Nave fantasma, La

storia d'amore e di immortalità
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Nave fantasma, La
IT-DP-113
uBCode: ubcdbIT-DP-113

Nave fantasma, La
- Trama

Una nave fantasma nei Caraibi, una serie di visioni di Harlan, un Maestro della notte solitario e tormentato. Cos'è che rende davvero umani, a parte l'essere vivi?

Valutazione

ideazione/soggetto
 6/7 
sceneggiatura/dialoghi
 7/7 
disegni/colori/lettering
 6/7 
 90
data pubblicazione Ago 2009
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbDiego Cajelli
copertina di ubcdbEnea Riboldi
disegni (matite e chine) di ubcdbArturo Lozzi
copertine
Dampyr 113<br>copertina di Enea Riboldi<br><i>(c) 2009 Sergio Bonelli Editore</i>
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Annotazioni

Umano troppo umano

Il gioiello che non ti aspetti. E' vero che Diego Cajelli è ormai ufficialmente il vice-Boselli in grado di non far rimpiangere (quasi) mai il creatore della testata, e che Arturo Lozzi è rapidamente assurto a colonna dello staff dei disegnatori, ma una storia avulsa dalle svariate saghe che contraddistingono la serie poteva sembrare a prima vista un albo di passaggio. E invece "La nave fantasma" si rivela di gran lunga la migliore storia dampyriana da molti mesi a questa parte.
La trama può essere fuorviante: una rockband con groupies al seguito viene attaccata al largo delle Bahamas da un mercantile che è in realtà una nave fantasma carica di vampiri al soldo di un Maestro della notte, Akhar Nun. Harlan, che ha avuto una visione sul Maestro, parte alla sua caccia e ritrova un frammento del passato di Akhar Nun, che lo porterà allo scontro finale dall'esito scontato. La trama è fuorviante perchè non è una storia di fantasmi, non è una storia di pirati nè una consueta lotta contro i vampiri. E' tutto questo, e lo è con indubbia maestria, ma è soprattutto una storia che ha al suo cuore sentimenti profondi, e i dubbi e le contraddizioni dell'umanità. E la cosa più spiazzante è che l'umanità appartiene in questo caso più ad Akhar Nun che agli umani.
Il cuore della vicenda è racchiuso in quelle poche pagine in flashback che raccontano la storia d'amore tra Akhar Nun e Miranda Cross, una donna per cui il Maestro ha abbandonato momentaneamente il suo mondo di immortalità propria e morte altrui per trasformarsi in un essere umano, arrivando anche al punto di invecchiare (o meglio, illudere gli altri di stare invecchiando), per vivere una vita normale con la sua amata. Solo un sacrificio Akhar non ha voluto fare per Miranda, quello di avere un figlio. L'idea di mettere al mondo un dampyr in grado di annientarlo, anche involontariamente, era troppo per lo spirito di autoconservazione del Maestro della notte, che non senza dolore ha privato Miranda dell'agognato coronamento del loro amore. Amore che così, una volta morta la donna, è diventato solo un ricordo, caro e doloroso, nella eterna vita di Akhar.

E' qui che il nostro Maestro diventa una figura tragica, nel momento in cui il lettore capisce che il beffardo destino di Akhar Nun sarà proprio quello di morire per mano di un dampyr, la sorte a cui aveva tentato di sfuggire con un sacrificio così grande. L'ineluttabilità del destino, tema che soggiace a tutta la storia, non sembra limitarsi solo ad Akhar. Quando Harlan lo uccide, il Maestro gli ricorda ancora una volta che il motivo per cui Draka ha deciso di mettere al mondo un figlio non è esattamente ascrivibile a un umano desiderio di paternità, ma a ben altri piani. Non certo una novità, ma sentirlo dire da questo personaggio ha tutt'altra valenza.
Il punto di forza della storia è nell'universalità dei temi, e nel fatto che potrebbe anche non riguardare vampiri, pirati ed esseri immortali, ed essere ugualmente potente. Il breve ma profondo ritratto di Akhar Nun, soprattutto nella sua parentesi umana, è straordinario per la sua capacità, oserei dire à la Borges, di condensare in una cornice così semplice un quadro così vivido e dai significati così vasti e profondi.
E al di là di questo, la storia funziona anche nei suoi meccanismi più prosaici. Cajelli concentra tanti eventi e tanti personaggi riusciti (uno su tutti, il capitano Hanson) concedendo a tutti lo spazio dovuto. Forse sono un po' sacrificati Harlan, Kurjak e Tesla, ma in questa storia il loro ruolo è semplicemente quello di esecutori. Non possono fare altrimenti, ma come nota Harlan alla fine, la loro missione rischia di fargli perdere di vista quell'umanità che dovrebbe distinguerli dagli esseri che combattono. Meglio non dimenticarlo mai, e questo vale tanto per i personaggi quanto per gli autori.

Ottima la prova di Arturo Lozzi, che accompagna senza sbavature l'evolversi della vicenda passando dalle scene d'azione a quelle più intimiste. Ottimo nella resa dei protagonisti, Lozzi ci regala anche il virtuosismo delle tre tavole acquerellate della visione di Harlan. Copertina di Enea Riboldi nella norma, senza particolari guizzi e soprattutto senza colui che è il vero protagonista della storia.

Note e citazioni

  • I nomi dei componenti della rock band che compaiono nel prologo sembrano un omaggio ad altrettante rock star del mondo reale: Vince, come Vince Neil dei Motley Crue, Lemmy come Lemmy Kilmister dei Motorhead e Axel come Axl Rose dei Guns n' roses.
  • Nella sua "parentesi umana", Akhar Nun porta con sè cinque selvaggi della Nuova Guinea come servitori, con l'intento di educarli alla vita civile. Solo uno di loro, Pururari, non riesce ad adattarsi, proprio come il suo padrone.

La frase

"Sei stato tu a darmi la morte, tu che credi di essere libero, ma non hai idea di quanto Draka influisca sulle tue decisioni"
Akhar Nun ad Harlan, pag.95.

"Sono la pietà e il dubbio che mi rendono umano, altrimenti sarei uguale ai mostri che abbiamo scelto di combattere"
Harlan, pag. 98

Personaggi

Harlan
Kurjak
Tesla
Akhar Nun [+]
Cross, Miranda, compagna umana di Akhar[+]
Capitano Hanson
Caleb Lost
Axel, Vince e Lemmy, tre allegre rockstar morte[+]
Pururari

Locations

Mar dei Caraibi Praga

Elementi

Maestri della notte Immortalità Amore eterno