra ristampe tutto Zagor e originali), tutti gli speciali Zagor e Cico, tutti gli almanacchi Zagor!!! Ciaoaaayyyyaaaaakkkkkk!!!!!!!!!!


Messaggio di: Salvatore Feola
Seguo Zagor dai primi anni 70. Faccio i miei complimenti agli autori che continuano a scrivere delle storie molto interessanti. Adoro le storie soft-horror dello spirito della scure.


Messaggio di: Marcello Rufolo
Ho accolto con piacere l'ingresso di De Angelis come sceneggiatore di Zagor; la sua prima storia è un concentrato di azione, ritmo e avventura: una storia veramente divertente, che poi è quello che io chiedo a un fumetto come Zagor. Anche i comprimari (su tutti Milton e il figlio di Mc Kean) sono azzeccatissimi e spero che verranno ripresi. In sintesi, buonissimo esordio di Ottavio, sicuramente più a suo agio rispetto all'esordio di Mignacco.


Messaggio di: Simone Fringuelli
Sono un bambino di 10 anni e colleziono ZAGOR da 2 anni. Me li compre il mio papà generalmente usati dalle bancarelle. Io preferisco i primi numeri specialmente quelli disegnati da FERRI. La mia classifica tra quelli che possiedo è la seguente:
1) le storie con il vampiro RAKOSI soprattutto la prima avventura (ad esempio ANGOSCIA e ZAGOR CONTRO IL VAMPIRO). Esse sono più avventurosi e quando leggo mi danno la sensazione di vedere un film
2) MOLOK perchè sembra il film di FRANKESTEIN in fumetti.
3)la prima avventura contro SUPERMIKE perchè avevo avuto l'impressione che zagor potesse morire all'ultima prova.
4) L'UOMO LUPO ero molto curioso di vedere la faccia di un lupo mannaro
5)"la prova del fuoco" n° 148 perchè è stato il mio primo fumetto


Messaggio di: Luca Paolella
Cari amici zagoriani,
veramente non credevo di sollevare un vespaio dicendo la mia sullo Spirito con la Scure e il "politicamente corretto" e soprattutto non mi aspettavo, francamente, di essere frainteso. A dire il vero pensavo di essere stato abbastanza chiaro e non vi nascondo che le risentite osservazioni mossemi da Belardinelli, Burattini, Boselli e Corda, secondo il sottoscritto, scaturiscono solo ed esclusivamente da un’ assai poco attenta lettura del messaggio.
Vediamo di intenderci:
1) La querelle sulla razza credo possa venire sopita dall'uso del metro scientifico per il quale le razze compongono una specie o genere; ne consegue che un singolo individuo, per quanto risultato del mescolarsi di più razze, non potrà comunque mai rappresentare l'intero genere umano. Ora, al di là di questo, che qui poco importa, come poteva Zagor, un americano dei primi dell' 800, esattamente non proprio colto, avere la psicologia di rinnegare la propria razza, la sensibilità cioè di cogliere in quel momento storico una tale sfumatura sociologica? E poi, perché farlo dopo aver mille e poi mille volte esaltato l'orgoglio e la diversità di un popolo come quello indiano, da lui sempre chiamato rosso, vigliaccamente colpito alle spalle dall'invasore bianco? Mi chiedo poi perché, se nelle storie dello Spirito con la Scure agli indiani, ai Samurai, ai Seminoles, ai Masai, e via discorrendo non si chiede di rinnegare la propria razza, anzi, questo dovrebbe farlo proprio il nostro e roe preferito? In ogni caso al di là del mio personalissimo punto di vista voglio qui