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Per i non romanofoni: "Restituite agli anelanti lettori il buon Ch'ing K'way, che come maestro cinese ci appare assai più valido"....
Infatti il personaggio principale di questa storia (Martin è soltanto un'esca, un catalizzatore di eventi, e Java non ricopre certamente un ruolo importante...), il professor Lo, dopo un inizio (nel primo albo) promettente si "evolve" in una sorta di macchietta, per lo meno se confrontato ad altri personaggi "simili" che i lettori hanno incontrato nella ventennale carriera editoriale del Detective dell'Impossibile.
Dispiace profondamente di dover scrivere ciò che stiamo per scrivere, considerandoci sempre nel novero degli aficionados del BVZM, ma questa ci è sembrata una delle storie più insulse vissute dal nostro amato archeocibernetico...
"...il professor Lo, dopo un inizio promettente si "evolve" in una sorta di macchietta..."
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Insufficiente, decisamente insufficiente (come testimoniato anche dalle valutazioni, in cui il solo disegno raggiunge una scarna sufficienza). Una storia con poco capo e quasi nessuna coda, sceneggiata come un brutto B-movie d'avventura, nel quale i cattivi sono talmente cattivi da essere ridicoli, il "buono" non pare essere altro che un imbroglioncello assurdamente (per gli studi che dovrebbe aver fatto, e per la filosofia che dovrebbe abbracciare) violento che si serve, senza alcuno scrupolo (e questo, forse, per lo stereotipo che abbiamo noi occidentali degli estremo-orientali, congruente), di Martin sfruttando una promessa da lui fatta in gioventù, ambientazioni scontate in cui il cattivo abita in un megagrattacielo, dispone di mezzi inesauribili, mentre i buoni sono costretti dalle ingiustizie della vita a vivacchiare in un misero negozio di barbiere o in un derelitto villaggio di pescatori... Sinceramente, ci sembra un po' troppo.
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La "bella in pericolo" :-)
disegno di Giovanni Romanini (c) SBE 2003
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La caratterizzazione dei personaggi risulta irritante o incolore, visto che anche l'amata nipote di Lo non ricopre altro ruolo di quello della "bella in pericolo" a causa della quale l'eroe è costretto a sottostare ai voleri dei cattivi, che il malvagio Fan Shao è talmente ridicolo nei suoi eccessi da poter ricoprire il ruolo di "spalla comica", il colonnello Chun Yao che si veste e si muove come il Generale Bison del videogame e del film Street Fighter... Può bastare? In un contesto simile, anche il bel racconto del pittore, gli insegnamenti che Lo impartisce a Martin giovane e i richiami alle tradizioni cinesi perdono qualsiasi efficacia, risultando alla fine quasi come stridenti incongruenze.
I disegni sono un'altra nota dolente di questa storia. Romanini ci aveva regalato in passato prove senza dubbio migliori (pensiamo ad esempio a "La Stirpe di Elän" in Zona X, nella quale il suo talento aveva prodotto draghi e demoni ben più "efficaci" di quelli presenti in questi albi...). Qui l'imprecisione sembra regnare sovrana, e vediamo personaggi che cambiano posto in base alle "inquadrature", vestiti e personaggi anacronistici, abiti che cambiano foggia da un'illustrazione all'altra (Vedere la scheda della storia.)... Come attenuante, che giustifica il punticino in più attribuito al disegno, possiamo presentare la scarsità di peso di testo e sceneggiatura, che non hanno consentito al disegnatore di esprimersi meglio.
In conclusione: speriamo in una migliore prossima prova dei due autori, anche separatamente. Questo prodotto non è certamente all'altezza degli standard mystèriani...
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