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" Il segreto di Robin Hood"


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recensione di Marco Spitella

Un sentito "Grazie!" al BVZA e al suo giovane epigono Memola per averci regalato una storia fresca e divertente come questa. Ed un altro "grazie" per aver permesso a chi scrive di non essere costretto a maltrattare (come spesso avviene ultimamente) l'amato BVZM...

Una piacevolissima lettura quella regalata da questo Almanacco (che si occupa quest'anno nei consueti redazionali, oltre che delle uscite "mysteriose" nei media italiani e mondiali, dei mysteri della Gran Bretagna) grazie alla brillantissima scelta di soggetto fatta dai due autori e dalla scorrevolissima sceneggiatura imbastita da Memola. Una storia che, come dice giustamente un collega uBCiotto (che ringrazio anche per il titolo di questa pagina... ;-)), parte piano per diventare sempre più piacevole. Un giusto mix di avventura, complotti e oggetti mysteriosi, vissuto dai nostri conosciuti protagonisti e da efficacissimi comprimari in una maniera molto coinvolgente nella quale non difetta, per una volta, un piacevole umorismo (come nel caso del primo incontro tra Java e Rachel, e la "fissazione" per la sicurezza dei gorilla di Harris).

"Un giusto mix di avventura, complotti e oggetti mysteriosi vissuto dai nostri conosciuti protagonisti e da efficacissimi comprimari"
   
E' anche apprezzabile l'inserimento della tematica del riciclaggio della carta per assicurare nuova vita all'editoria e sono, a parere di chi scrive, geniali il prologo e l'epilogo di questa storia, che rivelano questa genialità solo nel finale, creando così una circolarità nel racconto, che si estende anche all'albo fisico, facendoci rimpiangere ancora una volta l'esistenza solo nel mondo della fantasia degli oggetti raccontati dal Detective dell'Impossibile. Certo che sarebbe bello, anche se il BVZM non approverebbe, poter acquisire la Conoscenza semplicemente tenendo tra le mani un oggetto amabile come un albo a fumetti!

Tornando alla storia, abbiamo gradito la rivisitazione del "mito" di Robin Hood, che lo inserisce perfettamente nella continuity dell'universo mysteriano riportando oltretutto in auge gli Uomini in Nero "tradizionali", la vivacità di Rachel, scapestrata ed efficientissima come solo un agente di Mission Impossible potrebbe essere, il consueto, devastante, umorismo di Diana Mystère (troppo poco presente nella serie regolare, secondo chi scrive), il ritorno nelle storie di Martin di Atlantide e Mu, che sono notoriamente tra le "ragioni di vita" del nostro amico a fumetti e, last but not least, il ruolo di importante comprimario riservato ai libri.

Il disegno di Giardo si mette al servizio dello scritto e, pur senza particolari guizzi o originalità, fatta eccezione forse per la riproduzione estremamente realistica dell'Almanacco posto tra le mani del ragazzo in metropolitana, aggiunge un plus non trascurabile all'ottimo livello di questo albo.

Piace, a chi scrive, confessare ai nostri lettori la soddisfazione di aver acquistato un albo al quale aveva deciso in un primo tempo, stanti la fase calante delle avventure di Mystère e il prezzo di copertina (con l'ennesimo ritocco "in su") non certo invitante, di rinunciare. Raramente un ripensamento aveva portato simile soddisfazione. Lunga vita e prosperità al BVZM!
 

 


 
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