Un uomo scorretto

magnifici i disegni di Antonio Lucchi
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Un uomo scorretto
 

Un uomo scorretto

Scheda IT-AWILD-5

Seduto nella stazione commerciale, la barba lunga e le gambe fiaccate dalla gran quantità di miglia percorse nella foresta, Adam pensa di aver trovato la soluzione per i suoi problemi: lì, ne è certo, reperirà una barca, dei viveri e dei rematori per raggiungere il lago Tanganyika e quindi Ujiji, dove lo attende Narciso Molfetta. Fuori, sul pennone di uno degli edifici in legno costruiti a pochi passi da un corso d’acqua, si agita pigramente nella notte africana una bandiera degli Stati Uniti d’America; nella stanza, di fronte a lui, illuminato dalla luce di una lampada a petrolio, un uomo gli versa del whisky: si chiama Chuck Anderson ed è lui che comanda in quel posto. E’ simpatico, robusto, sulla sessantina e non ha alcuna fretta di far sapere all’ospite che non potrà soddisfare le sue richieste. Ma quando il silenzio e il sonno vengono sopraffatti dalla lugubre voce di tamburi di guerra nascosti nel buio della vegetazione circostante, egli non esita a far cantare la Gatling per ristabilire l’ordine e a sciogliere la lingua, portando l’esploratore al corrente della grave minaccia che incombe su quei luoghi: la sua vita, quella di suo figlio Jerry e dei Kuba - indigeni da cui acquista avorio in cambio di sale - rifugiatisi presso di lui, sono messe in serio pericolo da una feroce tribù di cannibali, gli Zappo Zap. Malumba, il loro capo, è al servizio del Belgio di re Leopoldo II: in cambio di armi, fornisce i Kuba necessari allo Stato europeo per l’estrazione del caucciù.
Una situazione complicata, una matassa non semplice da dipanare.
Adam Wild, tuttavia, è un uomo pratico, che non si perde d’animo: assorbito con stile il colpo ricevuto per aver appreso del mancato rispetto da parte dei belgi dell’accordo di Berlino del 1885 - che attribuiva loro la sovranità sullo Stato Libero del Congo obbligandoli a eliminare la tratta degli schiavi -, lo scozzese ha da subito le idee ben chiare: «Mi avete convinto, Chuck, ammazzerò Malumba. Ma, a lavoro compiuto, mi darete ciò che vi ho chiesto: barca, rematori e viveri».
Uomo pratico e di parola: coadiuvato dai valorosi Kuba, la Gatling tra le braccia come una scintillante dispensatrice di confetti di piombo, l’esploratore - in uno scontro in cui Chuck rimane sul campo - annienta Malumba e buona parte dei suoi uomini e infligge a Dufour, comandante dei soldati belgi, una umiliante lezione.

Adam Wild conferma di essere davvero un gran bel personaggio, che tra la sue doti ha la consapevolezza

Il canto della morte
Tavola di Antonio Lucchi, pag.68

(c) 2015 Sergio Bonelli editore

Il canto della morte<br>Tavola di Antonio Lucchi, pag.68<br><i>(c) 2015 Sergio Bonelli editore</i>