rammentare ai miei interlocutori alcune frasi nolittiane prese qua e là spulciando la mia collezione, che non sembrano affatto avallare le vostre tesi: a pag.4 di Zagor-Zenith 73 "L'Avvoltoio" è lo stesso Zagor a definire "musi rossi" gli indiani e sullo stesso albo il povero Wilson afferma: "..sono mesi che non parlo con un uomo della nostra razza.." e ancora a pag.61 Zagor non va per il sottile, chiama lui stesso schiavi gli uomini costretti ai lavori forzati dal folle Krebs mentre a pag.114 dopo non aver battuto ciglio dinanzi ad uno spregiativo "musi rossi" afferma: "..il vostro wisky trasformerà quei selvaggi in altrettante belve...", a pag.62 di Zagor-Zenith 74 "La lunga notte" addirittura lo Spirito con la Scure arriva a dire a Cico: "..se posso capire che l'ignoranza e la superstizione giuochino dei brutti scherzi ad un selvaggio non tollero invece queste sciocchezze da una persona che si dichiara civile...", a pag.33 di Zagor-Zenith 93 "Il mostro della laguna" Nolitta fa usare all'indiano Akaba un inglese approssimativo "..mio popolo.." e a pag.62 dello stesso albo il cameriere cinese non riesce proprio a pronunciare la r "..ci falanno a pezzetti" nessuna inflessione colpisce invece tutti gli altri componenti la spedizione, guarda caso tutti rigorosamente bianchi, a pag.14 di Zagor-Zenith 96 "Satko!" lo Spirito con la Scure dice: "..quelli che gli uomini della nostra razza chiamano civiltà", sullo stesso albo il buon Cico a pag.50 opera una incredibile distinzione tra il Satko pellerossa e quello in completo nero dicendo "...una specie di cannibale entra in un cespuglio e dopo poco ne esce trasformato in un milord" mostrando di riconoscere il livello di civiltà delle persone unicamente in base all'abito (rigorosamente occidentale), a pag 48 di Zagor-Zenith 102 "Gli evasi" il maya Lebnor dice a Zagor: "ora ti riaccompagnerò al passaggio che ti riporterà tra i tuoi fratelli bianchi", a pag.64 dello stesso albo è Zagor a rimproverare l'indiano Lupo Bianco per aver tradito la propria razza dicendo "..sporco rinnegato.." e a pag.66 del volume successivo intitolato "Morte sul fiume" lo Spirito con la Scure persevera sul medesimo concetto dicendo di fronte alla salma dello stesso indiano "..ma tu sporco traditore della tua gente..", a pag.26 di Zagor-zenith 142 " libertà o morte" lo Spirito con la scure dice a Bosambo "sei un traditore ! un rinnegato al servizio degli inglesi.", a pag.89 di Zagor-Zenith 170 "La rabbia degli Osages" lo Spirito con la Scure dice: "...che la crudeltà esista allo stato latente nell'animo di quei pellirosse non mi sognerei mai di negarlo..." quasi a voler far intendere che viceversa nell'animo dei bianchi non vi possa essere se non indotta, a pag.19 di Zagor-Zenith 171 "Arrestate Billy Boy!" Zagor dice: "già un processo Connor un regolare processo che renda giustizia agli indiani come si farebbe con qualsiasi individuo del la nostra razza", a pag.14 di Zagor-Zenith 192 "I due ostaggi" Zagor dice allo stregone Mohai: "Io stesso pur non essendo della vostra razza..", a pag.26 di Zagor-Zenith 194 "Masai Killer" lo Spirito con la Scure dice ai Masai: "..forse qualcuno ha udito il racconto di quando io salvai molta gente della vostra razza..".
