Pregiudizi e passione

la graphic novel da cui è tratto il film "La vita di Adele"
Recensione di E.Romanello |   | bandesdessinees/

Pregiudizi e passione
Il blu è un colore caldo

Sfogliando uno dei più grandi successi in graphic novel dell’ultimo anno, "Il blu è un colore caldo" della francese Julie Maroh, si può capire come mai l’autrice non abbia gradito granché il film ispirato alla sua opera, La vita di Adele, trionfatore a Cannes ma che dell’idea iniziale non mantiene granché, se non il parlare di donne che amano le donne e di mettere al centro di tutto una ragazza con i capelli tinti di blu.

Edito in italiano da Rizzoli Lizard, "Il blu è un colore caldo" mette insieme i temi dell’amore impossibile, delle discriminazioni, della cresciuta personale e sentimentale, con rara maestria, ma anche con struggente intensità, dimostrando ancora una volta come il fumetto o la graphic novel che dir si voglia possa avere la stessa valenza della grande letteratura.

Dicevamo, diversissimo dal film, che avrà portato all’autrice vendite, ma che ha puntato di più sull’aspetto glamour e sulle scene di sesso, che non hanno mancato di turbare qualche benpensante non molto informato su cosa andava a vedere. Ne "Il blu è un colore caldo" rivive l’amore tra Clem, studentessa delle superiori, e Emma, artista più grande di lei, facendo partire il tutto dalla consegna a quest’ultima del diario del suo grande amore, svelando dall’inizio come tutto andrà a finire e non in modo lieto.

La storia si sdipana tra pregiudizi e passione, amour fou che sarebbe piaciuto ad uno Stendhal e omofobia, in un albo per cui Julie Maroh propone uno stile molto personale, abbastanza lontano da quello classico dei fumetti franco belga, tra tinte seppiate e interiorità, per raccontare una storia che non è certo idealizzante ma che sa entrare nel cuore di chi legge per non uscirne.

I temi dell’amore impossibile, delle discriminazioni, della cresciuta personale e sentimentale sono trattati con rara maestria, ma anche con struggente intensità.

Pur essendo stata scritta negli ultimi anni, la vicenda si svolge nei lontani e vicini anni Novanta, senza smartphones e social network, in una Francia lontana da quella attuale che ha approvato i matrimoni gay ma dove la destra conservatrice ha trovato nuova linfa, in una società comunque dominata da pregiudizi che sarebbe assurdo pensare che svaniscano da un giorno all’altro.

Qualcuno ha accusato "Il blu è un colore caldo" di non fornire un lieto fine, ma quello che l’autrice si prefigge nelle sue pagine è di raccontare una storia d’amore totale e troppo grande per questo mondo: il tema dell’amore tra donne non è nuovo nei fumetti, tralasciando la pornografia i manga ci hanno dato autrici come Ebine Yamaji, che a tratti Julie Maroh ricorda (anche se ha detto di non aver letto praticamente nulla in tema) e la stessa Riyoko Ikeda, ma questa opera aggiunge senz’altro qualcosa.

"Il blu è un colore caldo" è quindi un titolo interessante per vari motivi, per la storia che racconta, per le discussioni che solleva e che lo rendono utile anche a livello didattico e di diritti civili, per la freschezza dello stile, perché segna l’esordio di un’artista che farà senz’altro parlare ancora di sé.

Il blu è un colore caldo di Julie Maroh (testi e disegni) - Rizzoli Lizard - € 16,00