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" Sulle tracce
dell'invisibile"


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Cosa hanno in comune un esperimento militare del 1943 ed una invenzione "impossibile" dell'antica Grecia? Un uomo invisibile, naturalmente...

Chi si rivede. . . l'uomo invisibile!
recensione di Gianluigi Fiorillo



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Santarelli    

Molta carne al fuoco in questo Martin Mystère. Nello stesso albo troviamo insieme addirittura il Philadelphia Experiment, il meccanismo di Antikythera, viaggi temporali, un uomo invisibile, un'altra Altrove e, con apparizione marginale, il triangolo delle Bermude. Tutto questo ben di dio sembra rimanere un po' costretto nell'inusuale (per la serie) fomato delle 94 pagine di un solo albo.

Infatti la storia si dipana alquanto lentamente per poi subire una brusca accelerazione nelle ultime pagine, con un finale che lascia insoddisfatti per modalità e plausibilità. Tutte le cose accennate nella lunga introduzione non vengono poi approfondite nel continuo della storia, come il lettori magari si aspetterebbe.

Per di più, l'incredibile "puntualità vendicativa" con cui il meccanismo misterioso fa piazza pulita dei cattivi è davvero una forzatura.    
Per di più, l'incredibile "puntualità vendicativa" con cui il meccanismo misterioso fa piazza pulita dei cattivi è davvero una forzatura. E' bastato che Martin gettasse la valigia contenente il meccanismo di Antikythera sul motoscafo avversario per scatenare in un attimo qualcosa di inspiegabile, nonostante l'oggetto fosse rimasto innocuo per ore durante il trasporto. Inoltre basta guardare una foto di tale meccanismo per vedere in che condizioni si trova... condizioni che non spingono certo all'ottimismo riguardo la sua attuale integrità di funzionamento.

Ad aggravare la perfezione del finale ci si mette pure l'uomo invisibile che non solo è ancora vivo e vegeto ma si permette anche il lusso di riportare il pericolosissimo oggetto nel museo da cui era stato rubato. Non era il caso di farlo sparire, visti i suoi poteri? I "cattivi" avevano parlato di una base, quindi sicuramente anche altre persone erano a conoscenza delle funzionalità del meccanismo. Tutte queste cose, in una serie solitamente rigorosa quale è MM, indispettiscono il lettore.

Per quanto riguarda la sceneggiatura: Martin si comporta come di regola; Java è quasi più invisibile dell'uomo invisibile; il personaggio dell'anziana signora è ben caratterizzato, con qualche forzatura (una guida da rally è davvero sospetta alla veneranda età di 70 anni circa...).



DISEGNI
Luigi Coppola    

Disegni classici alla Alessandrini, eccessivamente spigolosi specialmente nel tratto usato in alcuni volti. Quello di Martin è il canonico, mentre non si può dire lo stesso di quello di Java.

L'assistente del BVZM è spesso irriconoscibile (nella seconda tavola a pag.61, per esempio). Apprezzabile il dinamismo delle scene d'azione, ove Coppola usa effetti grafici che rendono bene l'idea del movimento.



GLOBALE
 

Copertina che nulla ha a che fare con il contenuto dell'albo... e ciò non è bene. Java, già trattato (graficamente) male all'interno dell'albo, non la passa liscia neppure qui, dovendo indossare un'espressione davvero orripilante.

Quindi per riassumere, un albo che promette bene per l'abbondanza di elementi mysteriosi ma che si perde per la poca rigorosità e per un evidente scompenso storia/finale nella trama.
 

 


 
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