2) Per quanto attiene specificatamente al "politicamente corretto" il problema non è la correttezza politica ma il significato che ad essa si vuole dare ovvero quello che una certa parte sociale, una certa parte politica ha deciso di offrire, senza beneficio d'inventario, ai cittadini tutti; si dimentica così facendo, però, che questi ultimi potrebbero non essere proprio tutti d'accordo. Se infatti, ad esempio, per alcuni il diritto ad abortire è corrispondente o superiore al diritto alla vita per altri potrebbe valere esattamente il contrario, se per taluni vilipendere la bandiera nazionale è una bravata tollerabile per altri potrebbe rappresentare un'onta indelebile. Tutto questo per dire, che non bisogna mai arroccarsi sui propri punti di vista e conseguentemente fornire sempre la stessa versione, soprattutto se, nel nostro caso, lo scenario è quello della frontiera, del far west, della giustizia fatta con le colts e all'arma bianca...ecco perché a me farebbe piacere rivedere ogni tanto accanto all’istintivo Zagor di "Seminoles" anche quello riflessivo de "Il segno del coraggio", dove il tenente Walter Maddenbrook e soprattutto Zagor intuiscono il profondo significato simbolico del vessillo militare e superate le molteplici peripezie riescono nell'intento di riportare al forte il sacro stendardo sottratto dagli indiani. Rileggendo l'epica avventura tra l'altro ho trovato alcune frasi del mitico Nolitta non proprio "politicamente corrette" come la definizione di "muso rosso" data a Red Warrior a pag.12 dal bravo tenentino - un precursore dell'attuale obiettore di coscienza - . Restando in temi di esempi, poi, mi torna alla memoria anche la mitica avventura "Il palo della tortura" dove Nolitta a pag.41 fa dire di Zagor al valoroso capo indiano dei Sauk Wanattah "..amico della gente rossa, difensore della nostra razza" e sullo stesso numero a pag.44 sempre Wanattah definisce lo Spirito con la Scure..."un uomo che nonostante tutto non riesce a dimenticare il colore della sua pelle", infine chiosa dicendo..."e che si dichiara amico del popolo rosso, ma che, quando bisogna combattere non esita a schierarsi con la gente della sua razza". Ebbene dinanzi a tali affermazioni il mitico Nolitta, a dispetto del politicamente corretto, non fa perdere tempo a Zagor nello spiegare sociologicamente all'indiano il perché e il per come non debba esser fatta distinzione tra le razze, ma si limita a cercare, cosa molto più importante, di risolvere la situazione contingente spiegando all'indiano la effettiva disparità di forze in campo, l'impari battaglia tra le giacche azzurre e i Sauk. E ancora, sullo stesso albo a pag.58 Nolitta fa dire al vecchio amico Bob.."nessuna ragazza bianca potrebbe convivere con questi mezzi animali se non vi fosse costretta" ed anche in questo caso lo Spirito con la Scure non ha la prontezza "contemporanea" di controbattere a tale razzista affermazione. Questo per me è lo Zagor nolittiano cari Belardinelli, Burattini, Boselli e Corda, lo Zagor ribelle e lo Zagor riflessivo, lo Zagor intuitivo e lo Zagor ponderato, lo Zagor che riconosce e rispetta si i valori della simbologia indiana ma che fa altrettanto dinanzi alla bandiera e alle tradizioni delle giacche azzurre. Uno Zagor cari amici che difende gli indiani non solo perché minoranza ma anche perché originari abitanti di quelle terre incontaminate occupate e violentate dai visi pallidi; dimostra così facendo di condividere il principio a cui si riferisce il sottoscritto ovvero quello per il quale ogni popolo ha il sacrosanto diritto di poter difendere e tramandare ai posteri tradizioni ed usanze della propria gente e di non vederle minacciate da tradizioni ed usanze straniere perché poi difendere la propria specificità culturale od anche razziale non implica affatto il volerlo fare scavalcando la giustizia e i principi umani; vi faccio poi notare, che per il bene degli stessi indiani Zagor non si fa scrupoli nel far credere loro attraverso trucchi da illusionista da circo di essere uno spirito inviato da Manitu in persona, ciò che invece non vuole o non può lasciar credere ai bianchi; ovviamente io, a