Conosci te stesso

Una storia molto bella, avvincente, cruda, commovente, che danza sui ritmi tambureggianti di una sceneggiatura superba, cadenzata da dialoghi spettacolari affidati a personaggi tridimensionali, da ricordare
Una storia molto bella, avvincente, cruda, commovente, che danza sui ritmi tambureggianti di una sceneggiatura superba, cadenzata da dialoghi spettacolari affidati a personaggi tridimensionali, da ricordare: come Chuck Anderson - ex combattente nelle fila dell’Unione nella Guerra civile americana - che, travolto e guidato dall'energia e dall'inestinguibile sete d’avventura di Adam, sente divampare in sé le fiamme di una nuova giovinezza, il desiderio di lottare faccia a faccia col nemico al fine di conquistare, ancora una volta con le sue mani, la propria e l’altrui libertà: fino alla morte, incontrata da eroe per salvare Jerry; come Dufour, eccellente incassatore di ferite e umiliazioni, baffetti ricurvi e tenacia da vendere: non un militare ottuso, ma una testa pensante da non sottovalutare nel momento in cui la sua traiettoria tornerà a incrociare quella dello scozzese.
Adam Wild conferma di essere davvero un gran bel personaggio, che tra la sue doti ha la consapevolezza: già, è ben conscio di non poter piacere a tutti. E non lo pretende, perché, in ossequio all'antica esortazione, conosce se stesso. Sa di apparire spaccone, di essere scorretto con gli avversari, di dover giocare sporco pur di conseguire i suoi nobili fini.
«Chi se ne fotte?», dice.
E va avanti, imperterrito, a eliminare schiavisti, a proteggere gli indigeni indifesi, a dissotterrare e distruggere le trame di Stati sovrani di giorno firmatari di trattati di diritto internazionale contro la schiavitù e di notte striscianti eserciti dediti alla distruzione di ogni prova dei loro criminosi traffici di carne umana; a respingere, come una sorta di sorridente Don Chisciotte, coloro che si avvicinano all'immenso vaso pieno di doni chiamato Africa con l'intenzione di continuare a depredarlo.
Sì, sa che a molti non potrà mai piacere, ma gli basta l'essere certo che risulterà gradito a chi ha compreso che se approfitta dell’ingenuità e dello stupore di centinaia di Zappo Zap di fronte al muso e alla musica della Gatling o se, più in generale, supera e ammazza un nemico in regime di bandiera bianca (come è accaduto nell’albo numero 3, I diari segreti di Livingstone) è solo perché fare altrimenti equivarrebbe a soccombere, perché partecipa a una corsa micidiale dove non esistono regole, ospitata da quel particolare circuito rispondente al nome di Africa Nera.

Vendetta!
Tavola di Antonio Lucchi, pag.72

(c) 2015 Sergio Bonelli editore

Vendetta!<br>Tavola di Antonio Lucchi, pag.72<br><i>(c) 2015 Sergio Bonelli editore</i>

Quando tace l'Oscura Signora

E quando tutto è concluso, quando i mille volti dell'Oscura Signora finalmente tacciono, quando sotto il cielo dello Stato Libero del Congo ancora graffia l’aria l’odore acre della polvere da sparo, del sangue e della terribile vendetta di Izori - lo stregone dei Kuba - nei confronti di Malumba, il racconto decelera, respira, virando sui delicati accenti dell’addio tra un padre e un figlio; dimostrando come anche un uomo del calibro di Adam avverta il bisogno di voltare le spalle alle tinte fosche dell’orrore e della violenza per trovare conforto nell’abbraccio di un amico.

Pace e guerra
Tavole di Antonio Lucchi, pag.22-23

(c) 2015 Sergio Bonelli editore

Pace e guerra<br>Tavole di Antonio Lucchi, pag.22-23<br><i>(c) 2015 Sergio Bonelli editore</i>

Una prova magistrale

Splendidi i disegni di Antonio Lucchi. L'aver lavorato in digitale e in alta definizione ha consentito al suo tratto corposo, carico, denso e ai suoi effetti speciali - in barba alla trappola della carta per la stampa utilizzata dalla casa editrice - di mantenere integra la loro magnetica potenza espressiva. Le inquadrature mai banali, i suggestivi scenari, le fantastiche scene d'azione, l’eccellente raffigurazione della fauna del territorio, le impeccabili anatomie umane e l’appropriata recitazione dei protagonisti (un paio di piccoli svarioni a parte) compongono una prova magistrale.
Dopo Nespolino, Perovic e Laci - i cui straordinari disegni sono stati invece decisamente penalizzati proprio dal suddetto fattore -, un altro grande disegnatore per l'affascinante universo di Adam Wild.

Adam Wild n.5 - La terza luna - Febbraio 2015 - Sergio Bonelli Editore - 16 x 21 cm, brossurato, b/n, 94 pagine - 3,30 € - mensile

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