differenza di voi, non mi pongo tutte queste domande perché Zagor vive la frontiera, il primo ottocento americano e non può e non deve ragionare come un cittadino del 2000, cioè come Paolella, Belardinelli, Burattini o Corda, ma come appunto un uomo dei boschi, cresciuto nella foresta, tra puma, cervi ed orsi e che con animo semplice e puro vuole solo ed esclusivamente giustizia a Darkwood; a proposito, ecco un altro concetto non proprio politicamente corretto che, secondo il vostro punto di vista, andrebbe senz'altro contestato allo Zagor nolittiano...ma come, Zagor, il protettore degli indifesi che impone in maniera assolutamente autoritaria la propria personalissima legge agli indiani - e non guarda caso ai bianchi - senza dar loro alcuna democratica possibilità di contestazione ? E non mi venite a dire che però lo fa per il loro bene perché poi lo stesso si potrebbe dire per gli imperatori o dittatori cosiddetti "illuminati" dei nostri tempi. Insomma sembra quasi che lo Spirito con la Scure voglia implicitamente ammettere l'ingenuità, la fragilità ed in qualche modo l'inferiorità di un popolo, quello indiano appunto, rispetto ad un altro, quello dei visi pallidi (vedi ad es. pagg.3/9 e pag.23 di Zagor-zenith n.132 dove gli indiani fanno la figura dei fessacchiotti oppure pag.23 del volume zagor-zenith 201 dove addirittura uno stregone indiano si genuflette al cospetto di un bianco...Zagor). E comunque, per sgomberare ogni dubbio dalla mente di Belardinelli, Burattini, Boselli e soprattutto dell'infervorato Corda, voglio assicurare agli stessi che anche il sottoscritto come loro si schiera dalla parte della giustizia al di la' di ogni distinzione di sesso, razza o appartenenza religiosa e che a riprova di quanto detto, da piccolino, giocando a soldatini, ha sempre fatto vincere istintivamente gli indiani sui cow boys. Quanti di voi potrebbero dire lo stesso?
3) Per quanto riguarda la storia poi, e rispondo a Belardinelli, di essa, ricorda, non se ne sa mai abbastanza, soprattutto perché essa è stata, è e sarà sempre scritta dai "vincitori"; ecco perché, ti assicuro, il sottoscritto, da vero appassionato della materia, ha scartabellato biblioteche e librerie di mezza Italia per cercare di saperne di più soprattutto su quella contemporanea, senza ombra di dubbio, la più edulcorata, diciamo addomesticata. Potremmo star qui a disquisire per ore sul perché i libri di storia contemporanea italiani non accennino o assai poco alle foibe, al triangolo della morte, al pogrom, ai dimenticati da Palmiro Togliatti dell'Armir, alle repressioni di Tienammen e alla pulizia etnica in Tibet dei compagni cinesi, alle stragi postume alla seconda guerra mondiale come quelle di Covedigo, ma non credo, come ha sottolineato lo zagoriano Lino P., sia questa la sede. Grazie comunque del consiglio G.Piero, ne farò tesoro, rileggerò attentamente la storia in par ticolare la parte sui genocidi nel terzo mondo del secolo scorso anche se a me sembra che di essi, i genocidi cioè, si siano resi responsabili soprattutto le "democraticissime" Francia ed Inghilterra e non certo l'"autoritaria" Italia. 4) Personalmente a Moreno vorrei dire che da lui mi sarei aspettato qualcosa di più che la solita ramanzina che si fa ai discoli scolari e che almeno lui - anche se in un certo qual modo ha capito il mio messaggio quando ha sottolineato la stortura quotidiana perpetrata dal politicamente corretto - capisse dove volevo arrivare. Vedi Moreno ciò che a me proprio non va giù è l'ipocrisia dei nostri tempi, il voler vedere le cose sempre e soltanto in un certo modo. Un esempio ? Se algerini o marocchini vengono da noi bisogna accoglierli a braccia aperte e tollerare che essi calpestino le nostre tradizioni (via quel crocifisso dalle scuole) se però siamo noi a visitare le loro terre guai ad offendere la sensibilità nazionale (subito il velo sul volto delle turiste infedeli). Sinceramente ne ho le tasche piene di dossier, interviste, dibattiti, su più o meno nuove generazioni di pacifisti in piazza intenti a sventolare l'effige di un soldato in divisa, di marxisti leninisti che sfilano ai cortei "per non dimenticare la Shoa" con tanto di falce e martello, dimenticando (?) che tale simbolo detiene il triste guinnes dei primati in fatto di stermini di massa (circa 130 milioni di morti contro i 5,6 del nazismo). Ora io sostengo che questa filosofia di vita, questa ipocrisia contemporanea non può ascriversi alla prassi nolittiana, al suo metro narrativo, basterà per questo rileggere l'albo 126 "La mano di Allah" per rendersene conto laddove il buon Sergio fa dire al nostro eroe "..ma per mille scalpi, non credo proprio che la tolleranza debba spingersi fino a chiudere gli occhi su una simile esplosione di violenza!". Caro Moreno nel far west delle nuvole parlanti, così come ci ha insegnato il mitico Nolitta, sia i buoni che i cattivi pronunciano indistintamente le espressioni "viso pallido" per indicare i bianchi, "pellerossa" per indicare gli indiani e "negri" per indicare gli uomini di colore; ma oggi ciò è ancora possibile ? o il politicamente corretto ce lo vieta? Quanto all'epopea risorgimentale, secondo me, a differenza di quella francese, più che un moto rivoluzionario contro una monarchia assoluta è stata una vera e propria guerra di liberazione nazionale, un crogiuolo di sentimenti patriottici volto ad affrancare la nostra patria dall'invasore austro-ungarico. Monarchico o repubblicano che fosse lo stato, democratico o dittatoriale che fosse il governo, poco avrebbe importato agli arditi italiani e ai vari martiri come Battisti o Filzi.
5) Per Mauro Boselli: ho letto i primi 33 numeri di Dampyr e devo dire che mi piace molto e mi piacerebbe molto di più se anche tu come tutti gli altri fossi un po' meno "politicamente corretto" soprattutto perché il personaggio, e per collocazione geografica, e per collocazione storica, si presta più di qualsiasi altro personaggio Bonelli ai fatti sovietici e ai collaterali governi-fantoccio della guerra fredda ed invece accade sistematicamente il contrario (vedi Dampyr n.12 pagg.37 e 38, Dampyr n.18 pag.53, Dampyr n.20 pag.44, Dampyr n.21 pagg.56/60, Dampyr n.25 pag.23, Dampyr n.33 pagg.67/76). Inoltre credo che tu abbia fatto confusione tra partigiani e patrioti (vedi Dampyr n.14 pagg.71/98), i primi infatti, a mio modo di vedere, lo dice la parola stessa, sono guerriglieri paramilitari di parte che combattono soprattutto guerre civili e quindi finiscono per uccidere i fratelli in armi sulla propria terra nell'intento di ribellarsi ad un sistema più o meno legittimamente cost ituitosi (vedi corretta interpretazione nolittiana a pag.30 di Zagor-zenith n.102); i patrioti viceversa, molto più romanticamente, lottano per ridare dignità e libertà alla nazione ovvero per scacciare dal territorio nazionale lo straniero, l'invasore. In sintesi i primi possono non essere sempre dalla parte della ragione, i secondi lo sono di diritto e di fatto. Vedi Mauro, secondo me i tuoi racconti dampyriani così a senso unico, sebbene abilmente sceneggiati, finiscono per perdere in credibilità; ma ti rendi conto, non vi è militare degno di essere ricordato (vedi Dampyr n.27 pagg. 29 e 50), tanto da arrivare ad incensare la diserzione (vedi Dampyr n.10 pagg.29/33) o addirittura a trasformare un guerrafondaio prussiano della 1° guerra mondiale in un angelico disertore della 2° guerra mondiale (vedi Dampyr n.22 pag.62): e poi guarda caso i cattivi si chiamano fra loro camerati (vedi Dampyr n.31 pag.68), sono tutti bianchi, mercenari e filonazisti (vedi Dampyr n.21 pag.56 o Dampyr n.23 pag.40) mentre per combinazione l’unico maestro della notte parzialmente buono è di colore (vedi Dampyr n.6)..caro Mauro a quando una storia sulle malefatte sovietiche o sulle bande partigiane titine? A proposito in Dampyr n.24 pag.79 sei riuscito anche a far dire al poliziotto Bobby "sono felice di avervi al mio fianco companeros" e perché non camaradas visto che 2 dei 3 presenti sono militari ? (vedi Zagor zenith n.76)

Chiudo con un caloroso saluto per gli amici zagoriani e mi scuso con tutti voi per aver divagato su questioni che poco hanno a che fare con il nostro eroe preferito se non al fine di meglio dipanare la contesa psicologia dello Spirito con la Scure.


Messaggio di: Gian Piero Clement
Ciao Alessandra... E' un vero peccato che il tuo campanilismo non ti lasci vedere le cose oltre il loro vero stato, perché di campanilismo si tratta. Ma per carità, tienitelo stretto il tuo Burattini! Peccato che io mi riferissi anche a Sclavi, ma ovviamente questo non ti tange, perché quello che ti preme è difendere a spada tratta l'amatissimo Burattini. Peccato che a me Burattini, nonostante tutto, non mi regali niente, nemmeno le emozioni. Io non considero i lettori un branco di stupidi perché leggono "Cico", ho anche detto che Sclavi "è un genio", il che non esclude che anche Burattini possa esserlo. Non ironizzo, lo penso veramente, ma secondo me non ha il senso dell'umorismo, le sue sceneggiature sono consapevolmente forzate alla disperata ricerca di una gag, e si vede che cerca di arrampicarsi sugli specchi. E' molto meglio qualsiasi sceneggiatore della Disney, piuttosto. E' molto più brutto il tuo commento sul "Cico" di Tito Faraci, piuttosto! Francamente quello che dici io non lo riconosco. Cico serio? Ma siamo impazziti? "Cico Moschettiere" è un concentrato di gag, una più esaltante dell'altra! Ma anche se non fosse così sarebbe sempre meglio che leggere sempre la stessa gag di Burattini, dove Cico per esempio dice: "ho un mal di testa che mi sembra di essere ubriaco" e gli cade una bottiglia di wihisky in testa... Che tristezza! Nemmeno Franco e Ciccio raggiungevano questi livelli. Insomma, la realtà è che non hai argomenti per contrabbattermi, mi spiace :-) Comunque non mi aspettavo di ricevere complimenti, e non me ne aspetto ancora. Sono ragionevolmente convinto che questa rubrica sia popolata solo da addetti ai lavori che difendono a spada tratta l'opera di Burattini (ripeto: perché criticarmi per la critica a Burattini, e non per quella a Sclavi?), e infatti il loro nome è scritto in rosso. Ci fosse una volta che questi non fossero d'accordo con Burattini! Va bene, ora sbeffeggiatemi pure. Dico solo che non m'importa se qualcuno s'é offeso, ho detto quello che penso e lo rifarei. Per fortuna ho qualche amico che legge Zagor e con cui si può parlare senza peli sulla lingua, e mi ha detto le stesse cose che ho detto io. Addio!
P.S. Io non sono acido, dico solo "pane al pane vino al vino". Acida sarai tu.


Pare che ultimamente sia tempo di polemiche! Sarà forse il caldo che ci rende tutti un po' più nervosi, ma il tono di alcuni degli ultimi messaggi ricevuti non è in linea con lo spirito che questo forum ha sempre avuto da ormai parecchi anni a questa parte. Poiché si tratta di un forum moderato, è mia facoltà pubblicare o meno i messaggi ricevuti, e, fatto salvo che ogni intervento è sempre il benvenuto e il sottoscritto aborre la censura, invito chi ci scrive a tenere a mente che questo spazio è dedicato a discussioni di interesse generale su Zagor, non a diverbi personali, e nemmeno a questioni che esulano dall'ambito fumettistico per sconfinare in altri argomenti "off-topic". Chiunque, a torto o a ragione, si senta offeso dalle opinioni espresse da qualcuno in questo forum, è invitato a proseguire la discussione in forma privata, qualora i toni si facciano troppo caldi, e tutti sono per prima cosa pregati di evitare come la peste le provocazioni, che rischiano di degenerare in litigi. Vi ricordo che siamo qui essenzialmente per divertirci: con questo non sentitevi limitati nell'esprimere il vostro pensiero, ma fate sempre in modo di rispettare quello altrui. Fine del sermone.
Ciao a tutti,
Daniele.

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